Vi spiego… la batteria: Lorenzo Tucci

Lorenzo Tucci (Foto Daniela Crevena)

Lorenzo Tucci (Foto Daniela Crevena)

Lorenzo, prima di tutto dicci quando hai iniziato a studiare la batteria e perché l’ hai scelta come strumento.
“Ho cominciato a suonare la batteria da bambino. Prima ero appassionato di altro, mi piaceva tanto cantare, cantavo tantissimo, ma mi piaceva molto anche la chitarra, che mio padre mi comprò da piccolissimo . Mi insegnò lui qualche accordo, poi mio zio qualche accordo un po’ più difficile. Mi mandò anche a lezione di pianoforte… Poi un giorno mi sedetti per la prima volta dietro una batteria. Provai a suonarla e capii che era lo strumento della mia vita. La passione per la musica invece, quella l’ ho da quando sono nato”.

E quando hai iniziato a suonare per vivere?
“Bisogna intendersi su ciò che si intende per “vivere”! Diciamo a guadagnare i primi soldi, forse è meglio… da subito, già verso i tredici o quattordici anni, appena cominciato a suonare: andavo a fare le prime seratine con altri, sempre gente molto più grande di me. Si andava a suonare ai matrimoni o a feste di tutti i tipi, mi pagavano, già allora guadagnavo i miei soldini. Sono andato avanti e poi non ho mai smesso”. .

Bene ora entriamo nel merito: spiegaci come è fatto questo strumento, perché è composto da tanti elementi . Parliamo della batteria jazz, naturalmente.
“Diciamo innanzitutto che la batteria Jazz è già più o meno una sintesi rispetto alle batterie più grosse dei batteristi pop, Heavy Metal e via dicendo: è un set abbastanza ridotto, nel quale non si può prescindere comunque da rullante, prima di tutto, e cassa. Così come non si può prescindere da un piatto almeno e da un hi – hat o charleston, oppure, per usare una definizione un po’ arcaica, dai “piatti a pedale”, che sono alla sinistra del rullante e che si suonano con il piede sinistro. Dopo di che è facile aggiungere i tamburi. Se ne possono aggiungere molti, ma di base occorrono almeno rullante, tom tom e timpano”.

batteria definitiva

Puoi spiegarci la funzione di ogni elemento della batteria?
“Bisogna partire dall’assunto che la batteria di per se è un assemblaggio. Se pensi a una banda, una persona suona la cassa, una i piatti, una il rullante, e così via. Una volta assemblati, stabilire i ruoli reciproci di questi elementi è difficile, è come se si dovessero stabilire i ruoli dei tasti di un pianoforte. La cassa ha un suono più grave, si suona con il piede e dà gli appoggi, ma a volte anche gli accenti. Altre volte stabilisce un groove (per “groove” si intende una sequenza ritmica di base, che si ripete ogni battuta e che connota il pezzo, n.d.r. ) molto “dritto” e quindi suona sempre in battere fornendo una sonorità grave, un groove più definitivo rispetto al rullante, con il quale invece si compiono quelle che definirei delle “finezze”. Di certo nella batteria moderna cassa e rullante sono, devono stare assolutamente insieme: si danno botta e risposta e creano groove ben precisi, fondamentali, di base.

La base ritmica, insomma…
“Si la base ritmica! Per quanto riguarda il Jazz, poi, c’è il piatto alla destra del batterista. Nel Jazz il piatto è fondamentale. Con piatto e rullante si può accompagnare un brano anche senza cassa, volendo. Si può fare un accompagnamento scandendo sul piatto i colpi dello swing. E’ la base del Jazz.

Che importanza hanno le bacchette e quanti tipi ne esistono?
“Con le bacchette ci si può sbizzarrire: ne esistono di tutte le lunghezze, di tutti i pesi, di tutti i tipi di legno. Il più usato è l’ Hickory che è una sorta di noce americano, duro. Poi l’ acero, ad esempio, usatissimo…”.

Quindi dalla durezza della bacchetta dipende il suono…
“Si, certo. Conta molto anche la forma della punta: se la punta è più piccola i piatti, i tamburi, assumono un suono più scuro… se è più grossa il suono è più chiaro. Al di là del peso della bacchetta poi, quando hai un suono più chiaro o più scuro vai a compensare con il tipo di piatti che hai scelto. Comunque bisogna sempre tenere a mente che conta moltissimo anche il corpo. Il nostro corpo suona insieme alla bacchetta. E’ da questo insieme di fattori e dal corpo del batterista che si stabiliscono le sorti del suono di ognuno”.

Che altre bacchette esistono?
“Le spazzole, una sorta di scopettine di metallo, con le quali si ottiene il suono caratteristico dello strusciato sul rullante, spesso usato nell’ accompagnare le ballad . In realtà si possono usare anche a prescindere dalle ballad. E poi ci sono i mallet, con il feltro,che hanno un suono molto scuro , arnesi se vogliamo un po’ più da timpani. Inoltre si possono usare anche le bacchette per vibrafono, con la punta un po’ più dura di quelle per il timpano. Io le uso poco . Uso bacchette spazzole e mallet di feltro”.

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