La prima puntata su John Lennon

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Delitti Rock - Massimo Ghini

Delitti Rock - Massimo Ghini

Come ben sapete, nonostante questo sito sia dedicato al jazz, tuttavia di volta in volta mi consento qualche digressione in altri campi.. specie quando c’è di mezzo “mamma RAI”. In effetti sono talmente rare le occasioni in cui la RAI produce qualche programma musicale di qualità che, quando c’è la possibilità che ciò avvenga, è opportuno parlarne. Così durante tutto il periodo estivo è stato ampiamente pubblicizzato il programma “Delitti Rock” che ha preso finalmente il largo  lunedì 19 settembre, in seconda serata su Rai2.

La serie televisiva ideata dal giornalista e critico musicale Ezio Guaitamacchi e condotta da Massimo Ghini, ha come obiettivo dichiarato quello di far  luce su alcuni casi irrisolti della storia del rock: la partenza con John Lennon per poi arrivare ai nostri giorni, con l’improvvisa morte di Amy Winehouse… e poi Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Elvis Presley, Michael Jackson… per un totale di dieci puntate.

Il programma si caratterizza per l’alternarsi di immagini di repertorio, foto rare se non inedite, scene girate nei luoghi in cui si sono svolti i fatti, documenti, testimonianze, interviste esclusive, il tutto raccontato, sottolinea Guaitamacchi,  “in modo rispettoso e poetico, senza fantasie né forzature. Non ce n’è bisogno: la storia del rock è talmente fantasiosa, incredibile, a volte persino surreale, che neppure il miglior sceneggiatore hollywoodiano poteva inventarsi di meglio”

Ma come è andata la prima puntata? Francamente non troppo bene. In effetti sulla morte di Lennon c’era ben poco da scoprire: sappiamo tutti come è andata e non c’erano misteri da chiarire. Così, sul piano dei contenuti, l’unica cosa davvero interessante è stata la testimonianza del dott. Stephan Lynn che al pronto soccorso si trovò a curare, purtroppo senza successo, l’ex Beatle. Per il resto una serie di notizie “gustose” ma già conosciute.

Sul piano del metodo, non ha convinto la conduzione di Massimo Ghini, attore sicuramente bravo ma poco adatto al ruolo. Il testo, almeno a nostro avviso, già ben scritto, andava semplicemente raccontato (alla Piero Angela tanto per intenderci), senza forzature, senza alcuna enfatizzazione retorica errori in cui, purtroppo, Ghini è caduto più di una volta.

Ma le delusioni maggiori sono arrivate, purtroppo, dal lato squisitamente musicale: quando si parla di Lennon – così come degli altri personaggi citati in apertura – è ben lecito attendersi filmati particolari anche a scapito di eventuali esecuzioni live di altri artisti che intendono omaggiarli. Invece, in questa prima puntata, si è scelto una strada francamente incomprensibile: pochi filmati e  ben tre celeberrime canzoni eseguite dal vivo da Alberto Fortis voce e piano: “Mother” “Imagine” e “Strawberry Fields”

Ora, con tutto il rispetto per il pur bravo Fortis, le canzoni dei Beatles, e quelle di Lennon in particolare, o le si presenta in una veste rinnovata sì da non soffrire troppo il paragone con l’originale (che so magari invitando Danilo Rea) … o le si lascia lì dove stanno. Ma volerle interpretare in splendida solitudine, accompagnandosi col pianoforte (o magari con la chitarra) è davvero una sorta di suicidio artistico tutt’altro che richiesto.

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