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Uno dei tanti paradossi che affliggono il mondo del jazz italiano – l’abbiamo sottolineato più volte – è che, a fronte di risorse sempre più scarse, il numero dei festival dedicati a questa musica è sempre molto elevato. Ma – questo si potrebbe obiettare – è un bene per il jazz … peccato che molti di questi festival siano assolutamente inutili nella misura in cui non sono supportati da alcuna progettualità limitandosi a mettere assieme una serie di nomi importanti giusto per fare cassetta, senza dare spazio alcuno a musicisti locali.

A questa logica sfugge “Udin&Jazz”, in programma dal 24 giugno al 31 luglio, giunto quest’anno alla sua venticinquesima edizione.

Scorrendo i programmi di questi 25 anni ci si può rendere conto di quanti straordinari artisti internazionali siano passati sui palcoscenici del Festival e soprattutto di quanti gruppi regionali siano stati promossi da Udin&Jazz, mettendo il Friuli al centro della scena musicale nazionale, contribuendo altresì alla nascita di una vera e propria rete di saperi e mestieri legati alla musica jazz.

Non a caso il direttore artistico della manifestazione, Giancarlo Velliscig, può affermare che
“Udin&Jazz festeggia l’edizione d’argento tra stelle del pianoforte e icone della storia della musica mondiale, senza trascurare l’attenzione al territorio e l’attitudine del Friuli Venezia Giulia all’accoglienza. Un’edizione davvero importante, a testimoniare l’eccellenza della manifestazione, la più longeva in regione, e punto di riferimento dell’intero panorama nazionale del jazz”.

Udin&Jazz tocca, quindi, un traguardo fondamentale, e onora il suo 25esimo anniversario con un palinsesto di grosso rilievo.
Oltre 20 i concerti su vari palcoscenici in città e in provincia, concerti che stanno ottenendo un ampio riscontro di pubblico sin dalle prime giornate d’apertura delle prevendite, a cominciare dai due “profeti del Tropicalismo”: Caetano Veloso e Gilberto Gil, ospiti a Villa Manin (con l’Azienda Speciale si rinnova una preziosa collaborazione per questo concerto-evento). Il 19 luglio, unica tappa del Nordest, nuovamente insieme per il concerto: “Two Friends, one Century of Music”, l’esploratore sonoro di Bahia e il passionale tropicalista ripercorrono mezzo secolo di carriera (e di amicizia), un viaggio che ha rivoluzionato la cultura musicale sudamericana e occidentale.

Ed è sui tasti bianchi e neri che si giocano altre eccellenze di questa storica edizione del festival: il primo luglio, al Castello di Udine, sale sul palcoscenico Hiromi. L’acclamata pianista e performer giapponese spopola sulle scene di tutto il mondo per la sua verve improvvisativa e per generosità, rigore e disinvoltura nella ricerca sonora. Con lei l’eclettico chitarrista e bassista Anthony Jackson e il batterista Simon Philips, trio veramente stellare!

Ancora pianoforte (anzi due pianoforti!) venerdì 3 luglio, sempre al Castello, con una “strana coppia” di indiscutibili e celebrati interpreti. Enrico Pieranunzi (firma prestigiosa della migliore scena jazz nazionale) e Bruno Canino (vero mito del pianismo classico, con una carriera di successi, da oltre cinquant’anni, sulle più importanti platee del mondo), insieme in un affascinante viaggio musicale nella musica dal primo Novecento, da Milhaud a Piazzolla, a Gershwin.

Lunedì 20 luglio, ancora al Castello, Stefano Bollani; con “Sheik Yer Zappa” Bollani rende omaggio ad uno dei più grandi geni del Novecento, Frank Zappa, che quest’anno avrebbe compiuto 75 anni. A restituire il sarcasmo e la potenza di Zappa, insieme a Bollani, sono tre grandi musicisti: Jason Adasiewicz al vibrafono, Paul Santner al contrabbasso e Jim Black alla batteria.
Ancora tra i tasti bianchi e neri, una delle più grandi emozioni che il festival si appresta a riservare al pubblico: è Chick Corea a salire sul palcoscenico del Castello, a chiudere il festival il 31 luglio. Icona assoluta della musica universale, Corea è il quarto artista al mondo più nominato ai Grammy Awards (quest’anno ne ha vinti due per il miglior assolo e per il miglior disco strumentale) e universalmente riconosciuto tra i migliori pianisti a livello planetario.

