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Lydian Sound Orchestra – “Monk at Town Hall & More”- abeat AB JZ 013
L'orchestra guidata da Riccardo Brazzale è una di quelle “eccellenze sonore” che rendono il jazz italiano – con tutte le sue contraddizioni – uno dei più vivi e creativi del continente. La longeva formazione, un tentetto, affronta ed esegue il repertorio a suo tempo proposto da thelonious monk in un celebre concerto alla Town Hall di New York del 1959 (con arrangiamenti di Hall Overton). L'occasione per la rilettura nasce nell'ambito dell'edizione 2002 del festival di Vicenza – dedicato all'arte di “Sphere” – ma già nel 1993 la Lydian Sound Orchestra aveva omaggiato in un Cd (“Melodious Thunk”) l'enigmatico maestro. Nel “Monk at Town Hall & More” gli arrangiamenti raffinati e la direzione impeccabile sono di Brazzale, tutto viene eseguito in presa diretta al teatro comunale di Thiene (presso Vicenza) e la formazione vede J Kyle Gregory (tromba, flicorno), roberto rossi (trombone), Pietro Tonolo, Roberto Bonisolo e Rossano Emili (ance), Paolo Birro (piano), Michele Calgaro (chitarra elettrica), Dario Duso (tuba), Marc Abrams (contrabbasso) e Mauro Beggio (batteria). Lo scelto repertorio di sette pezzi (più “Abide with Me” di W.H.Monk e “Additional C.Q. Six” dello stesso leader) offre una summa del pensiero e del magistero sonoro di Monk: condotta delle parti, scansioni ritmiche, dinamiche, assoli (in particolare Gregory, Tonolo, Rossi, Emili e Birro) danno a partiture celebri – da “Thelonious” fino a “Friday the 13th” – il respiro epico della “classicità” ed il brivido spiazzante dell'innovazione. Le linee melodiche tortuose di Monk, le sue ardite armonie, il rendere musica la dissonanza ed il silenzio si proiettano e ritrovano in una dimensione orchestrale che amplifica, senza alterarle, tali caratteristiche, pur creando spazi in cui jazzisti odierni possono esprimere la propria contemporaneità. Magistrale. (LO)
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carissimo Gerlando
ho letto la tua recensione di Duology e desidero
quindi ringraziarti molto per le tue parole di apprezzamento.
Come immagini fanno sempre molto piacere e confermano energia
e determinazone per il futuro…
un abbraccio //
Claudio
Ciao Gerlando,
ho avuto modo di conoscere di persona Magnus Öström ad un seminario presso l’Accademia di Musica di Gothenburg.
Tanto “famoso” e bravo quanto una persona umile ed imbarazzata ai complimenti, una persona di una semplicità meravigliosa.
L’E.S.T. trio stava raggiungendo una fama mondiale ed una maturità d’insieme alla pari dei grandi trio del jazz. I tre musicisti suonavano insieme sin da adolescenti.Quel suono di cui parla la recensione era maturato con 20 anni di concerti, e tutti noi ce ne stavamo accorgendo.Davvero una brutta perdita.Rimane la musica, quella sempre rimane.
Luigi Bozzolan