Fo(u)r Classic Jazz cd cl208 – 2014

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the night has a thousand eyesSono veramente pochi i casi in cui si riescano a conciliare (arrivando ad alti livelli) più passioni, o ambiti di studio, o interessi, o professioni. La maggior parte delle volte ci troviamo davanti ad individui che fanno benino un po' di tutto, che volano superficialmente su varie passioni senza approfondirne veramente nemmeno una, e che propinano presunte perle contemporaneamente, per poi passare oltre, per poi tornare indietro, spacciando tutto questo svolazzare (senza mai posarsi) di fiore in fiore per “eclettismo”. Una delle eccezioni a questo modo di essere si chiama Angelo Adamo. E' di certo un astronomo. E' di certo un bravissimo disegnatore. Ed è di certo un ottimo strumentista: suona l' armonica cromatica e il Jazz. 
E così Angelo Adamo ha realizzato un cd, che raccoglie dodici famosi standard (dodici come le costellazioni) che hanno un legame con il cielo, con la luna, con le stelle. E la copertina se la è disegnata da solo. Con lui in questa piacevolissima ora di musica dolce, rilassante, ma mai esile o scontata, ci sono Guido Di Leone alla chitarra e Francesco Angiuli al contrabbasso.

L' armonica di Adamo accarezza temi oramai quasi leggendari senza troppo stravolgerli: la freschezza è nel timbro del suo strumento, negli armonici che fa librare nell' aria, nella voce talvolta ruvida e quasi indolente che viene impressa alle melodie. Gli intrecci con chitarra e contrabbasso, apparentemente semplici, sono in realtà raffinati ed intensi.
E allora godetevi “Stardust” la voce graffiata dell' armonica da subito si intreccia con le note gravi del contrabbasso , rese con l' arco, e con gli accordi dolci della chitarra: e che il tema poi si svolga sul registro basso dell' armonica è una scelta suggestiva e inaspettata . “Old devil moon” è resa con una doppia valenza ritmica, swingante e in stile bossa nova, che curiosamente si alternano nell' inciso e nella strofa, e in cui l' improvvisazione in duo chitarra e contrabbasso è godibilissima così come l' assolo di armonica .

Poi arriva “Moon and Sand”, che dopo una intro poetica di chitarra e contrabbasso, si svela ad un' armonica che è quasi una voce umana, e racconta, interpreta, si accalora o piange. Il solo di contrabbasso di Angiuli è lirico, e quello della chitarra di Di Leone “cammina oltre” , fa procedere la musica nel suo racconto dopo che essa si è come fermata a guardarsi intorno. In “East Of the Sun and West of the Moon” il timbro dell' armonica è più “pulito” e netto su una sola voce, e infatti il esegue il brano con un intento musicalmente brioso e swingante . “The Midnight Sun” è ancora diversa, quasi sorniona, e di un romanticismo un po' ironico: i glissati e le ruvidezze dell' armonica di Adamo in questo caso sono quasi enfatici, di colui che la sa lunga e ti racconta una storia calcando un po' la mano per .. fare colpo.” Look to the sky “ è Jobim in tutta la sua tranquilla bellezza, e l' armonica lo accarezza, e così fa il contrabbasso nel suo assolo sostenuto da una chitarra volutamente strutturata in un accompagnamento semplice e netto: un tributo “affettivo” alla bossanova. E ancora “How High the Moon”, anch' esso come “Old Devil Moon” ritmicamente bipartito ritmicamente e tutt' altro che scontato. “Moonlight in Vermont” è tutto atmosfera, da sedia a dondolo su una veranda di legno la sera: l' armonica è placida e intensa e, semplicemente, sembra descrivere un cielo e bearsene. “In Stars Fell on Alabama”, gli strumenti si dividono strofe ed inciso, chiacchierano tra loro passandosi la staffetta quasi danzando, in quel ¾ così leggiadro. “Moonlight Serenade” viene introdotto dalla chitarra. Alla seconda esposizione del tema l' armonica lo ripresenta completamente da sola , con un timbro aspro e suggestivo, per poi riconciliarsi con chitarra e contrabbasso. Un contrabbasso che decide di fare solo le note essenziali, generoso e fondamentale . Il che vuol dire un continuo equilibrio di suoni e di timbri che rendono l' ascolto cristallino ma mai scontato. “Blue Moon” è volutamente resa nel modo più fedele possibile, canticchiata, per divertimento, giocosa e leggera. E infine il brano che dà il titolo al cd, “The night has a Thousand Eyes” : il contrabbasso quasi fisso insiste sulla dominante, saltando da un' ottava all' altra e l' atmosfera è quasi sognante.

Cosa si trae da queste osservazioni? Che questo trio è armonicamente equilibrato ed empatico e per nulla monocorde. E anche: quanto può essere espressivo di mille suggestioni un piccolo strumento come l' armonica cromatica. In più se chi la suona ha un così eclettico approccio alla realtà, in quanti modi può raccontare il cielo. Spiegandolo, suonandolo, disegnandolo. E quando suona, lo spiega e lo disegna… con la musica. E ognuno vi ascolterà un po' del proprio cielo. Buon ascolto, a proposito!

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