Due serate al Percfest di Laigueglia: storie, emozioni e racconti in musica

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Foto di ANDREA PALMUCCI

A Laigueglia c’è il mare, c’è la brezza, ci sono stradine affascinanti, piazzette deliziose, e c’è il Percfest organizzato da Rosario Bonaccorso. Che fa parte oramai di Laigueglia come le sue piazzette, la spiaggia, i gabbiani, i ristorantini, le case dei pescatori appoggiate sulla sabbia. E ne fa parte anche perché il Percfest ha una intensa matrice affettiva, come in fondo un po’ tutta la musica di Bonaccorso, che con il suo contrabbasso racconta sempre qualche storia, o sentimento, o sensazione cui è legato. E’ il suo stile, il suo modo di fare Jazz: lo stesso festival è dedicato alla memoria del fratello Naco, percussionista scomparso.

Ma non immaginatevi un ricordo cupo, triste, livido: il Percfest di Laigueglia è un frizzante, allegro festival delle percussioni, delle batterie, della musica, in cui si è strettamente anche intrecciato il progetto transfrontaliero marittino “sonata di mare” che lega città e stati affacciati sul Mediterraneo. C’è la nostalgia dell’ allegria, che viene rievocata con tamburi, piatti, tablas, che parlano, raccontano, esprimono tutta la loro energia ma anche tutta la loro potenzialità emotiva e melodica. Proprio così, melodica. Bonaccorso ha un particolare amore per il calore della melodia, e le sue scelte come direttore artistico quasi mai prescindono da questa caratteristica.

Rosario Bonaccorso

Rosario Bonaccorso

Ho assistito a quattro concerti, a questo proposito, che tra poco vi descriverò. Ma il Percfest non è solo concerti in piazza: è concorso di scuole di musica, esibizioni in strada, seminari di grandi percussionisti e di grandi batteristi, e persino una bella sfilata di moda del marchio Flauels: stilista Flavia Bonaccorso, con tanto di accompagnamento di body percussion (Ignazio Bellini), di Hang Drum  (Gaspare Bonafede) e  una sfilata finale di Jazzisti con le coloratissime magliette della linea.

Per non parlare delle Jam Session che sono stati veri e propri concerti di Jazz di altissimo livello. La Laigueglia del Percfest si accende di suoni dalle sei del pomeriggio alle tre di notte. E quando si riparte si è malinconici per la partenza ma intrisi ancora di quell’ atmosfera gioiosa e di tutta la musica, i suoni, i battiti ascoltati. Un pieno di romantica – si, romantica! – energia.

Venerdì 20 giugno, ore 2130, primo concerto – “Romantically Yours”
con Rosario Bonaccorso: contrabbasso; Enrico Zanisi: pianoforte; Dino Rubino: tromba e flicorno; Dedè Ceccarelli: batteria

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Quando accennavo all’ amore per la melodia che traspare da molti progetti di Rosario Bonaccorso intendevo proprio ciò che ho sentito a cominciare da questo concerto in piazza, molto coinvolgente e molto intenso: brani che nascono per raccontare, riuscendovi, rapporti umani, storie, sentimenti. Brani dedicati, in maniera affettiva, a persone o accadimenti. Musica fatta di temi melodici che vengono presentati amorevolmente, e che passano di strumento in strumento arricchendosi a loro volta di spunti che quel tema cullano, esaltano, sviluppano, facendolo diventare familiare a chi ascolta. Orecchiabile ma non certo prevedibile, quello che si è ascoltato è il Jazz fatto di un timbro complessivo morbido, perseguito da tutto il quartetto, ma anche di swing e raddoppi trascinanti, che passano attraverso le bacchette sapienti di Dedè Ceccarelli.

Dedè Ceccarelli

Dedè Ceccarelli

Dino Rubino e Rosario Bonaccorso

Dino Rubino e Rosario Bonaccorso

Il tutto impreziosito dai soli di Bonaccorso, che canta, canta all’ unisono con il suo contrabbasso e che a sua volta sottolinea armonicamente i soli di Zanisi, che può così permettersi di concentrarsi solo sulla melodia con la mano destra. O quelli di Rubino, che con il suo flicorno canta, destruttura e poi ricostruisce con eleganza ed intensità quei racconti così cari a Rosario Bonaccorso, perché parte del suo vissuto.

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La musica è un linguaggio, e Bonaccorso ha il suo, personalissimo, riconoscibile ed intenso linguaggio, che passa dalle corde del suo contrabbasso e arriva direttamente a chi lo ascolta. E dal primo brano al bis il pubblico ha letteralmente respirato e dialogato insieme ai musicisti.

