Quando la Kulturskola di Gällivare è il motore culturale dell´Artico

Liten liten…due parole svedesi che voglion dire piccolo piccolo. Ho preso spunto dal titolo, in lingua Danese, di un disco di Stefano Bollani, Småt Småt appunto. Piccolo davvero il luogo da cui racconto gli ultimi eventi organizzati dalla Kulturskola e dal comune di Gällivare nella Lappomia svedese. L´essere piccoli, appena qualche decina di migliaia di abitanti sparsi in una terra immensa, nel nostro caso il piú delle volte é sinonimo di fattivo impegno nel realizzare progetti, godendo a pieno delle ricchissime risorse a disposizione. Un lusso per molti aspetti.
Il 2016 si é aperto con una manciata di eventi degni di nota. La contea del Norrbotten, in stretta collaborazione con le singole istituzioni comunali, puó contare su una programmazione di eventi fitta e variegata, di carattere culturale e di sano intrattenimento senza che “culturale” diventi per forza qualcosa di concettualmente tirato per le lunghe, e né tanto meno che l´ “intrattenimento” si riduca necessariamente a vuoto ridacchiare.
Poche sale consiliari, cravatte e drappi, ma persone che si riuniscono intorno ad un tavolo e pianificano eventi, consapevoli di avere i mezzi, le strutture ed un budget che verrá speso fino all´ultimo centesimo…o corona che sia, per la comunitá.
La Polar Vinter Natten si presenta con un calendario fitto di concerti. Tre giorni, l´ultimo week-end di gennaio, che offrono un ventaglio di spettacoli musicali che spaziano dal quintetto classico di archi, al death metal, il folk, il jazz d´annata, l´elettronica, il rock e intrattenimento per i piccolissimi, ed altro ancora. In tutto una ventina di eventi disposti in diverse location coinvolte. Porte aperte quindi del Museo di Gällivare, la Sjöpan Skola, la meravigliosa Nya Kyrka (la Chiesa centrale), ma anche il foyer del Quality Hotel ed il centro commerciale…tutta la cittadina é coinvolta a vele spiegate. Varietá nella programmazione vuol dire non esasperare un solo tipo di evento e dare a tutti la possibilitá di incuriosirsi a piú generi, magari conoscere qualche cosa di nuovo, di diverso dai propri quotidiani interessi. Come spesso accade in Scandinavia, poco rumore, poco autorefenzialismo, ma concretezza, e magari stai a vedere che dopo tutto quello che conta è l´aver fatto e non l´aver detto…ah, ingresso libero a tutti gli eventi.

Eventi di Gennaio e Febbraio a Gällivare

Nell´immagine sopra la pianista e compositrice Italiana Alessandra Bossa che si é esibita il 29 Gennaio proponendo in anteprima il suo progetto solista AnDRA: voce, pianoforte ed elettronica. Un concerto di brani originali e canzoni organizzato nella suggestiva cornice della Nya Kyrka, chiesa appartenente al patrimonio Unesco, spesso adibita a sala concerti.
Di seguito una panoramica del Museo di Gällivare dove si sono esibiti i Gruvkonserten ( Lars Andersson-voce, Hannes Suopanki Lakso-voce e chitarra, Tommy Lakso-chitarra, Gert Dahlström-contrabbasso e Jerker Johansson-batteria). Ottimo e coinvolgente folk cantautoriale, racconti di questa gente e della sua storia fatta di stretto legame con la natura e le miniere.

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Venerdi 28 Gennaio il centrale Quality Hotel si é fatto palco per una lunghissima serata di Jazz. Abbiamo iniziato con l´orchestra Jazz dei giovanissimi allievi, i Gummibandet, accompagnati dagli insegnanti alla ritmica.
Il palco poi si é reso disponibile per una lunga jam session fino a tarda sera.

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Achille Succi in Erasmus didattico in Svezia, Lapponia

