Il concerto del 19 maggio a Narrazioni Jazz di Torino

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Geri Allen pianoforte , Enrico Rava tromba e flicorno: un duo di straordinaria efficacia; lo abbiamo constatato personalmente il 19 maggio in occasione del concerto inserito nel programma di “Narrazioni Jazz” a Torino.

Allen e Rava rappresentano oramai due icone del jazz moderno, due artisti acclamati dai pubblici di tutto il mondo.

Nata a Pontiac, Michigan, cresciuta a Detroit, Geri Allen si è messa in luce, a partire da metà degli anni Ottanta, nel giro M-Base di Steve Coleman, dopo di che ha suonato in trio con Charlie Haden e Paul Motian, con Dave Holland, Ron Carter, Charles Lloyd, Ornette Coleman costruendosi una solida reputazione sia come solista sia come ‘accompagnatrice’. Nel suo stile si rintracciano disparate influenze, da Monk a Hancock, da Mary Lou Williams a Cecil Taylor, assorbite e ricondotte ad unità con grande maestria.

Parlare di Enrico Rava è quasi superfluo data la notorietà che il trombettista ha oramai raggiunto; in questa sede basti ricordare che si tratta del jazzista italiano meglio conosciuto all’estero e che la sua poetica ha conquistato un pubblico che va ben al di là dell’ancora ristretta cerchia degli appassionati di jazz.

I due si conoscono da molto tempo ma mai avevano avuto l’occasione di suonare assieme. Finalmente quest’anno è stato possibile organizzare un tour che partito il 10 maggio da Vienna, passando poi per Belgio, Germania e Francia, ha ‘toccato’ anche l’ Italia per quattro date: il 17 maggio a Correggio (Reggio Emilia) in occasione del Crossroads 2017, il 18 al Vicenza Jazz Festival, il 19 al Narrazioni Jazz di Torino e il 20 all’Unicredit Pavilion di Milano.

Ma veniamo alla serata del 19. Com’era fin troppo facile attendersi, il concerto è stato semplicemente superlativo. Ad onta del fatto che mai avevano suonato assieme, i due hanno evidenziato un interplay stupefacente: il loro jazz, che non esiteremmo a definire da camera, era asciutto, essenziale, declinato quasi per sottrazione; mai una nota ridondante, mai un passaggio superfluo, mai un’inutile sottolineatura ma un continuo gioco di rimandi, di ammiccamenti sonori, di scambi di ruolo in un flusso sonoro che ha letteralmente affascinato il pubblico. La sonorità lirica e a volte struggente di Rava, la sua freschezza inventiva, il suo fraseggiare così particolare si sono sposati magnificamente con il pianismo sicuramente più materico della Allen che ancora una volta ha evidenziato uno stile del tutto personale pur nella derivazione da quei modelli sopra accennati.

In repertorio brani originali come “Wild Dance” di Enrico Rava tratto dall’omonimo album inciso nel 2011 per la ECM, “Overboard” sempre di Rava registrato nel lontano 1994 con gli  ‘Electric Five’ e “Feed the  Fire” di Geri Allen  già contenuto in due album “Twenty One” del ‘94 e “Some Aspects of Water” del ’97, unitamente ad alcune perle del repertorio jazzistico e brasiliano come “Retrato en branco y preto” di Jobim – Chico Buarque de Hollanda, “Night in Tunisia”,  i monkiani “Round Midnight” e “Well you needn’t”, il sempre attuale “Jitterburg Waltz”  di Fats Waller tutti porti con pertinenza ed eleganza.

Essendo inserito in un contesto significativamente intitolato “Narrazioni Jazz” gli organizzatori hanno pensato bene di affiancare alla musica dei testi scelti davvero bene da Guido Michelone e recitati altrettanto bene da Anna Bonaiuto. Tutto bene, dunque? Non proprio. Intendiamoci: lo scrivente nulla ha contro l’accoppiata parole e musica tanto è vero che lo stesso fa parte del gruppo di Giampaolo Ascolese quando si organizzano spettacoli multimediali. Ma occorre sempre tener presente che la protagonista principale rimane la musica; insomma gli interventi parlati devono essere brevi, concisi sì da non spezzare il ritmo del concerto. Invece a Torino gli interventi della Bonaiuto sono stati troppo lunghi ed accorciarli di qualche minuto nulla avrebbe tolto alla valenza degli stessi, anzi…

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