Mezzo secolo di vita per il Pescara Jazz Festival

E siamo a quota 50; attenzione, non è che si siano svolte 50 edizioni, ma che sono trascorsi 50 anni da quel 18 luglio 1969 quando si apriva la prima edizione del Festival Jazz di Pescara con due concerti di assoluto livello: il trio di Bill Evans e il quintetto di Philly Jo Jones; altrettanto prestigiosa la chiusura, il 20 luglio, affidata alla big band di Maynard Ferguson.

L’edizione di questo 2019, quindi del mezzo secolo di vita del Pescara Jazz Festival, è stata presentata alla stampa il 17 maggio scorso nella sala biblioteca del Ministero dei Beni Culturali alla presenza del sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, del direttore artistico Angelo Valori e di Corrado Beldì, presidente I-Jazz.

Bisogna dare atto all’attuale direttore artistico di aver invertito la rotta rispetto al recente passato quando il Festival di Pescara era guidato da Lucio Fumo; in effetti negli scorsi anni la presenza dei musicisti italiani e abruzzesi era piuttosto residuale, mentre con la guida di Angelo Valori anche ai jazzisti italiani viene dato il giusto spazio. E la cosa è perfettamente riconoscibile scorrendo il programma di quest’anno: da lunedì 8 luglio quindici concerti consecutivi fino al 22, più una coda di tre date, 24 e 28 luglio e 9 agosto, con la presenza tra gli altri di Bepi D’Amato e Tony Pancella (il 22 luglio), Flavio Boltro e Stefano Di Battista feat. del gruppo di Maurizio Rolli, Rolli’s Tones II (stesso giorno) e Ada Montellanico quartet (il 9 luglio), che con Tencology ripropone molte canzoni del repertorio tenchiano più alcuni inediti con arrangiamenti jazz; come accennato il 9 agosto, gran finale con Fiorella Mannoia – Personale tour.

Tanti i big in programma: da Dee Dee Bridgewater (il 19 luglio), a Joshua Redman (il 20 luglio), al bassista camerunense Richard Bona (il 17 luglio) al chitarrista Robben Ford (l’11 luglio con il Lorenzo Tucci trio, feat. Karima). In calendario anche il concerto Una noche por Paco (con Antonio Sanchez sexteto e il cuarteto flamenco di Chano Dominguez, il 13 luglio. Biglietti 35, 30 e 25 euro).

Ma forse la vera sorpresa di questa edizione sarà Jacob Collier (il 21 luglio): cantante, polistrumentista, producer, fenomeno rivelazione del jazz contemporaneo, celebrità su YouTube, pupillo di Quincy Jones (leggendario produttore di Michael Jackson).

Molteplici le linee direttrici su cui si muove la programmazione così come delineata dal direttore artistico Angelo Valori. Innanzitutto la sezione “Pescara Jazz&Songs” che mette al centro la forma-canzone quale strumento di comunicazione e innovazione dei linguaggi, dei costumi e della storia di una società. Di qui la presenza in cartellone di nomi di spicco del mondo della canzone come Giuseppe Anastasi che l’anno scorso ha ricevuto la Targa Tenco per la Migliore opera prima con l’album Canzoni ravvicinate del vecchio tipo (l’8 luglio, concerto di apertura), Bungaro più volte ospite del Festival di Sanremo, a Pescara con Maredentro tour (il 10 luglio), e Fiorella Mannoia cui è affidata la chiusura del Festival.

Altre direttrici allargare il pubblico tramite l’organizzazione di tre concerti gratuiti nel cuore della città, nella bellissima isola pedonale di piazza Muzii, e valorizzare gli Under35, in linea con il trend europeo attento al ricambio generazionale. Il progetto Pescara Jazz Messengers presenta infatti giovani musicisti scelti tra studenti e neodiplomati dei migliori conservatori e college italiani ed europei, tra questi il conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara. Prenderà il via a settembre, inoltre, la collaborazione con la neonata associazione “Il jazz va a scuola”, guidata con passione da Ada Montellanico.

Non è da meno l’attenzione che Angelo Valori continua a porre nei confronti delle produzioni sinfoniche e che quest’anno vede protagonisti l’Orchestra sinfonica abruzzese con Michele Corcella ed il trio di Enrico Pieranunzi in una produzione originale (musiche di John Lewis con arrangiamenti di Corcella, il 18 luglio).

Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche il presidente di I-Jazz Corrado Beldì e il pianista classico Nazzareno Carusi che si è soffermato sull’”importanza della creazione del nuovo pubblico” oggi più che mai, un  nuovo pubblico che passa attraverso la commistione di generi diversi. Ora, ferma restando la giustezza del principio secondo cui esistono la buona musica e la musica meno buona, ciò non toglie che personalmente questo tipo di commistione non mi convince del tutto. Mi spiego meglio: quello di Pescara è indubbiamente un Festival del jazz e allora va bene dare spazio alla vocalità e alla forma canzone ma non si poteva chiudere con un concerto più strettamente jazzistico?

Insomma un piccolo neo in un cartellone di grande interesse che non mancherà di soddisfare anche i palati più raffinati.

Gerlando Gatto