Nasce la Federazione Nazionale “Il Jazz Italiano”

 

I-Jazz (l’associazione dei festival italiani di jazz dal 2008, presidente Gianni Pini), MIdJ (associazione dei Musicisti Italiani di jazz dal 2004, presidente Ada Montellanico), Italy Jazz Network (associazione agenzie e management italiane afferenti alla musica afro-americana, presidente Vittorio Albani) e le neonate ADEIDJ (Associazione delle Etichette Indipendenti di Jazz, presidente Marco Valente) e Italia Jazz Club (associazione dei club, presidente Giovanni Serrazanetti): sono queste le cinque associazioni di settore che oggi, in tarda mattinata (mercoledì 21 febbraio) hanno dato vita, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo a Roma, alla Federazione Nazionale ‘IJI – Il Jazz Italiano’  presieduta da Paolo Fresu, firmando contemporaneamente un protocollo d’intesa con il ministero.

Le motivazioni che hanno portato a questo atto sono da condividere appieno, salve le inevitabili perplessità quando entrano in gioco le pubbliche autorità e si sottoscrive un’intesa a pochi giorni dalle prossime elezioni. E se il futuro ministro dei Beni Culturali non sarà, come probabile, Franceschini? Se il nuovo titolare non la penserà come lui, questi patti che fine faranno? E come risolvere il problema dei rapporti tra poteri centrali e poteri locali non sempre idilliaci (Roma docet)?

Comunque, in attesa di vedere cosa ci riserva il futuro, resta il fatto che quella di oggi, come sottolineato da quasi tutti i su citati presidenti, può considerarsi una data storica per il jazz italiano dal momento che almeno si sono poste le basi per una cooperazione che se ben realizzata non potrà che portare frutti generosi.

In effetti in un’epoca di individualismi e di una difficoltà sempre più forte nella condivisione e nella comprensione di tutto ciò che ci sta intorno, il jazz italiano ha dimostrato che per il raggiungimento di un lavoro di qualità è indispensabile fare squadra, unire capacità e forze. Di qui la nascita della Federazione che non ha scopo di lucro e persegue il riconoscimento e la tutela dei valori e degli interessi culturali, sociali e imprenditoriali del sistema del jazz italiano favorendo la creazione di reti virtuose e incentivando il dialogo e la collaborazione tra tutti i soggetti.

IJI nasce – si legge nel comunicato ufficiale –  come riferimento nazionale con l’intento “di unire e rappresentare le associazioni di categoria più importanti e rappresentative del mondo del jazz italiano per sostenere progetti che tendano alla valorizzazione e allo sviluppo dell’attività artistica italiana con particolare riferimento al jazz e alle musiche attuali e che abbiano come nucleo la ricerca e la sperimentazione”.

In tale contesto si inserisce la firma del protocollo d’intesa con il MiBACT, avvenuta ad opera del Ministro Dario Franceschini , del neo presidente IJI, Paolo Fresu e dei su citati presidenti delle associazioni coinvolte.

Obiettivo esplicito delle parti è impegnarsi reciprocamente “nel perseguire obiettivi strutturali che vadano a implementare la conoscenza della cultura jazzistica – riconosciuta quale patrimonio comune e momento di crescita del pubblico e dei musicisti – e ne promuovano lo sviluppo e la crescita costante”.

Come? Attraverso un coinvolgimento delle amministrazioni e delle realtà locali, delle scuole, l’apertura di un dialogo con il settore turistico e   un maggior interesse verso le nuove generazioni e le zone periferiche e dimenticate nonché attraverso l’istituzione di una giornata nazionale del Jazz Italiano che ricalchi le orme del successo dell’Aquila, riunendo tutta la “popolazione” del jazz nazionale per l’organizzazione di un evento annuale unico. Fondamentale appare poi continuare l’importante lavoro sulle residenze d’artista, portato avanti in primo luogo da MIdJ insieme alla SIAE, sia all’estero che in Italia, nell’ottica di favorire l’incontro con esperienze e conoscenze di artisti di altri paesi e lavorare insieme per garantire una maggiore visibilità, anche a livello mediatico, alla musica jazz.

#jazz4italy, il Jazz italiano per le terre del sisma. La nuova geografia del terremoto ridisegna la mappa della solidarietà: 4 regioni, 800 musicisti, 100 band e 150 concerti

“Il Jazz italiano per le terre del sisma”, #jazz4italy, iniziativa che riunisce in un progetto comune un pool di enti con capofila il MIBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, la città de L’Aquila, la “Perdonanza Celestiniana” e quest’anno anche i comuni di Amatrice, Scheggino e Camerino, sta per avviare la sua imponente macchina organizzativa. La maratona del jazz, itinerante dal 31 agosto al 3 settembre,  gode del sostegno della SIAE come sponsor principale oltre all’apporto di partner tecnici e alla copertura mediatica della Rai. L’organizzazione è a cura dell’Associazione i-Jazz (che raggruppa ben 50 promoter di  festival in tutta Italia), di MIDJ (associazione dei Musicisti Italiani di Jazz) e della Casa del Jazz di Roma.