Achille Succi

Del gran parlare della crisi e condizioni sempre piú precarie, specie nel mondo della musica, se ne sente ogni giorno. Tutti i musicisti di ogni area musicale lamentano un periodo di difficoltá per la propria affermazione professionale. Fare di una situazione critica una virtú è un buon modo per affrontare la questione, dando per scontato che si debbano mettere in gioco comunque competenze e qualitá umane e professionali tutt´altro che ovvie.
Molti amici musicisti, in primis il sottoscritto, hanno trovato nei molti bandi europei un veicolo risolutivo, se non definitivo almeno palliativo al tormento. L´ottenimento di borse di studio Erasmus, l´ammissione in un´accademia di musica europea possono diventare il trampolino di lancio per coronare una bella esperienza all´estero. Talvolta puó diventare addirittura un´occasione di radicale cambiamento del proprio assetto di vita, sempre premesso che se ne abbia la reale esigenza e capacitá di renderla tale. Molti amici e colleghi lo stanno brillantemente facendo in questi anni, specialmente guardando alla Francia, Inghilterra e Scandinavia creando una nuova generazione di “emigrati artistici” come forse non ce n´é mai stata in precendenza.
Primi fattivi e positivi effetti di Shengen e dei voli low cost? L´occasione, a mio avviso, è sempre da prendere al balzo, liberandosi immediatamente di quella rugginosa e vecchia patina ingombrante del “ io cervello in fuga – qui non mi merita nessuno”. I veri risultati di quella che inizia come esperienza all´estero si vedranno lentamente con la concreta affermazione professionale e personale o, in caso contrario, il ritorno in Patria. Senza necessariamente conferire accezioni positive o negative in entrambi i casi. Si guadagna e si perde sempre qualche cosa, anche nel migliore degli esiti. (altro…)

Festival Jazz EU 2013 – Santiago del Cile

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Ho colto con entusiasmo l’invito di Gerlando Gatto a scrivere del recente tour che ha visto protagonisti me ed Eugenio Colombo in Cile. L’occasione è d’oro per ricordare e condividere con i lettori, una delle rare volte in cui, nella movimentata carriera di un musicista (specie se dedito al Jazz ed Improvvisazione), ci si trova a viaggiare ancora una volta, per andare a suonare lontano la propria musica.

Dal 2009 collaboro stabilmente in Duo con Eugenio Colombo. Tutto è nato grazie ad un casuale incontro su un treno di ritorno da Siena Jazz nel 2005, in cui ci siamo trovati seduti uno di fronte all’altro. L’allievo ed il maestro. Poi un cenno a sedersi vicini ed una chiaccherata su “Brillant Corners” di T.Monk, è stata la scintilla iniziale di un incontro umano che è diventato anche un sodalizio musicale. Con Eugenio abbiamo viaggiato moltissimo in Europa, Africa e Sud America. Suonando sempre quello che ci piaceva suonare, improvvisando e leggendo, quasi sempre senza parlare mai di cosa si sarebbe suonato una volta saliti sul palco. Quattro anni fa, un’occasione (quasi) irripetibile: il lungo tour in Sud America lungo il Guatemala, Brasile, Colombia, Cile, Perù ed Argentina.

Un Tour di un mese e mezzo con più di 20 concerti  quasi del tutto improvvisati, durante i quali  quali è stato registrato il disco “Sud America” (Zonedimusica 2009). Potete leggere il “diario” che Eugenio aggiornava ogni giorno su http://www.zonedimusica.com/index.php?option=com_content&view=article&id=147&Itemid=163 .

Chi fa il musicista, sa che viaggiare e suonare sono i due capisaldi di una condizione ideale. Il viaggio è parte integrante dei concerti. E’ quello spazio di tempo fuori dal palco in cui, in realtà, si preparano i presupposti per la performance musicale vera e propria. Si parla moltissimo, si tace, si dorme molte ore in aereo e si mangia insieme ed ovviamente di suona. Eugenio fa parte di quei musicisti che in Italia, ed in Europa, hanno fatto grande la parola Improvvisazione. E’ sempre un po’ importante ricordare che In Italia abbiamo una generazioni di Maestri in giro per lo stivale, qui vicino senza andare oltreoceano, che sono musicalmente attivi e ricchi di un patrimonio da passare alle generazioni come la mia. Non accorgersene è un vero peccato. Per questo motivo quando, tramite l’Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile ,io ed Eugenio siamo stati invitati a suonare al Festival Jazz EU 2013 ( http://www.goethe.de/ins/cl/prj/jaz/esindex.htm ), per me è stato un bel momento da cogliere a pieno.

 

Siamo partiti il 26 di Novembre e siamo tornati il 3 Dicembre. Una settimana di musica, decine di ore in volo, tre concerti, un workshop ed incontri importanti. Potrebbe essere la semplice storia di un tour qualsiasi se non fosse che siamo stati chiamati a partecipare, con altri sei paesi europei (Belgio, Germania, Svizzera, Norvegia, Francia e Polonia) , ad un festival di Jazz ed Improvvisazione in cui ci siamo esibiti anche in formazione mista con improvvisatori Cileni. Significativa la cerimonia di apertura del festival svoltasi la sera del 27, in una piazza di Santiago con tanto di discorso del sindaco della città, direttori di Istituti di Cultura dei paesi ospiti, Ambasciatori e direttori Artistici del festival. Il clima era quello delle belle feste di popolari (dando alla parola “popolare” il senso più alto del suo significato), molto sereno e senza l’ombra di un vigile o una guardia del corpo. Non è un dettaglio da poco in un festival gratutito che ha visto una grande affluenza di pubblico.

