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Fly – “Year of the Snake” – ECM 2235

Già recensendo il precedente “Sky & Country” del 2009, sempre per la ECM, avevo posto in risalto come Fly fosse un trio assolutamente fuori del comune data la statura artistica dei tre componenti: Mark Turner al e soprano, Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria, questi ultimi due particolarmente affiatati costituendo da tempo la sezione ritmica di Brad Mehldau . Manca quindi lo strumento armonico per eccellenza, il pianoforte, ma il combo non ne risente e la musica scorre fluida, con armonie leggere, a volte quasi semplicemente accennate, frutto dell'interplay tra il sassofonista e il contrabbassista mente Jeff Ballard si assume il compito di fornire il comune terreno di intesa con un drumming dall'inventiva preziosa ed illuminante. Anche questa volta il repertorio è basato tutto su brani originali composti dai tre con una netta prevalenza di Mark Turner che figura in cinque dei sei brani presentati. Ciò non significa, però, che il sassofonista abbia un qualche ruolo di preminenza se non quello dettato esclusivamente dalle necessità interpretative. Così, confermando la tendenza che si era notata già nell'album precedente, il ruolo di disegnare le linee melodiche viene spartito, quasi paritariamente, tra sassofono e contrabbasso in un alternarsi di ruoli che rende variegata la musica. Dal punto di vista del repertorio, la composizione più interessante è forse “The Western Land”, una sorta di suite che si snoda attraverso cinque episodi inframmezzati dagli altri brani. L'apertura è affidata alla sola penna di Mark Turner che compone secondo stilemi non propriamente jazzistici, avvicinandosi piuttosto alla musica contemporanea. E questo tipo di approccio influenzerà tutte le successive esecuzioni anche se non mancano momenti di chiara impronta jazz. Ad esempio “Benj” evidenzia come i tre provengano da un certo mondo; in “Kingston” all'inizio si ritorna ad atmosfere più cameristiche grazie allo splendido con l'archetto di Larry Grenadier ma successivamente si impone il pulsante andamento ritmico di Jeff Ballard che dà un'impronta precisa all'intero lungo brano.

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