I nostri CD. Prova di maturità per Giuseppe Mirabella

NaumachiaOttima performance di Giuseppe Mirabella accompagnato da musicisti di assoluto spessore come Riccardo Fioravanti al contrabbasso, Stefano Bagnoli alla batteria e Dino Rubino al pianoforte e alla tromba. Non credo di esagerare affermando che questo “Naumachia” rappresenta un vero saggio di maturità per il chitarrista siciliano che non ha ancora ottenuto i riconoscimenti che merita. Nato il 24 gennaio 1972, Mirabella si mette in luce già nel 1999 vincendo, durante l’Umbria Jazz Festival, il premio come migliore chitarrista e la relativa borsa di studio della prestigiosa Berklee School of Music di Boston. Nel 2001 vince (primo italiano) il concorso internazionale Eddie Lang, massimo riconoscimento nazionale per giovani chitarristi jazz e nel 2007 entra di diritto nel gotha del jazz italico come membro  del Dado Moroni Trio. Dal 2012 fa parte dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo diretta da Nello Toscano.

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I nostri CD. Le nove metropoli di Gilad Atzmon

Prepariamoci ad un lungo e straordinario viaggio attraverso alcune delle più belle città del mondo: maestro di cerimonie il polistrumentista Gilad Atzmon con il suo “Oriental House Ensemble” in vita dal 2000, ovvero l’altro polistrumentista Frank Harrison, il contrabbassista Yaron Stavi e il batterista Eddie Hick. Chi si attende una musica descrittiva, d’atmosfera resterà fortemente deluso in quanto Gilad prende spunto dalle grandi città, dalle metropoli per dare vita e consistenza alle proprie sensazioni, al proprio modo di vedere e vivere la vita. Non a caso lo stesso leader spiega brevemente che il tentativo dell’album è stato quello di catturare il “sound” delle città, delle grandi città, quel sound che rimane entro di noi e che si solidifica quando, prima da ragazzi e poi da adulti viviamo in un determinato luogo per tanti anni. E questo luogo , specie per i musicisti, si identifica con le metropoli dal momento che è qui che si trova lavoro, è qui che si trovano i conservatori, è qui che di solito si fanno i grandi incontri. Si inizia quindi con “Paris”: una dolce e malinconica melodia disegnata dal pianoforte di Frank Harrison, ripresa dall’accordion e dal sax del leader a declinare un’atmosfera sognante che contrasta nettamente con la tensione e l’energia del secondo brano dedicato a “Tel Aviv”, tutto giocato su un lungo, nervoso assolo di Gilad, dal sapore vagamente orientaleggiante, ottimamente sostenuto dagli altri tre con in particolare evidenza il pulsante sostegno ritmico di Yaron Stavi.

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Vi spiego… la tromba: Fabrizio Bosso

Fabrizio Bosso

– Fabrizio, innanzitutto spiegaci come mai hai scelto di suonare la tromba, e quando hai cominciato a guadagnare e a decidere di vivere con la tua musica.
“ La tromba perché ho un papà trombettista quindi un po’ per imitazione… all’ inizio vedevo lui  suonare e così , dopo aver distrutto una serie di trombe di plastica ho iniziato a suonarne una vera, a cinque anni.  Che dire, ho capito quasi da subito che poteva essere la mia vita”.

– E ora entriamo nel merito.  La tromba è uno strumento a fiato.  In cosa si differenzia da altri strumenti a fiato? Come è strutturata? Come esce il suono da una tromba?
“ Intanto ti dico che è uno strumento in lega di ottone e  rame, e che  in realtà altro non è che un tubo ritorto.  Se non fosse così attorcigliata sarebbe molto lunga, circa due metri, credo. Soffiandovi dentro si crea una vibrazione: ma mentre nel sassofono il  suono esce facendo vibrare l’ ancia, nella tromba questa funzione viene svolta dalle labbra. Il primo suono viene generato dalla vibrazione delle labbra, che viene poi amplificata dal bocchino e dalla tromba stessa”.

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Massimo Urbani, una presenza vitale ancora oggi

massimourbaniAll’improvviso – forse – tra il 23 ed il 24 giugno di vent’anni fa moriva Massimo “Max” Urbani. Trentasei anni, una tecnica strumentale eccellente coniugata con un’ispirazione autentica ed esistenziale, l’altosassofonista era sulla scena del jazz italiano ed europeo da almeno più di due decenni. Ora in posizione centrale ora marginale – e il suo talento non fu valorizzato sempre come avrebbe dovuto – Max era comunque un punto di riferimento per una vasta cerchia di jazzisti e in pochi immaginavano la sua fine in un periodo migliore di altri: stava per diventare padre, una decina di giorni prima aveva suonato ad Orvieto, c’era un tour pronto in ottobre ed un gruppo di amici musicisti stava mettendo su un gruppo di fiati appositamente per lui. La dose di eroina che si iniettò nella sua casa nel quartiere Monte Mario, cui era profondamente legato, fu letale e a nulla servì il ricovero nel vicino ospedale S.Filippo.

