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Admir Shkurtaj Trio _ “Gestures and zoom” – mSlam CD 535

Admir Shkurtaj Trio _ “Gestures and zoom”

Admir Shkurtaj Trio _ “Gestures and zoom”

Admir Shkurtaj (fisarmonica e pianoforte preparato), Giorgio Distante (tromba), Redi Hasa (violoncello) sono i protagonisti di questo interessante album registrato di recente per la Slam. Shkurtaj è il tipico musicista di confine nel senso che la sua musica ha sempre praticato terreni di complessa identificazione, compresi tra la musica moderna, la e quella sperimentale. Diplomatosi nel 1988 in fisarmonica presso il liceo artistico musicale “Jordan Misja” di Tirana, nel biennio successivo studia composizione presso lo stesso Conservatorio
con Thoma Gaqi. A questo punto decide di trasferirsi in Italia, in per l'esattezza, e così dal 1991 prosegue gli studi di composizione presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce dove si diploma nel 1999 con Massimo Gianfreda. Il percorso formativo si completa nel 2009 con il diploma in musica elettronica presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce con Franco De Grassi. Questa breve indicazione dei titoli accademici di Admir ci fa capire che siamo di fronte ad un musicista dalle grandi possibilità e soprattutto con le carte in regola per dire la sua nel pur complesso mondo del jazz di oggi. Per questa fatica discografica ha scelto due partners ben preparati: il connazionale Redi Hasa al violoncello e il trombettista Giorgio Distante a costituire un trio dall'insolito organico e quindi dalle sonorità affatto originali. La musica appare ben strutturata, nonostante la mancanza di temi precisi e quindi il grande spazio lasciato all'improvvisazione: i tre dialogano sulla base di impulsi ritmici, gruppi di note, momenti in cui ritrovarsi e da cui ripartire stabiliti in precedenza. Le possibilità degli strumenti vengono sfruttate sino in fondo senza, tuttavia, alterane l'originale sound cosicché l'incontro tra le sonorità balcaniche (per altro più accennate che esplicitate) e le atmosfere tipiche di certa musica moderna vanno a costituire un unicum tanto affascinante quanto straniante. In tale contesto davvero formidabili le capacità strumentali dei tre con una menzione particolare per il leader che conferma, se pur ce ne fosse bisogno, come la fisarmonica faccia oramai parte, a pieno diritto del linguaggio jazzistico. (GG)

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