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Mattia Cigalini (foto Franco Truscello)

Mattia Cigalini (foto Franco Truscello)

Sabato 9 giugno, Mercato coperto ore 21
Mattia Cigalini with Devil Quartet
Due generazioni, il talento, il Jazz

Ad Alba mercoledì 6 giugno gli organizzatori hanno vissuto momenti di panico: Paolo Fresu, purtroppo indisposto per i postumi di una brutta infezione polmonare contratta in Indonesia, aveva appena dato forfait. Mai perdersi d'animo. Il pensiero è andato ad un giovanissimo sassofonista che con questi musicisti (in progetti diversi) aveva già collaborato: Mattia Cigalini. Il trio di Fresu è salito sul palco con un ragazzo che ha talento e musicalità da vendere, e ciò che è avvenuto è stato veramente bellissimo, coinvolgente e divertente. Ferra, Dalla Porta e Bagnoli sono affiatati, complementari, il che è aspetto fondante per musica che ha come importante caratteristica quella di affrontare stili diversissimi tra loro: trovano nel feeling il fattore che permette di trasformare quegli episodi in un viaggio, o in insieme concatenato d'immagini sonore che abbiano tra loro un filo logico trainante.
Questo legame forte tra i componenti del Devil quartet si traduce in un'energia ricca di pathos, in cui Cigalini non appare mai estraneo: lascia da parte ogni volontà di stupire con milioni di note e cuce frasi spezzate ed incisive, poche ma assolutamente complementari a ciò che avviene sul palco dietro di lui. Il tema di Moment's Notice esposto con il sax insieme alla chitarra e il duetto poco dopo con il di Dalla Porta mostrano che Cigalini ascolta molto bene le suggestioni che nascono mentre si suona. Inizialmente parco di note, poi più allegramente energico, non solo lascia spazio, ma si gode i soli di chitarra di Ferra e di contrabbasso, creando momenti di contrasto timbrico veramente suggestivi. Ha una grande propensione per il Sax Soprano: in “Giovedì”, composizione di Bebo Ferra, si svelano un e un timbro di grande bellezza. Dinamiche raffinate, un fraseggiare quasi malinconico, in una parola un modo di suonare espressivo e allo stesso momento impeccabile. Gli arpeggi finali, suonati completamente da solo, svelano anche un mondo sonoro legato alla musica classica.
I brani portati in questo progetto sono anch'essi fondamentali ai fini del successo di questo bell'ensamble di musicisti: Paolino Dalla Porta scrive benissimo, due o tre i suoi pezzi, che risultano di volta in volta ipnotici, o creativamente densi di suggestioni, come Mimì, dalla colonna sonora del film “Domenica”. Anche nei momenti apparentemente meno strutturati, emerge sempre una istintiva cura del particolare per creare una determinata atmosfera – nel caso di “Mimì”, surreale e sospesa. E questo si ottiene con il sapiente uso delle spazzole (non a caso Bagnoli è soprannominato “Brushman”), o con efficaci ostinati di contrabbasso, o con distorsioni – mai eccessive – della chitarra di Ferra, o con la trasposizione di un tema melodico minore del sax. Dalla Porta riesce nei suoi soli a volare per infinite note ma tocca talmente spesso la tonica, la terza e la quinta, ossia le note fondamentali dell'accordo di base, che il suo volare rimane anche saldamente ancorato a un essere melodicamente cantabile e mediterraneo, se quello occorre.
Cigalini sa stare sul palco, parla benissimo, è visibilmente felice di essere lì, nel giorno del suo compleanno, e più volte ripete la sua ammirazione per Fresu e per i musicisti con cui sta suonando. “E' il più bel compleanno della mia vita” dice.
Il Bis in stile gospel, di Bebo Ferra, incentrato sulla semplice e tipica successione di accordi (I – III – IV – V) manda in visibilio il pubblico, e ci sta benissimo, è gioioso e adatto all'occasione. La musica in alcuni casi vive del fascino di essere semplice, quando a suonarla sono musicisti come Mattia Cigalini con i Devil Quartet.
Ed è bello vedere che ci sono giovanissimi talenti che faranno strada e che si alleano con musicisti di grande esperienza: si alleano, con gioia e senza competizione. E viceversa. Dunque a volte capita anche che la musica mostri i lati belli della vita.

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