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Maria Patti – “The Silver Lining”

Maria Patti – “The Silver Lining”

Maria Patti – “The Silver Lining” – abeat 101
Una vocalist accompagnata dal più classico dei trii: Maria Patti con Michele Franzini al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Marco Castiglioni alla batteria. Questi i protagonisti di “The Silver Lining” inciso il 26 e 27 febbraio di quest’anno. L’album, ci spiega Maria Patti, era stato inizialmente pensato in duo con il pianista, ma poi si è deciso di allargare l’organico sì da completare il trio e la scelta è caduta su due musicisti di indubbio livello. Scelta azzeccata quella di cantare con un trio? Mancando la controprova, possiamo solo basarci su ciò che ci presenta il CD ed il risultato è assolutamente soddisfacente. La Patti, diplomata in pianoforte ha affinato il suo bagaglio jazzistico studiando con grandi vocalist quali Sheila Jordan, Kate Baker e Norma Winston. E forse anche da ciò dipende il fatto che Maria si muove a suo agio all’interno di un repertorio costituito in massima parte da ballads della grande tradizione jazz, interpretati secondo il loro spirito originario, senza bisogno di inventarsi alcunché ma cercando di offrirli all’ascoltatore nella loro sempre attuale bellezza. Ciò non vuol dire che non ci sia stato un lavoro di ricerca, di scavo, di approfondimento: una cosa è riprodurre un brano in forma pedissequa, altra cosa è ripresentarlo dopo averlo rivissuto dall’interno sì da carpirne l’essenza. La Patti, particolarmente efficace nel registro medio, non si preoccupa di stupire con vocalismi particolarmente arditi, badando soprattutto all’interpretazione. Così, ad esempio, pertinente appare già la sua versione del “porteriano” “Get out of town” con un Franzini che evidenzia tutta la sua squisita sensibilità mentre in “Dancing in the dark” di Schwartz e Dietz, dopo un’ introduzione assai allusiva di Franzini, la Patti si produce in quella che ci sembra la migliore performance dell’album per l’eleganza e la grazia con cui ci viene riproposto questo splendido brano (di rilievo anche il lavoro del trio). Viceversa non eccellente la riproposizione del parkeriano “Confirmation” forse non particolarmente adatto alle corde della vocalist.

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