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a proposito di jazz - i nostri cd

Andrea Massaria / Giancarlo Schiaffini “Corindilindoli” (SETOLA DI MAIALE SM2830).

andrea-massaria-giancarlo-schiaffini-corindilindoliLa registrazione è in studio dal vivo, nonostante la presenza di effetti elettronici (prodotti da entrambi i musicisti) e le voci registrate di Tiziana Ghiglioni (in “Chirullimaconi”) e di Silvia Schiavoni (“Ho veduto volare”; entrambe composizioni di Schiaffini). Il chitarrista Andrea Massaria ed il trombonista romano hanno in comune, pur essendo distanti come generazione, l’amore e l’interesse per una musica di confine, sbilanciata verso una dimensione “contemporanea”, con larghi spazi improvvisativi ed aleatori. Massaria concepisce la chitarra come un superamento dello strumento “tradizionale” elettrico: in “Spay immorale” se ne avverte il fraseggio ma il suono è ampiamente manipolato e arricchito di effetti. Schiaffini – uno dei fondatori del Gruppo Romano Free Jazz, alla metà degli anni ’60, importante esponente dell’Italian Instabile Orchestra – ha una “filosofia” più materica dello strumento ed ama dialogare con la voce, sia pur registrata. In “Tapiri” il suo trombone, spesso sordinato, si intreccia con la chitarra “liquida” e carica di eco di Massaria. I due artisti, in definitiva, trovano ampi terreni comuni e dipingono paesaggi sonori basati sul puro “colore”, eliminando qualsiasi “disegno formale” e puntando su un interplay ora ribollente ora colmo di un astratto relax (“Tapiri”).

Emanuele Parrini “The Blessed Prince” (longsonrecords LSRDC137).

albumsIl violinista fiorentino – insieme al violista Paolo Botti – ha rinnovato in Italia ed in Europa una “scuola” degli strumenti ad arco che si rifà al jazz free/post-free (Leroy Jenkins) ed alla musica contemporanea, ampliandone il linguaggio in entrambe le direzioni. Parrini in questo album utilizza un gruppo in profonda sintonia con la sua estetica che è quella – definita dallo storico Claudio Sessa – del “camerismo radicale”. Insieme al contrabbassista Giovanni Maier divide il ruolo di compositore nei sette brani eseguiti in dialogo con il sax alto di Dimitri Grechi Espinoza e la batteria di Andrea Melani (entrambi partner di assoluto rilievo e forte personalità). Si parte con due composizioni di Maier (“Disk Dosk”, “Transizioni morbide”) per approdare al cuore dell’album: la suite in tre movimenti che dà il nome al Cd. Il “Blessed Prince – 1st movement” vede, ad esempio, un’introduzione per sole corde, l’esposizione del tema insieme all’alto e poi un solo in cui Emanuele Parrini mette in mostra le caratteristiche di un linguaggio personalissimo, con sovracuti, intervalli microtonali, accenti folclorici, effetti con l’arco. Nel loro radicalismo i quattro musicisti conservano una robusta radice blues che si evidenzia nel dolente “Blues P #3”, anch’esso anticonvenzionale quanto intimamente “bluesy”.

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