Roma, Casa del Jazz, giovedì 12 dicembre 2013
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L’ atmosfera è quella magica natalizia, ma non c’entra il Natale se questo concerto alla casa del Jazz è stato così avvincente. Perché quell’ atmosfera l’ ha saputa creare Fabrizio Bosso che insieme ad Alberto Marsico (Organo Hammond) e Alessandro Minetto (batteria) ha presentato “Purple”, secondo cd dedicato allo “Spiritual”, appena uscito sul mercato discografico.
Musica tradizionale, rivisitata in modo originale da un jazzista di prim’ ordine che ha l’ intelligenza di personalizzare un repertorio in maniera moderna (non esclusi gli effetti elettronici) ma senza snaturarne l’ atmosfera. E dunque se il clima è quello di Harlem, quello dell’ organo, della batteria “da manuale” (bravo Minetto a creare i groove giusti, bravo Marsico a cercare le risoluzioni armoniche giuste) , in nessun momento quel “da manuale” è stato didascalico e pedissequo.
Un alternarsi efficace di brani frenetici e più introspettivi, in cui la tecnica prodigiosa di Bosso è emersa prepotentemente ma ancora una volta finalizzata alla piacevolezza, all’ espressività, e ad una fantasia inesauribile dei fraseggi. Ovvero Bosso può davvero, con la sua tromba, dire tutte le parole che vuole, e le frasi che ne derivano sono eleganti, appropriate, divertenti. E soprattutto, hanno un contenuto musicale: il che (non si finirà mai di sottolinearlo) non è poi così scontato, quando si è virtuosi.
Tutto questo in un progetto dedicato allo spiritual è un valore aggiunto: Bosso sa ricreare l’ atmosfera di un genere musicale che ha come caratteristica quella di essere emotivamente coinvolgente, contagioso (per risoluzioni armoniche, ritmiche, per la semplicità iniziale dei temi melodici, per il progressivo intensificarsi dei volumi e delle dinamiche in un crescendo funzionale proprio alla sua efficacia emotiva, e che dovrebbe avvicinare spiritualmente l’ uomo a Dio). Ma allo stesso tempo “Purple” trasuda di Jazz, del quale Bosso, Marsico e Minetto riportano l’ aspetto improvvisativo, l’ ascolto reciproco, lo swing. I brani più lenti sono affascinanti, quelli veloci sono esaltanti. Cosa si vuole di più andando a sentire la musica? E no, non solo sotto Natale. Se vi capita andate ad ascoltarli ovunque e in qualsiasi periodo suoneranno: quando la musica oltre che suonata da musicisti di livello è anche così divertente, perdersela è davvero un peccato.
© Foto: Daniela Crevena (foto d’archivio)