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UNA DIMENSIONE ELETTRICA

Mudras, “Skywalkin'” (Blue Serge BLS-038)
Roberto Cecchetto, “Soft Wind” (MyFavorite Records 8034135080189)
Marco Bardoscia, “The Dreamer” (MyFavorite Records 8034135080172)

Gli album hanno come leader rispettivamente il contrabbassista Stefano Maltana e il trombettista Giovanni Sanna Passino, il chitarrista Cecchetto ed il bassista Bardoscia. Gli ultimi due hanno una comune casa discografica, la MyFavorite Records fondata nel 2010 da Patrizio Romano e Fabio Stucchi, mentre il gruppo Mudras è pubblicato dalla Blue Serge di Sergio Cossu, attiva dal 2003.
Ad accomunarli è la presenza di una dimensione elettrica: ora più legata al singolo strumento (nel caso di Roberto Cecchetto), ora più ispirata da una metabolizzata lezione (post)davisiana (accade per Mudras che, però, ha radici sonore plurime), ora in un'accezione anche rock (nel contrabbassismo di Bardoscia). Album e formazioni, in ogni caso, non rimuovono la stagione del “jazz elettrico” (distante decenni) ed il loro linguaggio viaggia in una dimensione elettro-acustica sia timbrica che compositiva.
“Skywalkin” nasce dalla lunga collaborazione tra i leader-compositori Maltana e Sanna Passino con il chitarrista Bachisio Ulgheri ed il batterista Massimo Russino (ospiti in un paio di titoli Gavino Murgia al soprano e Mariano Tedde al Fender Rhodes). Si tratta di un quartetto forgiato da lunghe esperienze dal vivo che in studio trasferisce un'esuberanza sonora scaturente dal “piacere di suonare insieme” su un repertorio originale (“Babek”). A ciò si associa il gusto per la ricerca sonora che si coniuga a quello per la melodia (“Neck Pain”, “Mar Peg Mood”) con la tromba di Sanna Passino in bella evidenza. Non mancano suggestioni etniche (“Tema di Tisli”) ed il chiaro riferimento al Miles Davis inquieto degli anni elettrici (si ascolti il collettivo “Peaceful Miles”). Non si possono che condividere le parole di Paolo Fresu che ha scritto le note di copertina: “Lavoro discografico che entusiasma non solo per la sua freschezza ma soprattutto per la sua maturità”.
Il “vento soffice” che spira dalla chitarra di Roberto Cecchetto, dal contrabbasso di Giovanni Maier, dal piano di Giovanni Guidi e dalle percussioni di Michele Rabbia (anche batteria ed elettronica) non è una brezza tiepida. Il pianista è in rapida crescita artistica mentre gli altri jazzisti hanno forti personalità che si mettono al servizio della poetica di Cecchetto, spesso improntata ad un'asciutta melanconia (“Outdoors”, “Soft Winds”). Brani a tempo lento in cui le voci strumentali si muovono per empatia in rarefatti intrecci, dove ogni suono ha un valore quasi “ermetico”, caricato di forza e significato. La melodia, in alcuni casi, si apre e distende nel fondersi di chitarra e piano, come in “Freeze the Moment”. Quattro tracce su undici sono frutto del dialogo diretto tra i musicisti; tra esse la nebulosa “Danse de la nuit” in cui Cecchetto suona la chitarra acustica e spicca il contrabbasso di Maier (suonato anche con l'arco) in una cameristica, rischiosa musica contemporanea.
Marco Bardoscia (nato nel 1982) è contrabbassista che si è fatto strada al fianco di Luca Aquino e , una nuova e talentuosa generazione di jazzisti italiani che vengono dal sud. La complessità della sua storia è subito evidente nella versione di “Stella by Starlight” che apre l'album: vi sono rock, minimalismo, solismo hendrixiano e visioni di Pastorious, suoni acustici ed effetti. Il jazz, sì, ma anche tante altre musiche che sono nel Dna di questi musicisti. Bardoscia è compositore degli altri otto brani: dalla toccante melodia di “Ninna nanna per la piccola Sara” al senso corale-bandistico di “Hallelujah per il mondo”, dal cinetico “Jet” (in cui si apprezza Casarano all'alto e al soprano) all'iterativo “Il sorgere del sole” (con “Preludio” per voce e tromba). “The Dreamer” è, in definitiva, un interessante “spaccato sonoro” di una generazione jazzistica e della sua poetica. Vi si ascoltano le ance di Raffaele Casarano; gli ottoni di Giorgio Distante, Aquino e Gianluca Ria; William Greco al piano; la chitarra di Alberto Parmegiani; di Fabio Accardi. (LO)

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