Intervista a Renzo Ruggieri su “La Coupe Mondiale” in programma dal 6 all’11 ottobre

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Kimmo Mattila Renzo Ruggieri 2 Una bella veduta di Tyrku

Siete amanti della fisarmonica? Avete un po’ di tempo… e di soldi a disposizione? Allora non potete perdere l’appuntamento fissato dal 6 all’11 ottobre a Turku, splendida città di circa 200 mila abitanti situata nella regione del Varsinais-Suomi nella Finlandia sud-occidentale, per l’annuale appuntamento con la “Coupe Mondiale” giunta alla 68° edizione.

L’evento, organizzato dalla CIA (Confédération International des Accordeonistes), rappresenta la più prestigiosa competizione internazionale dedicata ai fisarmonicisti “non professionisti”; la prima edizione si svolse nel 1948 e da allora viene organizzata ogni anno in diversi Paesi, dalla Nuova Zelanda al Canada… alla Norvegia. In Italia si è svolta tre volte di cui l’ultima nel 2013 a Spoleto.

La competizione si articola in diverse categorie che includono musica classica, musica “virtuoso” (ove è compreso il jazz), musica d’insieme e da qualche anno anche la categoria per Fisarmonica Digitale nata grazie alla collaborazione tra la CIA e la Roland. Insomma si tratta di una eccezionale vetrina che consente ai migliori giovani fisarmonicisti di tutto il mondo di presentare al pubblico e alla critica la loro musica.

Per saperne di più abbiamo intervistato un amico di “A proposito di jazz”, il fisarmonicista Renzo Ruggieri che, in qualità di didatta, presenta a Turku anche questa volta alcuni suoi allievi.

-Qual è l’effettivo rilievo internazionale di questa manifestazione?
“Ogni anno si svolge questa Coppa in una nazione diversa e ogni Paese opera una accurata selezione per scegliere i giovani da inviare; si tratta di un appuntamento della massima importanza: la Coppa è molto ben strutturata grazie anche alla meritoria attività della CIA (Confédération International des Accordeonistes) che vanta un segretario di grande efficacia e professionalità, Kimmo Mattila, che oltre ad essere un valente musicista è anche un eccellente organizzatore. L’importanza della manifestazione è dimostrata tra l’altro dal fatto che, storicamente, i vincitori hanno poi avuto una rilevante carriera solistica”.

-Puoi spiegarci meglio l’importanza, dal punto di vista prettamente musicale, di Kimmo Mattila?
“Certo. Lui vive in una località che si chiama Ikaalinen dove organizzano un festival internazionale della fisarmonica che può contare un numero davvero smisurato di ascoltatori e dove hanno suonato un po’ tutti. Io ho suonato… Galliano vi ha suonato più volte. In occasione del festival si svolge una trasmissione televisiva in diretta nazionale, tipo ‘Ballando con le stelle’, ma dedicata alla fisarmonica… uno show di valore e di grande successo”.

-Come si colloca la Finlandia nel panorama internazionale per quanto concerne la fisarmonica?
“Frequento la Finlandia da diversi ani ma certo non per questo mi sento un esperto della loro cultura; tuttavia credo di poter egualmente dire qualcosa. La Finlandia è un paese piccolo al cui interno si notano degli elementi particolarmente importanti per la loro modernità e attualità. Nello stesso tempo loro vivono in un modo abbastanza tradizionale. Ecco, tutto ciò si riflette nella musica che da un lato guarda in avanti molto più che in altri Paesi, dall’altro conserva forti legami con la tradizione, con il proprio patrimonio sia folclorico sia classico. Di qui scuole molto innovative: ad Helsinki c’è una delle più importanti università (Sibelius) che include la fisarmonica ma anche una delle prime lauree per la musica etnica”.

-Ma dal punto di vista strumentale, qual è il livello dei fisarmonicisti?
“Mediamente piuttosto alto con qualche punta di assoluta eccellenza”.

-Questi risultati dipendono dal fatto che c’è un’istruzione di base elevata o da una propensione particolare verso questo strumento?
“Penso che dipenda dalla organizzazione delle scuole: per quanto loro siano europei, sono pur sempre al confine con la Russia e risentono – positivamente – della pragmatica organizzazione musicale che caratterizza l’Est. Insomma le cose si fanno seriamente per cui anche se la fisarmonica continua ad essere uno strumento “popolare” viene affrontato nella maniera più colta possibile”.

