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Cristina Zavalloni

Cristina Zavalloni

Una “passeggiata in America”, per citare uno dei suoi cavalli di battaglia, in programma in questa trasferta 2011, porterà Cristina Zavalloni, cantante e compositrice bolognese, direttamente alla Carnegie Hall di New York, a meno di un anno dal suo debutto nel teatro americano con La Commedia di Andriessen e un formidabile recital con Andrea Rebaudengo, tra repertorio novecentesco e jazz. Quest’anno però la Zavalloni è stata invitata ad interpretare, in occasione della sua prima statunitense il 2 marzo (ore 19.30) alla Zenkel Hall, Raising Sparks di James MacMillan, diretta dallo stesso MacMillan e accompagnata dalla Zankel Band. Il concerto, iscritto nella rassegna Making Music: James Macmillan, sarà introdotto da una conversazione tra il compositore scozzese e il curatore del ciclo, Jeremy Geffen.

Approfittando della sua permanenza nella Big Apple, la Zavalloni sarà inoltre special guest in un incontro ravvicinato con i Naked Musicians, che fanno capo al collettivo jazz made in Italy Improvvisatore Involontario, al Teatro of The Italian Academy della Columbia University (9 marzo – ore 20.00).

Sulla costa occidentale del continente l’attenderanno, frattanto (il 4 marzo), Louis Andriessen, di ritorno sulle scene in veste pianistica, e la violinista canadese Monica Germino, per un set a chiusura della sedicesima edizione del festival – residenza musicale Other Minds. I tre proporranno un programma misto d’improvvisazioni e di composizioni di Andriessen tra cui, per l’appunto, la Passeggiata in tram in America e ritorno, in una riduzione per trio, Letter from Cathy, su testo di Cathy Berberian, in cui il trio si avvarrà della collaborazione di quattro musicisti residenti e Xenia, comprensiva della parte vocale, su testo tratto da Voyelles di Rimbaud nella traduzione di Andriessen.

Raising Sparks, del 1997, è tra le molte composizioni quella che meglio riflette la parte più intimistica della produzione di MacMillan. In essa egli affronta i temi della Creazione e della Redenzione, alla luce della tradizione ebraico chassidica.

«Fin dal primo canto del ciclo, racconta la Zavalloni, MacMillan dispiega in Raising Sparks una grande ricchezza emotiva. La resa musicale dei contenuti spirituali e poetici, e una complessità esecutiva – che trovo particolarmente gratificante – completano il quadro di un’opera di grande potenza espressiva. Raising Sparks non è soltanto una bellissima composizione musicale: la sua bellezza risiede, oltre che nella musica, nella sua natura intrinsecamente teatrale, nella capacità che i suoni di MacMillan hanno di evocare quasi visivamente l’“ascesa” delle particelle di luce nello spazio – fisico, temporale, sonoro, spirituale – immenso della Creazione. »

A oltre otto anni dalla sua prima esecuzione di MacMillan, The Prophecy, al Teatro alla Scala di Milano e alla Biennale di Venezia, a cui sono seguite la sua prima interpretazione di Raising Sparks al Festival irlandese di Bantry (2002), al Piccolo Teatro di Milano (2005), con l’ensemble Sentieri Selvaggi alla presenza di MacMillan, e, soltanto l’anno scorso, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con l’Ensemble dell’Accademia di Santa Cecilia, la Zavalloni ritorna su Raising Sparks con sempre maggiore entusiasmo: « Nel respiro di questa composizione, nella cura riposta nell’orchestrazione, così particolareggiata, intravedo inoltre una potenziale affinità estetica tra il modo di intendere la musica di MacMillan e la tradizione esecutiva a cui ritengo, almeno per metà, d’appartenere. E’ sull’onda di questa intuizione che mi preparo a rileggere il brano in questa nuova occasione, che si ammanta di felicità perché coincide con la possibilità di essere diretta dallo stesso MacMillan, e con la circostanza di un mio ritorno alla Carnegie. »

In una nota del ’97, edita da Boosey & Hawkes, MacMillan illustra come il primo canto del ciclo Raising Sparks, dall’aura mistica e dall’intenzione introduttiva, evochi l’“alba dei tempi” e i concetti fondanti dell’opera: Tzim Tzum, termine ebraico che indica l’idea dell’autolimitazione di Dio nell’atto della Creazione per lasciar spazio all’ “altro da sé” e Shevira, l’esplozione dei vasi di creta contenenti la luce e l’amore divini, emanati nell’atto della Creazione, e la conseguente liberazione degli “sparks” che danno il titolo all’opera. Questa, spiega McMillan, è la base del ritornello che lega un canto a quello successivo e conferisce alla composizione un senso di unità. L’aura mistica dell’introduzione si dissolve poi nel ricco materiale compositivo dei due successivi canti il cui stile, narrativo e teatrale, permette l’espressione di sentimenti, concetti ed immagini che spaziano dalla sfera della quotidianità alla trascendenza. Nel quarto canto, l’ipnotica litania di piano ed arpa conduce un senso di tensione e drammaticità e culmina nell’evocazione a sprazzi di uno scenario di pogrom. Infine, passando attraverso un incendiario interludio al quinto canto, in un più quieto stile recitativo, si giunge all’ultimo canto in cui compaiono gli archetipi popolari corali, del folksong e folkdance, prima di sprofondare in un finale quieto quanto misterioso.