Dopo l’enorme riscontro delle due passate edizioni (60.000 spettatori solo nel 2015!) il programma di quest’anno vede la policroma carovana del jazz spostarsi attraversando quattro regioni: Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, seguendo la mappa ridisegnata in base alle scosse che si sono succedute negli ultimi anni nell’Italia Centrale.

Si parte dunque dal borgo di Scheggino, in Valnerina, nella provincia di Perugia, il 31 agosto, poi a Camerino, Macerata, il 1° settembre, proseguendo il viaggio nelle terre colpite dal sisma il 2, con tappa nella martoriata Amatrice (Rieti), per arrivare il 3 a L’Aquila, capoluogo d’Abruzzo. Qui sono attesi quasi 800 musicisti (il numero è ulteriormente lievitato rispetto a quello annunciato il 20 luglio alla conferenza stampa romana, che Luigi Onori ha seguito scrivendone su queste pagine), a formare un centinaio di gruppi (tutti si esibiscono a titolo gratuito) e decine e decine di persone che andranno a comporre l’esercito dello staff, con volontari provenienti da tutta Italia – compresa la scrivente – che contribuiranno alla migliore riuscita di questo significativo evento. Lo scopo è soprattutto quello di portare un messaggio di vicinanza alle popolazioni terremotate da parte di tutto il movimento del jazz. “Un gesto di solidarietà da parte del mondo dello spettacolo che ha il merito di portare l’attenzione sulle comunità che con grande sacrificio e perseveranza stanno ricostruendo il proprio tessuto vitale“, ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini.

Il cartellone mette quasi paura: sotto la direzione artistica di Paolo Fresu, in stretta collaborazione con il patron di i-Jazz Gianni Pini e la partecipazione amichevole, in veste di presentatrice, dell’attrice Geppi Cucciari, sono infatti previsti più di 100 concerti in una ventina di location cittadine, con inizio già dalle 11 del mattino e sino a notte inoltrata. I fondi raccolti si sommeranno a quelli della passata edizione, che in prima battuta sembrava dovessero essere destinati sempre ad Amatrice ma per la ricostruzione del cinema-teatro Garibaldi (opzione di fatto non percorribile), saranno invece dirottati alla costruzione di un Centro Polifunzionale nel quale opererà la onlus “Io Ci Sono” in stretta collabrazione con i musicisti jazz italiani che, come afferma una nota dell’organizzazione, “daranno vita e respiro alla struttura”.

ph: Pino Ninfa

A L’Aquila la protagonista sarà indubbiamente la musica ma anche lo sport scenderà “letteralmente” in campo con la Nazionale Italiana Jazzisti: il 2 settembre una partita di calcio benefica promuoverà una raccolta di fondi con lo scopo di acquistare strumenti musicali per la banda di Amatrice. La NIJ si scontrerà con la formazione degli AAA (Amici Aquila Amatrice) che sarà capitanata da Raoul Bova e composta da personalità amatriciane e aquilane, nomi dello spettacolo, tra cui il conduttore di Brasil Max De Tomassi, originario di Amatrice, ed ex calciatori. Tra i musicisti, Paolo Fresu, il crooner Walter Ricci, il contrabbassista Dario Rosciglione, il batterista brasiliano Reinaldo Santiago, ovviamente nel ruolo di centravanti!

Nella lunga maratona musicale, il jazz italiano è sicuramente ben rappresentato, con nomi di assoluto livello. La guest star sarà indubbiamente Mario Biondi ma ci saranno moltissimi musicisti di spicco come Franco Ambrosetti e Dado Moroni, Enrico Intra, Gegè Telesforo, Glauco Venier, Rosario Bonaccorso, Gabriele Coen, la vocalist Diana Torto, i Solis String 4et,  Roberto Magris, Remo Anzovino&Roy Paci e moltissimi altri… citare tutti sarebbe nobile ma in questi spazi impossibile. Facciamo comunque nostra la dichiarazione di Paolo Fresu, anima dell’iniziativa: “avremo artisti da tutta Italia, di generi, età, ispirazioni diverse, tutti con il nome scritto con gli stessi caratteri, perché siamo tutti uguali” e, aggiungiamo noi, tutti accomunati dallo stesso spirito di solidarietà e vicinanza alle genti del centro Italia, attraverso il linguaggio di pace del jazz.