Secondo concerto in piazza, ore 22:30 – “Sette modi” , presentato da “sonata di mare”
con Stefano Cocco Cantini (direzione, sax e pianoforte) ; Antonello Salis (fisarmonica e tastiere) ; Francesco Petrini (batteria) ; Raffaele Toninelli (basso); Andrea Laghi (tromba) ; Valentina Toni (voce) : Aldo Milani (sax e Flicorno)
Enrico Rustici (ottavatore). Performance e danza coordinate da Cristina Riparbelli

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Altra atmosfera per questo ambizioso progetto di Stefano Cocco Cantini che un vede il serrato intreccio tra la musica e la danza, e contemporaneamente anche quello tra la musica popolare toscana, in particolare della Maremma, l’ improvvisazione (jazzistica e poetica – con le ottave di Enrico Rustici). I modi sono i “modi” della musica antica, schemi di riferimento a diversi sistemi scalari ( e che fanno parte anche del linguaggio del Jazz), ripercorsi durante tutto il concerto con fascinosa fantasia timbrica, compositiva, dinamica.

Antonello Salis

Antonello Salis

Antonello Salis e Stefano Contini

Antonello Salis e Stefano Contini

E così tra intro sospese (che la fisarmonica di Salis rende addirittura dense di ancestrale mistero), stornelli rivisitati in un mood jazzistico eppure così fortemente tradizionali (Rondinella Rondinella, Maremma – che chiude in maniera suggestiva il concerto), squarci di Jazz, dialoghi intensi tra fisarmonica e pianoforte, suoni di strumenti etruschi antichissimi e ricostruiti, e tra sezione fiati e voci, avviene un viaggio nello spazio e nel tempo. La musica può anche questo. Emozionanti e applauditissime le ottave improvvisate di Enrico Rustici.

Sabato 21 giugno.
Già dalla mattina prestissimo Laigueglia è in attività, con il corso di Qigong Sunris di Petra Raffais, in spiaggia. Dal primo pomeriggio cominciano i seminari (Ellade Bandini, che ogni giorno tiene gli incontri “1 e 100mila, la versatilità del sessionman) – e del batterista Santo Florelli) .

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Ma i suoni provengono anche dai soundcheck in piazza, nei quali si percepisce già quale sarà l’ atmosfera della serata, tanto che non vedi l’ ora che arrivino, questi concerti che si prospettano pieni di poetica energia. I musicisti si incontrano sul palco anche per la prima volta e ti accorgi di come il Jazz sia anche quel miracolo che permette di studiarsi al volo, imparare al volo, capire al volo e suonare da subito, e comporre da subito, ed entusiasmarsi da subito.

Alle 18, dopo i soundcheck cambi piazza e assisti al workshop di Lorenzo Tucci, che spiega quanto siano in fondo legati Jazz, rock, pop. Poche parole e parte il Jazz, fatto di fantasia, timbri che cambiano repentinamente, poliritmie, energia, passione: questo è il modo in cui si capisce il Jazz, questo è ciò che ti ricorda il perché il Jazz ti ha stregato. Arriva Giovanni Imparato e il sound si arricchisce di uno scat contagioso: e l’ improvvisazione continua…

Lorenzo Tucci e Marco Fadda

Lorenzo Tucci e Marco Fadda

Subito dopo si anima la passerella con una sfilata di moda della stilista Flavia Bonaccorso, che presenta il suo marchio “Flauel”… e le percussioni ci sono anche qui, accompagnano le modelle emozionatissime e colorate. Ignazio Bellini e la sua body percussion sottolineano ritmicamente i loro passi. E la sfilata, applauditissima, termina con la passerella dei Jazzisti che suoneranno la sera e che improvvisano con contrabbasso, spazzole, piccole percussioni e… i loro stessi corpi il tema dei “Flinstones”: Rosario Bonaccorso, Lorenzo Tucci, Fabrizio Bosso, Enrico Zanisi, Dino Rubino, Roberto Taufic, Gilson Silveira, Ignazio Bellini si divertono un mondo, e dunque divertono un mondo una piazza quasi stupita.

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Primo concerto della sera, ore 21:30 – Duo Colibrì – Javier Girotto, sax soprano
Natalio Luis Mangalavite, pianoforte e voce

Javier Girotto e Natalio Mangalavite

Javier Girotto e Natalio Mangalavite

Musica argentina sul palco del Percfest: Mangalavite comincia da solo al piano, Girotto lo segue dopo poche battute e subito questi due musicisti appaiono allegri, coesi, energici, strepitosamente esplosivi. I loro brani sono un mix di obbligati perfetti, a volte dissonanti e sghembi, ma completi di inserti improvvisati più larghi e melodici. Si penserà, ma come, al PercFest un duo che non prevede percussioni… si, ma con Girotto e Mangalavite il ritmo è garantito da accenti, dinamiche, momenti pianistici percussivi, ostinati che strutturano i brani: tutto è sanguigno e impetuoso, ma anche dolcemente preciso. La musica ha un sapore sudamericano, anche molto argentino, in particolare, eppure parliamo comunque di Jazz. E c’è il tango, struggente, intenso, cantato dal sax ma anche dalla voce meravigliosa di Mangalavite, che ti trascina a Buenos Aires, aggiungendovi anche solo quei piccoli riff al pianoforte, veri e propri stilemi, ma che nelle sue mani diventano densi di pathos. Si, lo so, Adriana Varela è una donna che canta il tango, ma Mangalavite ha quel modo viscerale di cantare, e Girotto vi si intreccia con il sax in maniera struggente, o allegra, o divertente.

