I nostri CD

I NOSTRI CD

3dB Trio – “Chiaroscuro” – Dodicilune 314

Disco d’esordio per questo trio composto da Pietro Di Domizio alla chitarra, Michelangelo Brandimarte al basso e Luca Di Battista alla batteria. Nulla di particolarmente nuovo sotto il sole ma tre giovani musicisti che sanno il fatto loro, ben preparati, capaci (il chitarrista e il bassista) di scrivere notevoli composizioni caratterizzate da un certo gusto per la melodia, e in grado di sviluppare un notevole grado di empatia che consente loro di sviluppare per tutta la durata dell’album una tessitura omogenea senza per questo rinunciare agli immancabili assolo . Il titolo scelto “Chiaroscuro” esemplifica abbastanza bene il lavoro di ricerca svolto dai tre che, così come nella pittura, alternando atmosfere diverse riescono a trovare un suono abbastanza originale condito alle volte (vedi “Spring”) da un pizzico di elettronica usata comunque con ponderazione e buon gusto. Come si accennava il repertorio è composto in gran parte da originals ma i tre hanno avuto l’intelligenza di inserire anche uno standard, “You don’t know what love is” di Don Raye, Gene De Paul; così è stato possibile vedere all’opera i tre in un brano che con le sue tante incisioni propone validi motivi di paragone: ebbene Di Domizio e compagni se la sono cavata egregiamente affrontando il pezzo con il dovuto rispetto, senza ansia alcuna di stravolgimenti o di letture particolarmente personali, ma cercando di evidenziarne al massimo la coinvolgente melodia. Per quanto concerne le composizioni originali, le mie preferenze vanno a “Rethinking of us” la cui atmosfera vagamente tanguera viene ben disegnata dal trio. (altro…)

Rossella Cangini, Claudio Lodati – “PLOT”

Cangini-Lodati: "Plot"

Cangini-Lodati: "Plot"

Prima di ascoltare questo cd è assolutamente necessario dire a se stessi decine di volte: ricorda che è jazz sperimentale, sperimentale, sperimentale, sperimentale.  Si rischia se no di non andare oltre il quinto minuto di ascolto, ma sarebbe un errore.  Ascoltando musica bisogna sempre avere l’onestà intellettuale di scrollarsi di dosso i pregiudizi, che spesso provengono dal paragonare tutto a ciò che appartiene al nostro mondo sonoro, come se fosse il migliore e l’unica meta da raggiungere: uccidendo, di fatto, tutto ciò che a quel nostro centrico mondo non appartiene.

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Massimo Barbiero & Giovanni Maier – “Code Talkers”

Massimo Barbiero & Giovanni Maier - "Code Talkers"

Massimo Barbiero & Giovanni Maier - "Code Talkers"

Percussioni e Violoncello, improvvisazione totale: una sonorità inusuale ma che già dai primi minuti è talmente sintonica che porta subito chi ascolta ad una rilassata tensione, senza che questa sembri una contraddizione.  Il codice che lega i due artisti e’ la sorgente di un dialogo personalissimo tra i due, un codice logico e trasognato, che non esclude chi assiste allo scambio, anzi: lo trasforma in fruitore attento (alla logica) e sognante (per l’ aspetto trasognato). Non catalogabile in un genere predefinito, come tutta la produzione artistica di Barbiero (che con Maier ha venti anni di sodalizio negli Enten Eller) questa e’ musica che varca i confini, che ha senso in se stessa e non come segno di un qualcosa di predefinito, nonostante sia sintesi di tutto ciò che Barbiero e Maier hanno suonato fino ad un minuto prima di entrare in studio a registrare.

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