Questo il link dove è possibile visualizzare il programma completo di ciascuna giornata:

https://issuu.com/italiajazz/docs/jazz4italy2017_programma_hd_ok

Al portale di ItaliaJazz le news e info costantemente aggiornate:

http://www.italiajazz.it/notizie/760?language=it

 

Il Jazz Italiano per l’Aquila fa il bis

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Il Ministero dei Beni Culturali di via del Collegio Romano a Roma, ha ospitato venerdì 8 luglio la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione de “Il Jazz Italiano per l’Aquila”, in programma dal 2 al 4 settembre, manifestazione che lo scorso anno richiamò sessantamila persone nel capoluogo abruzzese, divenuto per un giorno il centro della terra… jazzisticamente parlando… in una maratona alla quale hanno partecipato circa 600 musicisti, impegnati in un centinaio di concerti in 12 ore di musica, nelle strade e nei luoghi simbolo della ricostruzione.
Il Ministro Dario Franceschini si è soffermato sull’alto valore della manifestazione, per i suoi importanti contenuti: “il jazz non deve essere più considerato un fenomeno di nicchia ma un elemento trainante per l’industria del turismo culturale in Italia”. La grande risonanza che il progetto ha avuto a livello mediatico è divenuta anche la testimonianza più diretta dell’incessante opera di ricostruzione degli edifici colpiti dal sisma del 2009, un evento drammatico che cambiò nel profondo l’anima di questa città, che ora vuole ritornare ad essere un patrimonio mondiale per la ricchezza della sua storia, per l’arte e per la cultura.
Franceschini ha ricordato con emozione il grazie degli aquilani e il sorriso sui loro volti, per aver riacceso le speranze e la voglia di ricominciare.
Il primo cittadino dell’Aquila, Massimo Cialente, ha ringraziato il Ministro e Paolo Fresu per questa chiamata, prontamente raccolta, dal movimento del jazz italiano, ricordando come questo evento sia stato “una delle tante tessere del complicato puzzle della ricostruzione, che ha portato, a Dicembre 2015, alla riapertura del Museo Nazionale d’Abruzzo nella nuova sede, ex Mattatoio Comunale, a Borgo Rivera, di fronte alla Fontana delle 99 Cannelle. Ed è stato proprio il sindaco Cialente ad auspicare, per l’edizione 2016, il raddoppio delle presenze, sottolineando di aver aggiunto nuovi luoghi, nuovamente fruibili alla collettività, per i concerti. Si rinnova anche la stretta collaborazione con il comitato della Perdonanza, organizzatore dei grandi eventi aquilani e si attiva quella con “Sapori dei Parchi”, festival dedicato alla biodiversità, che presenta il meglio della produzione eno-gastronomica dei parchi nazionali italiani. (altro…)

Il Jazz Club Ferrara è tra le “Great Jazz Venue” selezionate da Down Beat

Il Torrione San Giovanni, sede del Jazz Club Ferrara, è stato inserito tra le “Great Jazz Venue” 2016 dal prestigioso magazine statunitense Down Beat.
Si tratta di un importante riconoscimento che si aggiunge a quelli già ottenuti in ambito nazionale (primo classificato nella categoria “Jazz Club Italia” dei Jazzit Awards 2010, 2011, 2013 e 2014) e che proietta oltreoceano l’attività del jazz club estense, consacrandola su scala planetaria. (altro…)

Franceschini promette maggiore attenzione per il jazz

Dario FranceschiniMiracolo: anche il governo si è accorto che il jazz rappresenta una realtà importante nell’ambito culturale italiano. L’inattesa rivelazione è arrivata per bocca di Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. nel corso della conferenza stampa svoltasi mercoledì scorso (9 giugno) presso la sede del Mibact per presentare i programmi di festival e rassegne italiani di jazz per l’estate 2014. Proprio a riconoscimento di tale importanza, il ministro ha annunciato l’istituzione di un fondo straordinario di 500 mila euro per il jazz a valere dai fondi del lotto.

Ma per fare cosa? Al riguardo il ministro ha precisato che tali fondi andranno a finanziare iniziative permanenti quindi non operazioni spot ma, ad esempio, un importante portale che possa fungere da preciso punto di riferimento per quanti, turisti o no, vogliano essere informati giorno per giorno su ciò che accade nel mondo del jazz italiano. Un fondo, ha precisato, che non si sostituisce al Fus e che sarà operativo dal 2015 a seguito di un bando pubblico.

«L’idea è che se funzionerà diventerà permanente». Oltre al fondo straordinario, ha sottolineato Franceschini, anche nuove regole di accesso per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), «che dovrebbero eliminare un po’ di ostacoli al settore per i finanziamenti». Abbastanza paradossale poi, il fatto che Franceschini sia venuto a snocciolare i dati che dimostrano come il jazz non sia una realtà di nicchia ma “una delle grandi eccellenze del nostro Paese” una realtà che solo nel 2012 secondo i dati Siae ha prodotto oltre 4 mila concerti su un totale di 18 mila; paradossale in quanto ad ascoltarlo non erano suoi colleghi politici per sua stessa ammissione “fin qui distratti” ma addetti ai lavori che tali cifre conoscono assai bene e non certo da oggi. (altro…)