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I NOSTRI CD

Tornano disponibili le perle Xanadu Records. Gli appassionati di jaz ricorderanno certamente questa gloriosa etichetta attiva tra gli anni settanta ed ottanta, fondata da Don Schlitten già produttore di molti album per la Impulse e numerose altre etichette. Il nome Xanadu è lo stesso che Orson Welles aveva dato al castello di Citizen Kane (Quarto Potere), in cui egli ospitava i suoi tesori d'arte. Welles a sua volta aveva preso il nome dalla fastosa città fatta edificare dal Kublai Khan dopo essere diventato imperatore della Cina. Il nome Xanadu significa quindi bellezza artistica ed è per questo che Schlitten l'aveva scelto per la sua etichetta, che egli stesso considerava il suo capolavoro.
La collana Xanadu Master Edition ripropone, quindi, le straordinarie registrazioni del catalogo Xanadu Records, tra cui diversi titoli ormai introvabili o presentati per la prima volta su CD. La realizzazione di questa collana ha comportato uno straordinario lavoro per ripristinare la maggior quantità di materiale possibile dalle registrazioni originarie , alcune delle quali purtroppo sono andate distrutte dall'uragano Sandy quando ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti nel 2012. L'obiettivo della serie Xanadu Master Edition è, quindi, far riscoprire agli appassionati di jazz di tutto il mondo delle straordinarie registrazioni che rischiavano di andare perdute.
In questa sede vi proponiamo tre eccellenti titoli.

Al Cohm Billy Mitchell, Dolo Coker, Leroy Vinnegar, Frank Butler – “Night flight to Dakar” (+ Xanadu in Africa) – XANADU MASTER EDITION
8435395500323 906075 2 CD
Questo doppio CD contiene una serie di brani registrati durante un tour in Africa occidentale coordinato dal Dipartimento di Stato americano alla fine degli anni '70. In realtà si tratta di due album già pubblicati nel 1980 e che costituiscono la testimonianza di un gran collettivo comprendente Al Cohn e Billy Mitchell al sax tenore , Frank Butler alla batteria, Leroy Vinnegar al basso e Dolo Coker al piano, ovvero quanto di meglio la Xanadu potesse offrire in quel periodo. Al Cohn, venuto alla ribalta nella band di Woody Herman, si è affermato come uno dei più talentuosi tenorsassofonisti della storia del jazz anche se ai più è noto soprattutto per la sua lunga e fruttuosa collaborazione con Zoot Sims. Dal canto suo Billy Mitchell, che probabilmente non ha ottenuto i riconoscimenti che merita in quanto troppo spesso si è lasciato inglobare in grossi organici non avendo così modo di esprimere appieno le proprie potenzialità, in queste registrazioni riesce finalmente ad affermare appieno la sua statura artistica. I due tenoristi dialogano fittamente evidenziando un'intesa non comue: li si ascolti specialmente in “Blues Up and Down” scritto non a caso per due tenori da Gene Ammons e Sonny Stitt; il brano è altresì impreziosito prima da un lungo intermezzo in trio (pianoforte, batteria e contrabbasso) e quindi da centrati assolo di Leroy Vinnegar e Frank Butler. Ma oltre al quintetto a pieno organico, abbiamo l'opportunità di apprezzare il pianista Dolo Cooker in trio accompagnato da Frank Butler e Leroy Vinnegar; splendida la loro riproposizione di una delle più suggestive ballad degli anni '40 “Don't Let Catch You Crying” di Joe Greene. Comunque, al di là dei singoli brani, a trascinare l'ascoltare è l'atmosfera che si percepisce e che viene ben compendiata nel booklet di sedici pagine che accompagna il doppio album.