A mantenere viva la memoria di Max ci ha pensato, negli anni e con lucida passione, l’”Associazione Massimo Urbani” (con Mauro Verrone e Paolo Tombolesi tra gli animatori). A ricostruire di recente la carriera e la musica di Massimo Urbani si sono adoperati Paolo Carradori su “Il Giornale della Musica” di giugno con un acuto articolo, Libero Farnè con un dossier di dieci pagine pubblicato (ancora in giugno) dal mensile “Musica Jazz” (con una ricca appendice on-line di interviste a vari jazzisti, più un Cd registrato in duo con Mike Melillo per la Philology nel 1987). Radiotre Suite Jazz (curata da Pino Saulo) presenta, dal canto suo, un Omaggio a Massimo Urbani (Roma, 8 maggio 1957 – Roma, 24 giugno 1993) nella sala A di via Asiago proprio il 24 giugno, a partire dalle ore 21. Parteciperanno Maurizio Urbani ‘Animali Urbani’ Quintet (Maurizio Urbani, sax tenore; Tiziano Ruggeri, tromba; Federico Laterza, pianoforte, tastiere; Luca Pirozzi, basso elettrico; Alessandro Marzi, batteria); duo Luigi Bonafede – Mauro Verrone (Luigi Bonafede, pianoforte; Mauro Verrone, sax contralto, sax soprano); trio Ivano Nardi-Eugenio Colombo-Marco Colonna (Ivano Nardi, batteria; Eugenio Colombo e Marco Colonna, ance); Rosario Giuliani Quartet (Rosario Giuliani, sax contralto; Roberto Tarenzi, pianoforte; Alex Boneham, contrabbasso; Marco Valeri, batteria). Sono previsti interventi dello storico del jazz Adriano Mazzoletti e di Carola De Scipio, autrice di un inteso libro testimoniale (“L’avanguardia è nei sentimenti. Vita, morte, musica di Massimo Urbani”, Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri, 1999).

Vorrei, quindi, provare a ricordare Massimo Urbani in modo frammentario e disorganico, con delle citazioni e delle riflessioni che userò (ho usato) in “To Max with love (da un’idea di Ivano Nardi”; si tratta di una performance (21 giugno, ore 21, Museo Laboratorio della Mente a S.Maria della Pietà, Roma, nel cuore del quartiere in cui Max è nato e cresciuto) che vede (ha visto) le musiche di Nardi, Eugenio Colombo e Silvia Bolognesi interagire dal vivo con le immagini di Massimiliano Carboni e le parole di Carola De Scipio e di chi scrive.

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I nostri CD. Le due facce di Jarrett

SomewhereKeith Jarrett è sicuramente uno dei più grandi musicisti che la storia del jazz ci abbia regalato. Dopo Bill Evans è stato forse l’unico a saper dare nuova identità al trio pianoforte, contrabbasso, batteria assieme agli incredibili Gary Peacock e Jack DeJohnette. Oramai da molti anni Jarrett non sbaglia un colpo, almeno discografico…ché talvolta qualche esecuzione live non è stata grandiosa come al solito. Ma c’è di più, c’è la straordinaria padronanza tecnica, esecutiva, emozionale con cui Jarrett passa senza problema alcuno dal jazz alla musica colta. Ed è proprio questo aspetto che vogliamo sottoporre alla vostra attenzione segnalandovi due album del pianista di Allentown.

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FESTA EUROPEA DELLA MUSICA – XIX EDIZIONE

Piazza di Spagna Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza Farnese, Piazza Navona, Piazza del Pantheon, Piazza S.Silvestro, Mercati di Traiano, Macro, Musei Capitolini, Musei di Villa Torlonia, Museo dell’Ara Pacis, Museo Nazionale di Palazzo Venezia …questi alcuni dei prestigiosi spazi che da venerdì 21 a domenica 23  giugno 2013, ospiteranno a Roma la Festa Europea della Musica.

La festa, quest’anno, si prepara  ad invadere la città  con un  programma vasto e articolato che coinvolgerà oltre mille musicisti con 140 concerti, tutti ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti, in oltre 70  spazi tra piazze, musei, cortili, istituti di cultura, chiese, locali, e aree archeologiche. Un cartellone eterogeneo, che ben rappresenta uno degli elementi essenziali della manifestazione, quello di essere la “festa di tutte le musiche”. La Festa europea della musica, da diciannove anni incoraggia, infatti,  l’ascolto della musica offrendo concerti gratuiti di tutti i generi musicali, promuove l’incontro tra generi, culture e professionalità musicali diverse, tra musica classica e rock, colta e popolare, tra passione e mestiere, valorizza gli spazi museali meno noti della città. Dalla sua nascita in Francia, la manifestazione si svolge  il 21 giugno di ogni anno in contemporanea in più di cento città del mondo, distribuite nei quattro continenti. La manifestazione è “la festa di tutte le musiche”, e di tutti i musicisti, siano essi professionisti o semplici appassionati. È un giorno di festa per le realtà musicali grandi e piccole della città, dalle scuole di musica ai conservatori, dalle ambasciate alle associazioni musicali di quartiere. Non a caso la manifestazione ha ricevuto la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica negli anni 2009, 2010 e 201.

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