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Raf Ferrari – “Venere e Marte” – Dodicilune 295

Raf Ferrari - Venere e MartePrima ancora di entrare nel merito dell'album, permetteteci di indirizzare una nota di merito al Gabriele Mirabassi il quale, figurando come ospite d'onore, riesce ancora una volta a risultare decisivo per la riuscita di una registrazione, grazie alla sua maestria che gli consente di mettersi al servizio del leader conservando integra la sua autonomia stilistica. Questa volta lo ascoltiamo inserito in un gruppo con cui aveva già avuto modo di collaborare sin dal 2009, effettuando, tra l'altro, un applaudito concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Successivamente la registrazione di “Venere e Marte” in cui il pianista Raf Ferrari guida un gruppo comprendente Vito Stano (cello), Guerino Rondolone (doublebass), Claudio Sbrolli (drums) e il già citato Gabriele Mirabassi . Il loro è un jazz da camera nel senso più vero del termine nel senso che gli stilemi jazzistici ci sono tutti seppur racchiusi all'interno di una ricerca che predilige due fondamentali elementi: il sound e la ricchezza della linea melodica. Per quanto concerne il primo elemento – il sound – a determinarlo sono soprattutto il clarinetto di Mirabassi e il violoncello di Vito Stano, mirabilmente orchestrati dal leader. Il secondo elemento – la ricchezza della linea melodica – è quasi interamene frutto di Raf Ferrari che firma tutti i brani presenti nel CD eccezion fatta per “Fou De Love” di Angelo Branduardi. E occorre sottolineare che Ferrari scrive bene, avendo del tutto metabolizzato i vari input attraverso cui si è formato un proprio stile affatto personale: così, a parte il gusto per la linea melodica, cui prima si faceva riferimento, Raf evidenzia una buona padronanza della materia equilibrando al meglio parti scritte e con una notevole abilità anche nelle armonizzazioni; il tutto condito da arrangiamenti curati in ogni minimo particolare che offrono, tra l'altro, ai vari musicisti la possibilità di esprimere appieno le proprie potenzialità. Si ascolti al riguardo il violoncello di Stano che spesso è messo nelle migliori condizioni per spiegare la propria bellissima voce (“Capelli Di Sagoma” ) mentre gli interventi di Mirabassi sono tutti superlativi con una menzione particolare, forse, per “Fou De Love”. Ottimo anche il lavoro della sezione ritmica con Guerino Rondolone al contrabbasso e Claudio Sbrolli alla batteria in grande spolvero, sempre pronti a fornire all'ensemble il necessario supporto ritmico-armonico. (GG)

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