Gilberto Gil – Roma, Cavea dell’Auditorium Parco della Musica

Gilberto gil

Gilberto Gil

Gilberto Gil, non solo è un grande musicista ma anche un uomo che ha da sempre legato la sua carriera artistica a un sincero impegno politico e sociale. Dal 2001 è “Ambasciatore di buona volontà “ della FAO, titolo che ha mantenuto anche quando ha svolto l’incarico di Ministro della Cultura nel governo del presidente Lula. Come rappresentante della FAO, Gil ha sostenuto il progetto “Fame Zero” e appoggiato la campagna “Un Miliardo di Affamati nel Mondo”. Così non stupisce cha la prima delle quattro date italiane del cantante di Bahia sia patrocinata proprio dall’organizzazione che combatte la fame nel mondo. A presentare la serata, assieme a Gil, c’è Josè Graziano da Silva, direttore generale della FAO che parla di come una persona su sette soffra la fame, nonostante nel mondo ci sia cibo sufficiente per tutti. L’alimentazione è un diritto, afferma, e su questo tutti in platea sono d’accordo.

Alla domanda rivolta a Gil su cosa sia l’essenza della sua musica Gil risponde semplicemente “Solo due parole: Carità e Amore”. Il musicista brasiliano propone al pubblico romano The String Concert And The Rhythm Machine (Concerto De Cordas E Màquina De Ritmo) un progetto essenzialmente acustico in cui l’artista è accompagnato da suo figlio Bem alla chitarra, dallo straordinario violoncellista e arrangiatore Jacques Morelembaum, dal violinista francese Nicholas Krassik e dal percussionista Gustavo di Dalva. Pochi secondi per accordare la chitarra ed è proprio Màquina de Ritmo, contenuta nell’album Banda Larga Cordel, del 2008 ad aprire il concerto.

Il ritmo della chitarra acustica di Gil interagisce con il tessuto armonico creato da violoncello e violino e dà vita a un affascinante contrasto, mentre le percussioni di di Dalva restano sempre in sottofondo e offrono una propulsione ritmica discreta, quasi timida e mai superano la dinamica degli strumenti a corda. E’ questa la precisa scelta artistica di Gil per questo progetto. Mantenere tutto sullo stesso piano offrendo una versione cameristica della sua musica. Così, nel corso del concerto, i raffinatissimi arrangiamenti di Morelembaum talvolta risultano appiattirsi e a rischiano di risultare addirittura stucchevoli proprio per la mancanza del calore di una ritmica decisa.

Marco Giorgi

www.red-ki.com

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