-Come forse saprai, il Paese al mondo in cui il tango viene maggiormente seguito, amato ed apprezzato dopo l’Argentina è proprio la Finlandia. Come te lo spieghi? C’è un qualche nesso con la passione per la fisarmonica?
“Francamente questa particolarità non la conoscevo anche perché mi sono interessato al tango solo molto tardi, era una sorta di rifiuto: come musicista non volevo seguire la moda imperante fino a qualche anno fa, sulla scorta del successo ottenuto prima da Astor Piazzolla e poi da Richard Galliano. Comunque ci sono alcuni elementi da considerare. In Finlandia l’influenza del clima è davvero forte: lì c’è una delle regioni più belle al mondo durante la stagione invernale, la Lapponia… fa molto freddo, durante l’inverno fa buio ma ci sono dei colori straordinari. Di converso Helsinki è una delle città più moderne d’Europa nonostante sia a misura d’uomo. Insomma questo popolo è mite ma allo stesso tempo ama l’estremo. Paradossalmente la definizione migliore dell’italianità me l’hanno data dei finlandesi”.

-Vale a dire?
“Loro hanno notato che noi italiani abbiamo questo approccio alla musica con molti contrasti, con personalità. Chi può notare queste cose se non chi desidera averle? E qual è il genere musicale che più ne ha fatto legge? Il tango, naturalmente… quindi immagino che questo popolo sia rimasto seriamente impressionato dal tango perché portatore di quell’estremo cui prima facevo riferimento”.

– Quali sono, a tuo avviso, i fisarmonicisti finlandesi che hanno rappresentato qualcosa di importante nell’evoluzione di questo strumento?
“Non essendo un critico ma un musicista ti posso rispondere solo sulla base di quelli che sono i miei gusti. Ebbene, sotto questo aspetto ti posso dire che ho sempre notato nei musicisti finlandesi una forte ricerca di identità, data dal fatto che ricercano costantemente una originalità musicale. E quando c’è il talento questa cosa vien fuori. Mi viene in mente la Maria Kalaniemi che nella world music ha saputo farsi strada in ambito internazionale semplicemente riprendendo quella che è la sua cultura, suonando cioè una musica che è veramente popolare; fra l’altro lei ha fatto moltissimi dischi con un pianista, Timo Alakotila, il quale, benché sia poco noto a livello internazionale, ha tuttavia rappresentato l’anima di tutto il progetto. Ecco questo per dirti che loro fanno tutto molto seriamente.”

-E nel campo della classica?
“Per quanto concerne la musica classica mi viene in mente il nome di Mika Väyrynen, personaggio tra i più controversi nel mondo della fisarmonica anche perché lui è uno di quelli che dice ‘se un operaio lavora otto ore al giorno, perché io non devo studiare il mio strumento otto ore al giorno?’ E’ uno che riesce a sfornare un disco l’anno di musica classica. Fatto veramente straordinario: dopo che hai fatto tre, quattro, cinque dischi di quel livello vai fuori di testa… lui, imperterrito continua a incidere mantenendosi su livelli di assoluta eccellenza. Un altro personaggio è Kimmo Pohjonen (si esibirà a Turku il 7 ottobre): lui ha deciso di fare delle ricerche sulla fisarmonica e ha iniziato a suonare un tipo di musica difficile da definire, forse minimalista… non so… in realtà lui prende dei loop che genera con la fisarmonica (suoni ed effetti) e va in crescendo producendo sonorità molto interessanti. Partendo da queste basi, Kimmo ha messo su degli spettacoli veri e propri: gira con il suo fonico, con il suo tecnico delle luci sì da fornire al pubblico qualcosa allo stesso tempo musicalmente valido e di particolare suggestione. E quando faccio dei master-class i miei alunni me ne parlano spesso e lo considerano una sorta di icona della fisarmonica”.

-Questi master – class li fai in Italia o anche in Finlandia?
“No, ne faccio spesso anche lassù. Attualmente ho addirittura un’allieva finlandese con la quale facciamo lezione settimanalmente tramite skype e poi, prima di appuntamenti particolarmente importanti, viene in Italia per mettere a punto il materiale. Ad esempio in questo particolare istante lei è in Cina a partecipare ad una importante competizione e ci sentiamo tramite Internet per le ultime rifiniture”.

-Vogliamo citarla per nome?
“Certo, si chiama Viivi Saarenkyla e tre anni fa ha vinto il concorso finlandese per la “virtuoso music”, categoria che convoglia tutto ciò che non è classica quindi anche il jazz, tango, popolare. Questa stessa ragazza lo scorso anno ha vinto il concorso internazionale di Castelfidardo che è considerato il più importante al mondo e proprio quest’anno è uscito il suo primo album che dovrebbe chiudere la fase dello studio per avviarsi ad una carriera professionale che si apre sotto i migliori auspici.”

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