Per “L’altra metà del jazz” ospiti Giuliana Soscia e Rossella Palagano

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Dopo molti anni dall’ultima edizione delle sue Guide all’ascolto, il nostro direttore Gerlando Gatto torna alla Casa del Jazz con un format inedito rispetto al suo solito: ogni martedì sera un ciclo di interviste a due musiciste jazz, una che ha raggiunto un livello di fama ormai consolidato e un astro nascente ancora non così conosciuto.
Scopo di questo ciclo, come dichiarato dallo stesso Gatto, è quello di dare, da una parte un contributo, per quanto minimo, all’abbattimento delle barriere di genere all’interno del sistema jazzistico, e dall’altra di offrire un trampolino di lancio ad alcune giovani musiciste talentuose, ma non ancora note al grande pubblico.
Il nome del format, L’altra metà del Jazz, è tratto dall’omonimo libro pubblicato da Gatto nel 2018 (KappaVu/Euritmica Edizioni) dove sono intervistate trenta donne di jazz provenienti da tutto il mondo, ognuna con un background e una visione unica: con queste interviste lo scrittore si propone di fornire un variegato quadro della situazione del jazz al femminile mondiale e di comunicare il lento ma inesorabile superamento di una concezione della donna jazzista esclusivamente come cantante. Vengono infatti evidenziati esempi di musiciste complete, realizzate, ormai pienamente in grado di tenere testa ai propri colleghi al maschile indipendentemente dallo strumento che si vuole tenere in considerazione.
E se di completezza si parla, Giuliana Soscia, prima ospite di questo ciclo di serate, ne è un chiaro esempio. Infatti la musicista è un talento poliedrico nel mondo del jazz: pianista, fisarmonicista, direttrice d’orchestra, compositrice, docente di composizione al Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno: insomma, una passione infinita per la musica, per il jazz, che la accompagna sin dagli albori della sua vita. Passione che le ha portato numerose soddisfazioni: si vedano a questo proposito le collaborazioni con Paolo Fresu, Enzo Favata, Dave Douglas e Javier Girotto tra gli altri, i numerosi riconoscimenti tra cui il premio alla carriera 2007 nell’ambito dei premi internazionali di Castelfidardo, il riconoscimento come “XXXV Personalità Europea” presso il Campidoglio di Roma, i lavori in televisione, sia in Rai sia in Mediaset, l’apertura delle Celebrazioni dei 70 anni di relazioni Diplomatiche tra Italia e India nel 2018… Insomma, se si dovesse riportare tutta la lista dei riconoscimenti ricevuti dalla Soscia, si starebbe qui per ore.

La prima parte della serata è dedicata appunto a lei. In un’atmosfera intima e informale, molto più vicina a un salotto che a una sala concerti, Gatto e la Soscia ripercorrono la vita musicale di quest’ultima: dall’infanzia e il primo amore per il pianoforte, passando per la sua prima esperienza didattica a 14 anni, ai diplomi in conservatorio, l’attività concertistica e i suoi viaggi in giro per il mondo, la sua carriera di docente nei vari conservatori di Salerno, Perugia, Udine, Adria e Cosenza, per poi arrivare all’incidente che, nel 2017, la costrinse ad abbandonare la carriera da fisarmonicista per concentrarsi sulle sue altre attività musicali. La musicista, con tono abbastanza tranquillo e sereno, racconta anche della mentalità all’interno dei conservatori nei decenni scorsi e il rapporto di essi con il mondo del jazz; da questo racconto si evidenzia quanto i conservatori siano ambienti molto chiusi in cui è prevalente il percorso classico, con scarsa apertura soprattutto al mondo del jazz: infatti è solo di recente che le materie inerenti a questo genere musicale sono entrate nei conservatori di tutta Italia. Infine, Soscia narra di un ambiente nel jazz ancora abbastanza maschilista, in cui ha dovuto lottare per ottenere considerazione e rispetto dai suoi colleghi maschi.
La chiacchierata è stata intervallata e impreziosita da tre brani, composti dalla stessa Soscia, ognuno dei quali metteva in luce una precisa sfaccettatura della sua carriera: il primo, Indian Blues, esprimeva il suo rapporto con le musiche di altri mondi e altre culture, nella fattispecie quella indiana; in seguito Sosciakovic, caratterizzata da una sottile autoironia e infine un estratto della sua Sonata per Luna Crescente, unico brano della serata riprodotto in digitale anziché dal vivo e registrato nei Campi Flegrei, che evidenzia le sue doti come compositrice e direttrice d’orchestra.
Dopo una breve pausa, si è passati alla seconda musicista della serata, la giovane cantante lucana Rossella Palagano. Nativa di Policoro, anche in questo caso la sua passione per la musica nasce nei primi anni di vita ed è coltivata nel tempo, conseguendo anche i diplomi accademici di I e II livello in Canto Jazz presso i Conservatori rispettivamente di Vibo Valentia e Matera, oltre a un diploma in Musicoterapia. Anche Rossella ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui annoveriamo il terzo premio nella categoria Pianoforte e il secondo premio nella categoria Canto alla prima edizione del Concorso Musicale “Gustav Mahler” e la vittoria, insieme al complesso H-Owl Project, della seconda edizione dell’Onyx Jazz Contest. Oltre alla carriera solistica, la cantante è anche impegnata nel già citato H-Owl Project, nella formazione Young Lions, e nella Piccola Orchestra Onyx diretta da Ettore Fioravanti.

Visibilmente più emozionata rispetto alla più esperta collega che l’ha preceduta sul palco, la Palagano gradualmente si è trovata a suo agio a rispondere alle domande di Gatto e a raccontare la sua storia e il suo percorso musicale, mostrando particolare attenzione ai numerosi corsi e masterclass da lei frequentati, dove ha assimilato una concezione della voce in musica come vero e proprio strumento da equiparare agli altri, e alla sua carriera di insegnante e musico-terapeuta, illustrando come effettivamente lo studio della musica possa aiutare lo sviluppo dei bambini sin dalla tenera età. Infine, a differenza della Soscia, la cantante lucana riferisce di un ambiente jazz molto più aperto ad artiste donne rispetto a quanto raccontato dalla collega. Anche in questo caso l’intervista è stata inframmezzata dall’esecuzione di tre pezzi, in questo caso cover di brani standard jazz. Accompagnata dal chitarrista Kevin Grieco l’artista ha eseguito in ordine It Might As Well Be Spring, di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein, S’ Wonderful di George e Ira Gershwin, e But Beautiful di Jimmy Van Heusen (nato Edward Chester Babcok).
Il prossimo martedì, 24 ottobre, Cettina Donato e Miriam Fornari saranno le ospiti di Gerlando Gatto. (Redazione)

ℹ️ INFO UTILI:
Casa del Jazz – Viale di Porta Ardeatina 55 – Roma
tel. 0680241281 – info&biglietti €5 https://www.casadeljazz.com/events/cettina-donato-miriam-fornari/ 
La biglietteria è aperta al pubblico nei giorni di spettacolo dalle ore 19:00 fino a 40 minuti dopo l’inizio degli eventi

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