Barry Harris – “Plays Tadd Dameron” XANADU MASTER EDITION 8435395500286 906071 SUPERJEWELBOX 2015
2Barry Doyle Harris è pianista bebop assai noto nel mondo del jazz anche per la sua attività di educatore. In questo CD lo ascoltiamo con Gene Taylor al basso e Leroy Williams alla batteria, in un sentito omaggio al leggendario compositore be bop Tadd Dameron, registrato a New York il 4 giugno del 1975. Otto brani, tutti composti da Dameron, che evidenziano la sagacia compositiva di questo straordinario personaggio che forse non ha ottenuto gli onori e i riconoscimenti che avrebbe meritato. In effetti il suo talento per sinuose linee melodiche e sofisticate armonie ha prodotto alcuni veri e propri capolavori come, tanto per citare qualche titolo, “Hot House”, “The Chase” e “Our Delight” brani, tutti, contenuti nell'album in oggetto. Brani che da sempre hanno costituito una sorta di veicolo ideale per l'improvvisazione dei solisti. E al riguardo Barry Harris li interpreta al meglio sciorinando quel pianismo allo stesso tempo delicato e deciso che ne ha fatto uno dei migliori esponenti del piano-jazz. La sua capacità di improvvisare sulle note di Dameron, nulla facendo perdere all'originaria bellezza dei temi, è sorprendente così come l'intesa con i compagni d'avventura. Non a caso, quando l'album uscì, il critico Scott Yanow definì Barry Harris “il musicista perfetto per interpretare la musica di Tadd Dameron”. E non c'è dubbio alcuno che se Dameron fosse stato vivo quando l'album fu pubblicato avrebbe apprezzato il lavoro di Harris. Ovviamente anche la sezione ritmica ha svolto un eccellente lavoro. Il batterista Leroy Williams, dopo essersi traserito a New York dalla natia , lavorò con Harris a partire dal 1969 mentre il contrabbassista Gene Taylor fu uno dei pilastri di una delle miglori band di Horace Silver meritandosi parole di grande apprezzamento da parte del leader. Un'ultima non secondaria notizia: l'album contiene le note di copertina originali di Mark Gardner

Sam Most – “From the Attic of My Mind” – XANADU MASTER EDITION 8435395500316 906074 SUPERJEWELBOX
3Splendido album del flautista Sam Most accompagnato da Kenny Barron al piano, George Mraz al basso, Walter Bolden alla batteria e Warren Smith alle percussioni.
Samuel “Sam “ Most viene a ben ragione considerato da Leonard Feather “probabilmente il primo grande flautista jazz “. Attivo in un primo tempo tra il 1953 e il 1958 con etichette di prestigio quali Debut, Vanguard e Betlemme. In questo periodo Most contribuì in maniera determinante allo sviluppo e alla modernizzazione del linguaggio flautistico nell'ambito del jazz. Sucessivamente, come troppo spesso si verifica, cadde in una sorta di oblio generale da cui riemerse, prepotentemente, alla fine degli anni Settanta registrando sei album sull'etichetta Xanadu. E furono proprio queste registrazioni a comserntirgli di raggiungere quella fama e quella considerazione che avrebbe già meritato decenni prima. L'album “From the Attic of My Mind”, registrato presso gli studi RCA di New York il 25 aprile del 1978, è stato l'ultimo lavoro per la Xanadu e ci consegna un Sam Most in splendida forma. In programma otto composizioni originali dello stesso flautista equamente divise tra blues, ballads e pezzi ritmicamente più sostenuti che ci offrono una chiara visione di quanto fosse ampio lo spettro compositivo del flautista. E la particolarità per cui Most si decise, finalmente, a registrare un album contenente solo sue composizioni la si deve al pressante invito del produttore Don Schlitten che, ben conoscendo le sue capacità compositive, lo spinse lungo questa strada con risultati, come si ascolta, davvero ottimi tanto che molti considerano questo “Attic” il migliore album di Most . In effetti il flautista evidenzia una tecnica ed una sensibilità straordinarie: ilsuo linguaggio si adatta perfettamente alle atmosfere suggerite dal materiale tematico senza la benché minima sfasatura, senza che una sola nota appia fuori posto, senza forzatura alcuna. E ascoltandolo con attenzione si percepisce bene quale e quanta sia stata la sua influenza sui flautisti “moderni”. Accanto a lui una sezione ritmica semplicemente stellare, con personaggi ben a ragione considerati dei fuoriclasse nei rispettivi strumenti. Anche in questo caso abbiamo l'opportunità di rileggere le originarie note di copertina di Pete Welding.

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