Jazz Club Ferrara – Sabato 5 aprile è di scena l’ardita bellezza del Drew Gress 5et “7 Black Butterflies” featuring Ralph Alessi e Tim Berne

Sabato 5 aprile (ore 21.30) nel tempio estense del jazz è di scena l’ardita bellezza di 7 Black Butterflies, quintetto capitanato dal contrabbassista americano Drew Gress. Completano la formazione quattro stelle della scena contemporanea d’oltreoceano: Ralph Alessi alla tromba, Tim Berne al sax alto, Russ Lossing al pianoforte (sostituto di Craig Taborn per questo tour) e Tom Rainey alla batteria.
Drew Gress, nato in New Jersey nel 1959, è oggi uno dei contrabbassisti più richiesti a livello globale. L’intrigante dinamica, una resa del suono totalmente personale e spiccate doti compositive hanno fortemente contribuito alle registrazioni di artisti quali Uri Caine, Don Byron, Ravi Coltrane, Marc Copland, Fred Hersch, Bill Carrothers, John Hollembeck e molti altri. Ma è dai progetti personali di Gress che la quintessenza creativa emerge cristallina e 7 Black Butterflies (Premonition Records, 2005) ne è un chiaro esempio.
Il leader funge da catalizzatore di un gruppo di primi inter pares in grado di condurre alle vette più alte, in termini di vibrante energia, purezza ed eleganza, i nove brani che costituiscono il cd non solo attraverso una connaturata empatia dei componenti ben sperimentata nel tempo, ma anche grazie all’apporto di sempre nuovi idiomi che costituiscono il miglior jazz improvvisato.
La serata di sabato costituirà altresì l’imperdibile occasione per ascoltare materiale sonoro inedito che confluirà in The Sky Inside in uscita per Pirouet Records nel prossimo mese di maggio.
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Arild Andersen – “Mira” – ECM 2307

Ecco un altro album ECM cui non fa certo difetto la qualità, anzi! Protagonista un trio d’eccezione composto dal contrabbassista norvegese Arild Andersen, dal tenorista inglese Tommy Smith e dal “nostro” Paolo Vinaccia oramai ospite abituale delle produzioni curate da Manfred Eicher. Il trio fu costituito nl 2007 e l’anno dopo incise quell’eccitante “Live At Belleville” grazie a cui il leader Arild Andersen si aggiudicò il “Prix du Musicien Européen 2008” da parte dell’ “Academie du Jazz” francese. Questa volta siamo in studio ma il risultato non cambia: l’incontro tra le due forti personalità – bassista e sassofonista – ottimamente sostenute dal batterista percussionista produce effetti musicalmente straordinari. Tommy Smith, pur denunciando apertamente le influenze di Jan Garbarek, si pone egualmente in continuità con alcuni grandi del passato quali Sonny Rollins se non addirittura Coleman Hawkins. Di qui un eloquio ora fluido ora più meditativo che evidenzia comunque una bella cantabilità con un sound affatto particolare che fa del tenorista di Edimburgo uno dei migliori sassofonisti oggi in esercizio. Dal canto suo Arild è un vero e proprio monumento vivente dell’arte contrabbassistica: ogni nota emessa dal suo strumento ha un peso specifico nel sostenere l’insieme dal punto di vista sia armonico sia ritmico, senza che si avverta la benché minima sensazione di ripetitivo o, peggio ancora, di qualsivoglia pattern. Paolo Vinaccia è ancora quel fantasioso batterista che abbiamo imparato a conoscere in tutti questi anni, semplicemente perfetto soprattutto quando si trova ad operare con artisti che conosce assai bene come in questo caso. Il repertorio dell’album si fonda quasi esclusivamente su composizioni dello stesso Andersen, con l’aggiunta di due brani firmati da Tommy Smith e Paolo Vinacca l’uno e dal solo Smith l’altro, con l’aggiunta della sempreverde “Alfie” di Burt Bacharach: nell’interpretazione di questo brano il trio si esalta con un Tommy Smith che mette in campo tutta la sua liricità.