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Tord Gustavsen Quartet – “The well”

Tord Gustavsen Quartet – “The well”

Tord Gustavsen Quartet – “The well” – ECM 2237
Il pianista norvegese Tord Gustavsen è artista ben noto agli appassionati italiani avendo già inciso , sempre per la ECM, ben tre album in trio ed un sempre con il trio completato da Mats Eilertsen: al contrabbasso e Jarle Vespestad alla batteria, rinforzato nell'occasione da Tore Brunborg ai sassofoni tenore e soprano, e Kristin Asbjørnsen voce. Anche in questa ultima registrazione, effettuata ad Oslo nel febbraio del 2011, Gustavsen si presenta in quartetto, vale a dire con i soliti componenti il trio più il tenorista Tore Brunborg, anch'egli musicista di punta della scena norvegese e protagonista da leader di alcuni splendidi album per la Odin. In realtà il passaggio dal trio al quartetto è stato determinato dalla morte del bassista Harald Johnsen che aveva accompagnato Tord nei primi tre album in trio per la ECM. Forzato a cambiare organico, il pianista ha voluto mutare anche la formula introducendo un fiato. Il risultato è eccellente: la musica nulla ha perso della precedente valenza caratterizzata com'era da una sorta di ricerca interiore declinata sulla scorta di un pianismo essenziale in cui ogni singola nota aveva un suo peso specifico, con tempi lenti e atmosfere rarefatte. Adesso, con l'aggiunta del fiato, la musica ha raggiunto un maggior spessore ed anche una più compiuta diversità espressiva: ne abbiamo una prova nelle due versioni di “Communion” in cui Brunborg ha un ruolo di primo piano. “Playing” è caratterizzato dal continuo dialogo tra il drumming di Jarle Vespestad e il piano del leader che evidenzia una bella capacità e lucidità improvvisativa.  In “Circling” il pianismo di Tord assume delle sfumature addirittura latineggianti con Eilertsen e Vespestad artefici di un accompagnamento straordinario per eleganza e leggerezza. In “On every corner” ancora in primo piano il sax tenore di Tore Brunborg che così come in “Intuition”, una splendida ballad, evidenzia ,soprattutto nella ricerca di un certo sound, una sicura influenza di Jan Garbarek, padre di tutti i sassofonisti “moderni” norvegesi… e forse non solo norvegesi. (GG)

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