CRISTINA ZAVALLONI nasce a Bologna.
Di formazione jazzistica, intraprende a diciotto anni lo studio del belcanto e della composizione presso il conservatorio della sua città. Per molti anni si dedica alla pratica della danza classica e contemporanea. La sua attività concertistica la porta a esibirsi sia in festival jazz (Montreux Jazz Festival, North Sea Jazz Festival, Free Music Jazz Festival di Anversa, Moers Music, Bimhuis di Amsterdam, Umbria Jazz, Rumori Mediterranei di Roccella Jonica, London Jazz Festival, Suoni delle Dolomiti, Time in Jazz Berchidda, Novara Jazz Festival, Klara Festival di Bruxelles, International Jazz Festival di Rotterdam, Metastasio Jazz di Prato, Blue Note Milano, Casa del Jazz Roma) sia in stagioni classiche (Lincoln Center e Carnegie Hall di New York, Concertgebouw Amsterdam, Teatro alla Scala Milano, Palau de la Musica Barcellona, Barbican Center Londra, Auditorium Parco della Musica Roma, Walt Disney Hall Los Angeles, Teatro La Fenice Venezia, Teatro Comunale di Bologna, Musikfest Stuttgart, New Palace of Arts Budapest, Festspielhaus St. Poelten, Concertgebouw Bruges). E’ stata diretta da Martyn Brabbins, Stefan Asbury, Reinbert De Leeuw, Oliver Knussen, David Robertson, Jurjen Hempel, Georges-Elie Octor, Andrea Molino, e si è esibita con l’accompagnamento d’orchestre quali la London Sinfonietta, BBC Symphony Orchestra, Schoenberg Ensemble, Sentieri Selvaggi, Musik Fabrik, Orkest De Volharding, Orchestra della Rai Torino, Los Angeles Philarmonic, ORT, Orchestra Toscanini.
Stabilisce una stretta collaborazione con il compositore olandese Louis Andriessen che scrive per lei Passeggiata in tram per l’America e ritorno, La Passione, Inanna, Letter from Cathy, Racconto dall’Inferno (la cui interpretazione, con la LA Philharmonic, le è valsa un Diapason d’Or, nel 2006), il ruolo di Dante in La Commedia del 2008 (con cui debutta alla Carnegie Hall nel 2010), e in ultimo Anais Nin, mododramma ispirato ai Diari della Nin (coproduzione Accademia Chigiana e London Sinfonietta, in prima alla 67° Settimana Musicale Senese 2010). E’ inoltre dedicataria del brano Acts of Beauty di Michael Nyman, di Le Toccha la mano di Cornelis De Bondt, di A Fair Mask di Paolo Castaldi e dei ruoli di Mirandolina e Sexilia nelle ultime due opere del compositore veneziano Luca Mosca. E’ interprete di prime assolute di Carlo Boccadoro, James McMillan, Emanuele Casale (Conversazioni con Chomsky, 2010), di William Parker (Alphaville Suite) , Uri Caine (Lamentations 2010) e autrice di progetti propri.
L’apertura verso il repertorio barocco è del 2005 con il debutto nell’Incoronazione di Poppea di Monteverdi sotto la direzione di Rinaldo Alessandrini e con la regia di David McVicar, all’Opera di Strasburgo. Seguono il Combattimento di Tancredi e Clorinda, al Festival di Ravello e al West Cork Chamber Music Festival (Irlanda, 2008), e inoltre i tour mondiali in VSPRS (2006-7) e Pitié! (2009), di Alain Platel e Fabrizo Cassol.
Tra i suoi recenti debutti operistici, la Voix Humaine di Francis Poulenc (Bologna – Musica in Santa Cristina, Teatro Comunale di Bolzano, 2010). E’ del 2010 il suo debutto in duo con il pianista Andrea Rebaudengo alla Carnegie Hall/Weill Hall di New York. Nel 2010, Zavalloni consolida inoltre la sua esperienza nell’ambito della Mùsica Popular Brasileria (duo con Hamilton de Hollanda e quartetto con Guinga, Roberto Taufic e Gabriele Mirabassi, alla “Carte Blanche à Cristina Zavalloni” – Bologna).
L’etichetta EGEA ha pubblicato i suoi ultimi tre cd: IDEA (2006), Tilim –bom (2008), in duo con Andrea Rebaudengo, SOLIDAGO (2009), in quartetto con Stefano de Bonis, Antonio Borghini e Cristiano Calcagnile. Cristina Zavalloni ha inciso anche per Winter&Winter, Felmay, Ishtar, Cantaloupe, MN Records, Deutsche Grammophon – DG Concert Series. L’uscita del suo nuovo cd jazz è prevista per il 2011.

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