Il nostro primo “impegno musicale” è stato il 28 Novembre. Io ed Eugenio siamo stati baciati dalla fortuna avendo avuto modo di suonare, presso il club Thelonious, con il RAM Trio, formato da Ramiro Molina (chitarra elettrica), Angelo Cassanello (trombone) e Isidora O’Ryan (violoncello). Un Trio giovane molto maturo, attento ai silenzi e ad una gestione dei ruoli molto equilibrata. Negli ultimi anni ho vissuto e suonato molto in Scandinavia, ed ho trovato quel genere di maturità espressiva, molto genuina, contemporanea, rilassata e musicalmente valida.

Al concerto di giovedi 28  è seguito il live in Duo presso il “Projazz”, una bella scuola di Jazz di Santiago, ed il 30 sera un house concert presso il “Piso3” con altri validissimi giovani musicisti improvvisatori Cileni.

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Anders Jormin: l’importanza del suono nel jazz svedese

Colpo grosso dalla Svezia: il nostro corrispondente, Luigi Bozzolan, ha intervistato per noi il grande contrabbassista Anders Jormin, uno dei personaggi oggi più in vista del jazz internazionale. Ecco qui di seguito domande e risposte. (GG)
Anders Jormin2Anders, tu sei uno dei più importanti ed influenti  musicisti di Jazz moderno della scena scandinava. Ci daresti una panoramica della tua carriera dagli esordi fino ad oggi?

E’ una lunga storia…mio padre era una pianista di Jazz. Io ho ascoltato sui dischi il Jazz degli anni ‘50 sin dall’infanzia e suonavo a casa standard jazz con mio padre ogni sera. Ho iniziato a suonare prima su una batteria fatta in casa, poi sono passato al basso elettrico ed infine al contrabbasso. Mi sono Diplomato molto giovane presso l’Accademia di Musica (Goteborg ndr) studiando anche pianoforte classico e seguendo un percorso didattico molto stimolante e versatile nei generi. Dopo di che ho iniziato a maturare una lunga serie di esperienze musicali davvero incredibili. Ho avuto il privilegio di collaborare con alcuni dei più grandi musicisti mondiali, sarebbe impossibile citarne alcuni ed escluderne altri. Sarò sempre grato di aver suonato e registrato con Elvin Jones, Don Cherry, Joe Henderson; incredibili musicisti di Jazz che non sono più con noi…sono sempre concentrato sul presente, ma a volte le persone ed i colleghi mi ricordano tutte le cose magnifiche alle quali ho preso parte in passato!”.

Da qualche anno il Jazz contemporaneo scandinavo inizia ad imporsi al pubblico Italiano; questo grazie anche a qualche eccelente Label come ECM ed ACT. Mi riferisco in particolare all’EST trio, Bobo Stenson Trio, Jon Balke e…Anders Jormin. Cosa pensi riguardo questo crescente fenomeno culturale?

La situazione della Musica Improvvisata in Scandinavia è stata da sempre molto buona. Già 40 anni fa i musicisti avevano la possibilità di esplorare nuovi linguaggi musicali ispirandosi al Jazz americano senza necessariamente copiarlo, piuttosto sviluppando nuovi approcci  all’improvvisazione, includendo nuovi elementi musicali. La politica dei paesi scandinavi ha sempre supportato la musica improvvisata in maniera concreta e l’Improvvisazione qui è considerata una vera e propria forma d’Arte…non a livello della musica classica, comunque sempre più supportata e promossa. I musicisti emergenti cosi sono stati messi nelle condizioni di poter lavorare professionalmente nonostante le possibilità di esibirsi fossero sempre limitate in aree piccole come i Paesi scandinavi. Le scuole di Musica godono di una buona reputazione. Il fatto che i Paesi  si trovino in un area relativamente limitata e concentrata ha fatto si che i pochi musicisti abbiano potuto creare un atmosfera familiare fra loro, dove c’è una facilità a partecipare e collaborare a progetti reciproci ed a sperimentare  con curiosità anche attraversando barriere di generi e di stili che in altri Paesi sono insormontabili. Tutto questo, a mio avviso, ha profondamente sviluppato una qualità nella nostra concezione di musica…ci sono molte spiegazioni…ECM ed ACT (ed altre labels) hanno divulgato chiari e definiti aspetti della nostra musica. Anche altre realtà di musica improvvisata contemporanea hanno dato vita a nuove etichette e molti incredibili musicisti scandinavi possono essere cosi ascoltati ovunque”. 

