Classica. L’avvenire nel passato

Habemus papam

Chi può stabilire cosa sia, in musica, il sacro ?

Giorgio Federico Ghedini scrisse nel 1943 il suo “Concerto Spirituale”, dedicato a Petrassi, su testi di Jacopone da Todi, che reputo una delle più belle pagine di musica sacra di ogni tempo. Un’opera che fonde tutti i pensieri nella sola immobilità della presenza divina, creando un’emozione tangibile. Tuttavia egli non era praticante, forse neppure credente.

Per più di un millennio la cristianità è stata portatrice di valori musicali straordinari. Un fatto tanto evidente da venire messo in dubbio talora con punte di grottesca acrimonia. In un suo libro il matematico Piergiorgio Odifreddi, “tuttologo” e fervente anticlericale, stigmatizzava a tal punto la Chiesa e la sua musica da invitare, niente meno, tutti coloro che oggi intonano il “Sanctus” a vergognarsene in nome delle vite che sarebbero state annientate al suono di tale canto.

Forse la ragione del professore è percossa dalla propria astuzia, o sarà che, per quanto mi riguarda, “la lampe de mon coeur file et bientôt hoquète à l’approche des parvis” come recita un verso di Andrè Breton, di certo non occorre essere cattolici ferventi per affermare che, senza la Chiesa, la storia della musica occidentale sarebbe stata diversa e, secondo me, molto meno significativa.

Nel medioevo fiorì in seno alla Chiesa un pullulare di stili che incorporavano diverse tradizioni. San Gregorio Magno collazionò molti di questi canti nell’Anthiponarius Cento, che includeva anche opere sue.

Ecco codificarsi il Canto Gregoriano che può essere definito anche uno dei più alti esiti nell’arte di rivestire di suoni un testo. L’Antiphonarius ha il merito di averci preservato per iscritto una grande letteratura (andò perduto durante le invasioni barbariche e poi tornò in voga grazie a Pipino il Breve e a Carlo Magno, che centralizzarono anche l’Amministrazione e il Diritto Canonico). Cionondimeno l’opera di Gregorio uniformò gli stili delle varie regioni, colmando le differenze; si trattò di un’operazione musicalmente violenta, per quanto necessaria.

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