Vinicius Cantuaria La forza dell’interpretazione

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Tenere viva l’attenzione del pubblico per oltre un’ora semplicemente con chitarra acustica e voce , su un repertorio affascinante, ma fin troppo omogeneo, come il songbook di Antonio Carlos Jobim, è impresa certo non facile. Bisogna, quindi, dare atto a Vinicius Cantuaria di aver portato a casa , lunedì sera, alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, una performance di sicuro livello. Non a caso il pubblico l’ha lungamente applaudito e lui ha risposto generosamente concedendo due bis.

Il concerto, inserito nell’ambito del Roma Jazz Festival, ci ha dunque confermato un eccellente chitarrista e un vocalist che fa dell’interpretazione il suo punto di forza. In effetti Vinicius non è certo dotato di grandi mezzi vocali, spesso sui registri gravi lo abbiamo sentito piuttosto incerto, ma a queste carenze ha sopperito con una grandiosa musicalità e una capacità interpretativa non comune. In effetti la lettura di Jobim da parte di Cantuaria è interessante in quanto si svolge su due piani: da un canto c’è l’amore, l’affetto dichiarato per questo grande compositore le cui opere vengono quindi eseguite con grande rispetto quasi filologico; dall’altro c’è però la personalità di Vinicius che alle volte si allontana dal modello per proporne una visione diversa, senza nulla perdere dell’originaria valenza. Esemplare, al riguardo, il modo in cui ha saputo porgere un brano celebre come “Felicidade”.

Ma tutto ciò non lo scopriamo certo adesso: chitarrista, cantante, percussionista, compositore  di talento, Vinicius (classe 1931) può vantare collaborazioni celebri con artisti del calibro di  David Byrne, Arto Lindsay, Laurie Anderson e Bill Frisell. Originario di Manaus , città amazzonica, è, però, cresciuto a Rio de Janeiro, che ha lasciato a metà degli anni ’90 per  trasferirsi a New York, dove tuttora vive. Profondamente influenzato dalla bossa nova e da tutto il panorama musicale brasiliano, Cantuaria è oggi uno dei musicisti brasiliani maggiormente considerati in tutto il mondo . Ciononostante solo adesso si è deciso ad incidere tutto un album dedicato all’illustre compatriota Antonio Carlos Jobim, segno evidente del rispetto verso questo artista e delle difficoltà insite in un’operazione del genere. Comunque l’album, in cui Cantuaria è affiancato da stelle di primaria grandezza provenienti non solo dal mondo del jazz come il chitarrista Bill Frisell , il pianista Ryuichi Sakamoto , i vocalist Joyce e Melody Gardot, i chitarristi Chico Pinheiro, Celso Fonseca e Ricardo Silveira, il bassista Jyoji Sawada , Ryoji Orihara al basso elettrico e Ayumi Hashimoto al violoncello, sta ottenendo uno straordinario successo di pubblico e di critica. E proprio sulla scorta di quest’album e quindi del mondo di Jobim, Cantuaria ha costruito questo spettacolo in splendida solitudine che sta proponendo alle platee internazionali ivi compresa Roma. Così, lunedì, in rapida successione, abbiamo ascoltato una ventina di composizioni di Jobim, tra cui “Ligia” , “Só danço samba”, “Eu não existo sem você” “Ela è carioca”, “Insensatez” … fino alla celeberrima “Garota de Ipanema”, tutte accolte da un pubblico evidentemente fine conoscitore della bossa nova e di Jobim.