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Jure Tori – “Wine Café” – Klopotec

Jure Tori – "Wine Café"

Jure Tori – “Wine Café”

Ecco un album che forse non sarà facilissimo reperire in Italia ma che consigliamo caldamente soprattutto agli amanti della fisarmonica. Protagonista un trio internazionale composto dal fisarmonicista sloveno Jure Tori, dal chitarrista argentino Eduardo Contizanetti e dal austriaco Wolfram Dersmitsch. Jure Tori, nato a Trbovlje nel 1975, ha cominciato a studiare musica all'età di sette anni e si è fatto conoscere con il gruppo Orlek con cui ha registrato ben sette album.
Il contrabbassista Ewald Oberleitner è musicista assai esperto essendo in attività già dai primi ani settanta mentre il chitarrista Eduardo Contizanetti viene dalla lontanissima Patagonia e sfoggia uno stile chitarristico lontano da ogni forma virtuosistica ma assolutamente moderno e coinvolgente. Ebbene, pur provenienti da mondi ed esperienze così diverse, i tre sono riusciti a trovare la classica “quadra” grazie ad una comune sensibilità progettuale. L'album è dedicato al “Wine Café” un piccolo locale di Gorizia dove è possibile suonare ed ascoltare musica in una atmosfera tranquilla e rilassata, quella stessa atmosfera tranquilla e rilassata che i musicisti sono riusciti a trasmettere attraverso l'ascolto di questo album. I brani, scritti in massima part da Jure (cui si aggiungono due pezzi del chitarrista e “At the window” di Andrej Gucek) evidenziano un raffinato gusto melodico ed un ottimo senso della costruzione, doti che vengono messe in particolare evidenza dalla splendida performance del trio. Jure non sfoggia una tecnica virtuosistica ma si basa molto sull'espressività e sul sound; in effetti il suo strumento richiama inevitabilmente antiche atmosfere balcaniche eppure il tutto suona di estrema attualità grazie all'apporto del chitarrista che sfoggia uno stile sobrio, essenziale, di sorprendente modernità che ben si sposa con la fisarmonica dello sloveno. Dal canto suo il bassista ha il non facile compito di legare il tutto con un sostegno ritmico-armonico forse non molto fantasioso ma solido e costante. I brani sono tutti assai godibili ma si ascolti con particolare attenzione il brano d'apertura, che dà il titolo all'album, dall'andamento vagamente latino, “A tus mañanas” di grande delicatezza, “Glide” che evidenzia ancora una volta lo splendido affiatamento tra e fisarmonica mentre il contrabbassista si produce in un assolo degno di nota e “One more quiet night” una dolcissima ballad che chiude degnamente l'album. (GG)

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