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3 Agosto – Brötz Festival 2013 – Hjartum (Sweden)

Stage

Il Brötz Festival è stato una lunga giornata di musica, istallazioni e performances, che lo staff del club svedese organizza in luogo davvero incantato. Siamo a Hjartum, una sessantina di chilometri ovest di Gotheborg; seguendo il fiume Älv, si arriva in aperta campagna. E’ questa, forse, la faccia più “swedish” di questo Paese, dove la sera si possono seguire le scie luminose delle barche a vela che risalgono il fiume fino a Nord.

Il Festival è anche, e soprattutto, il modo per celebrare le attività e la presenza di questa associazione che da 25 anni si occupa di divulgare l’Improvvisazione in ogni sua forma: Musica, Pittura, Scultura, Poesia e Danza.

La seconda edizione del giovane Brötz Festival è stata da me vissuta in qualità di staff member (come ultimo atto del mio soggiorno semestrale del progetto Leonardo Working with Music 2013) e come pianista. Il Brötz Festival ha tenuto fede alla sua cifra stilistica proponendo un evento decisamente multidisciplinare con concerti, istallazioni, mostre, laboratori on stage in cui scultori ed artisti si sono dati appuntamento sugli immensi campi di grano e di avena per esporre i propri lavori ed incontrare il numeroso pubblico accorso.

Si è infatti trattato di un festival ”itinerante”, dislocato sul terreno di una tenuta agricola dei primi dell’800. I fienili e le stalle, ormai in disuso, dunque sono diventati le sedi indoor per i concerti, le mostre e le esibizioni degli artisti. I campi di cereali hanno ospitato istallazioni che si spingevano fin dentro la foresta ed esposizioni a cielo aperto. Il tutto scandito da un preciso programma di eventi che permettevano a tutto il pubblico di esplorare liberamente l’area del Festival andando ora ad ascoltare un set nella sala della musica, ora ad ammirare sculture ed oli su tela in un campo di colza. Come ogni mercoledì di rito durante il periodo invernale, il Brötz, anche in questa occasione, ha potuto fare affidamento sulla totale collaborazione di tutto lo staff, costituito in maggior parte dagli stessi artisti. Questo non voglia essere “screditante” per la figura dell’Artista, ma anzi, pone sotto una luce positiva la totale e completa libertà e serenità di considerare un Artista anche colui che magari il giorno prima del festival prepara con martello e chiodi il bancone del Bar. Ecco la Svezia e la sua lezione di vita in campo artistico ed umano…

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Brötz. Maggio 2013 chiude la stagione in bellezza

Svensk Hund

Svensk Hund

Il lungo mese di maggio ha regalato al pubblico del Brötz ben 12 perfomances distribuite lungo le cinque settimane del mese. L’ultimo mese di programmazione è stato ricco e generoso, accompagnato dall’arrivo della primavera svedese, dettaglio meteorologico da non sottovalutare in una zona, come quella scandinava, dove l’arrivo della stagione calda è attesa davvero come un dono divino.

Il 1 Maggio, festa dei lavoratori anche a Gothenburg, si sono esibiti il “Circus Whitman” ( Mats Eklöf  sax e voce, Håkan Strängberg trombone e voce, Harald Stenström basso e voce, Anders Waernelius percussioni, Henrik Wartel batteria), “Björn Cedergren trio” (Björn Cedergren sax tenore e sax soprano, Henrik Aronsson  basso, Lars “Lade” Källfelt batteria) e Gino Robair solo ( percussioni, elettronica e piano preparato).

Di particolare interesse è stata l’esibizione in solo del grandissimo percussionista di San Francisco. Gino Robair (www.ginorobair.com) più che un musicista, è un artista del suono. Robair piega, modella e lavora ogni tipo di vibrazione ora generata da un synth, ora suonata con le percussioni o con il pianoforte preparato, creando un percorso musicale sempre teso e intenso.

L’8 di Maggio si sono esibiti i “Göteborgs saxofonkvartett” ( Jonny Wartel sax tenore sopranino, Mats Eklöf sax basso, Sverker Petterson sax baritono ed Anna Högberg sax alto) e “Pekkola-Thorman-Tiheäsalo Trio” (Sami Pekkola sax, Patric Thorman basso, Topias Tiheäsalot chitarra). Questo ultimo Trio è stato, forse, uno dei gruppi di maggior interesse durante tutto il semestre di programmazione. Guidati dal leader sassofonista, i tre hanno improvvisato con estrema cura nei suoni e nel reciproco ascolto.

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