Il secondo appuntamento di “Parole & Musica – Incontri sotto le stelle”

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Giulio Stracciati1Ancora una bella serata, lunedì 15 luglio, alla Casa del Jazz di Roma. Nell’ambito dell’annuale Festival estivo, sul palco il trio del chitarrista senese Giulio Stracciati, coadiuvato da Franco Fabbrini al contrabbasso e Francesco Petreni alla batteria, e il nostro direttore Gerlando Gatto. In programma il secondo appuntamento del nuovo ciclo “Parole & Musica – Incontri sotto le stelle”, ideato e condotto per l’appunto da Gatto, con il precipuo intento di agevolare il pubblico in una migliore conoscenza sia del musicista ospite sia della musica proposta.

In apertura, come aveva già fatto l’altra volta per la fisarmonica, Gatto ha fornito un sintetico quadro dell’importanza della chitarra nell’ambito del jazz, dopo di che la parola è passata a Giulio Stracciati che ha intonato il celebre “Falling Grace” di Steve Swallow.

Il pubblico ha mostrato immediatamente di gradire sia lo stile del chitarrista sia le sue risposte alle incalzanti domande di Gatto: così c’è stato un applauso a scena aperta quando Stracciati ha sottolineato la decadenza culturale del nostro Paese così come quando ha evidenziato che pagare 20.000 euro per un solo concerto è affatto paradossale nell’attuale situazione.

Così, tra una chiacchera e l’altra, come nello spirito di questa iniziativa, Stracciati ha sciorinato una serie di brani evidenziando una grande maestria tecnica, un sound d’assieme molto personale e, quel che più conta, una grande capacità di comunicare. La sua proposta è “arrivata” senza bisogno di ulteriore intermediazione grazie anche al magnifico interplay tra i musicisti: era, infatti, evidente l’intesa fra i tre che si trovavano con grande facilità rispondendo l’uno agli stimoli dell’altro.

Così abbiamo ascoltato “Monk’s dream” di Thelonious Monk, “Cherokee” di Ray Noble, “Prelude to a Kiss” di Ellington magnificamente interpretata, “Insensatez” di Antonio Carlos Jobim che ha chiuso la serata, oltre a due composizioni dello stesso Stracciati, “Try” e “Orzoway”, che  il pubblico ha mostrato di gradire in modo particolare. In effetti Stracciati ha una bella capacità di scrittura sì da rendere i suoi brani gradevoli all’orecchio senza essere banali, il tutto sorretto da armonizzazioni ricercate e da una eccellente carica ritmica.

Insomma, davvero una performance di livello sottolineata dai convinti applausi del pubblico.

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