Javier Girotto

Javier Girotto

Gli unisono sono perfetti, l’ improvvisazione è travolgente, e se si suona l’ “ausência” l’ assenza” , la nostalgia è resa con note lunghe, armonie morbide e il controcanto che incanta.

La sera è rinfrescata da un vento dolce, il mare sussurra, e gli applausi scrosciano.

Ci si avvicina ai secondo concerto: ma davanti al palco prima ci sono i bambini ragazzini delle scuole di musica di Grosseto. Percussioni di tutti i tipi per 7 minuti esplosivi intitolati “Ritmo del mare nel battito del mondo”. Un preludio bellissimo per un concerto che già al soundcheck si era intuito di altissimo livello. E in effetti…

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Secondo concerto, ore 22:30 “Sonata di mare – In mezzo c’è solo il mare” .
con Rosario Bonaccorso, contrabbasso; Roberto Taufic: chitarra
Ensemble percussioni: Marco Fadda, Gilson Silveira, Dado Sezzi, Giorgio Palombino; Lorenzo Tucci: batteria; Special guest: Fabrizio Bosso, tromba.

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Il concerto più entusiasmante ed allegro di quelli da me ascoltati a Laigueglia, un viaggio vero e proprio attraverso le percussioni nel mondo. Rosario Bonaccorso ne è l’ autore: e si torna a ciò che si diceva nelle prime righe di questo reportage. Ovvero l’ amore in senso davvero affettivo di questo musicista per il racconto, per la descrizione in musica di un vissuto che egli per primo ha vissuto in maniera emozionale. E con i musicisti sul palco che vedete elencati poco più sopra il risultato è stato, non esagero, strepitoso. Dalla Repubblica Dominicana, al Brasile, al Messico, al Nordafrica , all’ Argentina (con l’ incursione di Mangalavite e Girotto), alla Liguria: tutti paesi circondati, divisi ed uniti dal mare, e uniti dalla musica. Il pubblico ha ascoltato quanto le percussioni, la batteria possano essere melodiche e interagire polifonicamente. Quanto cambino i suoni da cultura a cultura. Quanto possano essere poetici chitarra e contrabbasso quando interagiscono tra loro, e quanto la tromba possa essere eclettica a seconda del substrato ritmico armonico che la circonda, se il trombettista è versatile come Fabrizio Bosso.

Fabrizio Bosso e Roberto Taufic

Fabrizio Bosso e Roberto Taufic

Ma anche se il contrabbassista ha l’ urgenza di trasmettere le sue emozioni perché diventino anche quelle del pubblico. Roberto Taufic con la sua chitarra ha portato il Brasile, certo, ma non solo: ha portato l’ essenza di quanto la musica sia un linguaggio universale, con la sua capacità di essere lirico ma anche energicamente ritmico. Lorenzo Tucci trasforma qualsiasi batteria in uno strumento dal marchio… Tucci, facendole parlare ogni timbro esistente facendone uscire ogni fraseggio possibile, congruo, nuovo ed antico.

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I percussionisti, tutti, hanno dimostrato non solo virtuosismi incredibili ma una liricità e una coesione alle quali era impossibile resistere. E vi assicuro che è stato pressoché eroico rimanere seduti e non ballare. Il crescere del pathos non è stato garantito solo dal banale crescendo dei volumi: ma dalla musicalità, dalla conoscenza perfetta delle dinamiche e delle potenzialità che ognuno di questi musicisti (di prim’ ordine) ha del proprio strumento. E se si passa dalla samba ad un raddoppio swingante, tutti viaggiano allegramente e perseguono quel cambio di atmosfera, in maniera disinvolta e contagiosa, così come la musica, e il Jazz sanno essere quando sono suonate bene. L’intervento al pianoforte di Edoardo Taufic è stato all’ altezza del clima musicale di cui state leggendo.

Soli notevoli e tutt’ altro che meramente tecnici, di tutti i musicisti sul palco, compreso il solo di birimbao di Sezze e quello di pandeiro (incredibilmente bello, e lirico, persino) di Silveira. Per non parlare delle tablas di Fadda e delle congas di Palombino. La musica, i concerti possono essere di altissimo livello e anche estremamente divertenti. Questo progetto di Rosario Bonaccorso lo ha dimostrato ampiamente: ancora oggi dopo qualche giorno al solo pensiero viene voglia di ballare.

Cosa volete che vi racconti di più di questi due giorni?

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