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Ma ancora altre vere leggende vanno citate nel corpo della kermesse: Ron Carter (atteso il 29 giugno a Corte Palazzo Morpurgo) è tra i contrabbassisti più geniali e dallo stile più personale della storia del jazz.

Una digressione verso il rock-blues è quella che ospita, martedì 30 giugno al Castello, Carl Verheyen in trio: “top ten guitarist” per svariati anni (Classic Rock Magazine), Verheyen ha infiammato platee sterminate di fan, militando a lungo nei Supertramp (di nuovo in tour quest’anno!) e ha collaborato, tra gli altri, con stelle come BB King, Belinda Carslile, Cher.

Come di consueto il festival si sposta anche in provincia con i concerti “itineranti”, anch’essi quest’anno tutti particolarmente importanti: ad inaugurare questa fase (Cervignano, Teatro Pasolini, 24 giugno) è il chitarrista Kurt Rosenwinkel (collaboratore di Brad Mehldau, Paul Motian, Joshua Redman), con il suo dirompente quartetto. A seguire (nella piazza Grande di Palmanova, il 26 giugno) la prima assoluta del progetto della Zerorchestra di Pordenone (con la Filarmonica Città di Pordenone) “Note in movimento”, che accompagna le immagini di “Berlino – Sinfonia di una grande città” di Walter Ruttman (1927).

E le eccellenze continuano anche nel contesto dei musicisti regionali, rispetto ai quali il Festival ha sempre voluto essere un riferimento e una “vetrina” accogliente e promozionale. Renato Strukelj (che ospita nel suo trio il sassofonista Maurizio Gianmarco) suona il 29 giugno alla Corte Morpurgo (nella fascia preserale); il flautista pordenonese Massimo De Mattia è il 30 giugno, sempre in Corte Morpurgo, con il progetto sperimentale “The erotic variations” con Luca Grizzo alla voce e Alessandro Turchet alla batteria.

Zaninotto, Chicco, Watson Organ Trio propone il lavoro discografico “Walking on the cool Side” (recente prodotto discografico della formazione guidata dal sax man udinese), il primo luglio, mentre il 2 luglio è la volta dei Barabba’s (Durizzotto, Pacorig, Todesco e Mansutti) che, tra il free e il prog, ospitano nella loro performance anche la voce recitante di Aida Talliente; il 3 luglio il trombettista Mirko Cisilino, con il suo gruppo (Orefice, Vignato, Magatelli, Mansutti) presenta il primo lavoro discografico da lui firmato: “Malkuth”. Prosegue poi la collaborazione con Caligola di Mestre della cui scuderia Udin&Jazz propone, sabato 4 luglio, il batterista Marcello Benetti che presenta il suo interessante Shuffled Quartet, con Jeff Albert al trombone, Dan Kinzelamn al sax e clarinetto, Helen Gillet al violoncello, al secondo lavoro discografico (“From East to West”).

La concomitanza con la Notte Bianca porta infine alla esplosiva proposta, con la grande verve tra swing e ska, dei ragazzi della North East Ska Jazz Orchestra che presentano il loro primo album “Stompin’ & Rollin’”; a chiudere la festosa serata in Castello, tocca al country-blues dei giovani e dinamici Blue Cash.

Venerdì 31 luglio, ultima giornata del festival, è il pianista Juri Dal Dan, con il suo trio (Romano Todesco al contrabbasso, Alessandro Mansutti alla batteria) a presentare il nuovo progetto, con la speciale partecipazione di Francesco Bearzatti al sax, a salutare il pubblico, in orario preserale, nella Corte di Palazzo Morpurgo.

Il festival, inoltre, è motore di due produzioni: il progetto di Aiar di Tuessin, rinnovato incontro tra jazz e la migliore poesia in friulano, firmato e prodotto da Euritmica, con la voce di Alessandra Kersevan e la storica band Cojaniz, Zaninotto, Todesco, U.T. Gandhi, in programma in Corte Morpurgo, in fascia serale, il 2 luglio e “Armenian Dreams”, una nuova produzione della NION Orchestra con Alexander Balanescu e Arto Tunçboyacıyan (vocalist e percussionista di Joe Zawinul e leader dell’Armenian Navy Band), che si presenterà in prima assoluta al Mittelfest 2015 di Cividale, a fine luglio.

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