DA MARTEDÌ 5 SETTEMBRE A DOMENICA 10 SETTEMBRE, LA DECIMA EDIZIONE DI FRANCAVILLA È JAZZ

Quest’anno Francavilla è Jazz (Francavilla Fontana, provincia di Brindisi) festeggia il decennale. Un traguardo importantissimo quello raggiunto dal festival, grazie al suo deus ex machina Alfredo Iaia, direttore artistico della rassegna, al costante ed encomiabile impegno culturale ed economico dell’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana, che investe sempre più risorse per questo fiore all’occhiello dell’estate francavillese, e al prezioso contributo degli sponsor privati che crescono numericamente di anno in anno per sostenere la kermesse. Anche la decima edizione di Francavilla è Jazz sarà all’insegna di protagonisti assoluti del circuito jazzistico nazionale e mondiale.

Piazza Giovanni XXIII, Largo San Marco e Corso Umberto I saranno le location dei sei concerti, tutti a ingresso gratuito come da tradizione, in calendario per il decennale.

Martedì 5 settembre alle 21:00 (orario d’inizio di tutti i concerti) sarà Richard Galliano New York Tango Trio, in Piazza Giovanni XXIII, ad aprire i battenti del festival. Galliano, uno fra i più grandi fisarmonicisti jazz degli ultimi cinquant’anni, calcherà il palco insieme ai formidabili Adrien Moignard (chitarra) e Diego Imbert (contrabbasso). Il trio alla testa del musicista francese presenterà Cully 2022, suo nuovo disco in cui sono presenti composizioni originali e tributi ad Astor Piazzolla. Un connubio, dunque, fra jazz e tango, ad alta intensità emozionale.

Si proseguirà il 6, a Largo San Marco, con Lisa Manosperti – “Omaggio a Mia Martini”, un caloroso tributo in chiave jazz della raffinata cantante pugliese a una fra le interpreti italiane più amate di sempre. Con lei, i talentuosi Aldo Di Caterino (flauto) e Andrea Gargiulo (pianoforte).

Il 7, in Corso Umberto I, D.U.O. Francesca Tandoi (voce e pianoforte) & Eleonora Strino (voce e chitarra), due giovani e brillanti musiciste che renderanno omaggio alla tradizione jazzistica, segnatamente al bebop, fra standard e proprie composizioni originali.

Venerdì 8, in Piazza Giovanni XXIII, sarà la volta di Enrico Pieranunzi Trio. Questa formazione diretta da uno fra i più conosciuti e acclamati pianisti jazz presenti sulla scena mondiale, completata da due eccezionali partner del calibro di Thomas Fonnesbaek (contrabbasso) e Roberto Gatto (batteria), proporrà un repertorio di sue composizioni originali unitamente ad alcuni standard della tradizione jazzistica, per un live garanzia di eccelsa qualità.

Sabato, ancora in Piazza Giovanni XXIII, Chico Freeman & Antonio Faraò Quartet: il primo, una leggenda vivente del sassofono jazz, il secondo una punta di diamante del piano jazz particolarmente osannato all’estero. A completare la sezione ritmica, due eccellenti compagni di viaggio come Makar Novikov (contrabbasso) e Pasquale Fiore (batteria). Pietre miliari (ri)arrangiate dell’immenso John Coltrane e brani originali autografati da Freeman e Faraò coinvolgeranno il pubblico in un concerto sinonimo di travolgente energia comunicativa e pura adrenalina.

Domenica 10 settembre, sempre in Piazza Giovanni XXIII, i riflettori si spegneranno con Gegè Telesforo – “Big Mama Legacy”, nuovo progetto di uno fra i più famosi cantanti jazz italiani degli ultimi quarant’anni. Accompagnato da un quintetto di giovani talenti della scena jazzistica italiana formato da Matteo Cutello (tromba), Giovanni Cutello (sax alto), Christian Mascetta (chitarra), Vittorio Solimene (organo Hammond e tastiere) e Michele Santoleri (batteria), il noto artista di origine foggiana presenterà un repertorio incentrato su un personale tributo al blues e al sound delle formazioni jazz della fine degli anni Cinquanta.

Gerlando Gatto

Udin&Jazz 2022 ovvero Play Jazz Not War

Di recente abbiamo fornito alcune anticipazioni su Udin&Jazz 2022 sottolineando, come fattori di grande positività, il fatto che la manifestazione rientrasse a Udine, sua sede naturale.
Adesso il programma è stato presentato nella sua interezza, e si tratta di un programma di sicuro spessore in quanto, more solito, riesce a coniugare l’esigenza di valorizzare le risorse locali con l’opportunità di offrire al pubblico alcune vere e proprie eccellenze del jazz di oggi.
Il Festival, giunto alla 32esima edizione e da sempre organizzato da Euritmica, per la direzione artistica di Giancarlo Velliscig, si svolgerà dall’11 al 16 luglio. Una settimana, quindi, densa di concerti, di eventi, di laboratori, di mostre, a valorizzare i molteplici aspetti di questa straordinaria musica, che in queste zone ha trovato sempre terreno fertile come dimostrano i numerosi talenti che provengono dal Friuli-Venezia Giulia.
Il clima culturale che, anche grazie alla musica, in questi anni si è sviluppato a Udine «ci inorgoglisce – ha dichiarato Velliscig nel corso della conferenza stampa di presentazione del Festival – e ci dà energia e slancio per continuare, in un non facile futuro in cui i rapporti umani e culturali dovranno essere fondamentali per la ricostruzione di tessuti sociali devastati da anni di pandemia e di inasprimenti bellici ed economici; confidiamo pertanto che il progetto di Udin&Jazz, che da qualche tempo si sviluppa anche in versione invernale, venga valutato e vissuto in senso positivo anche da parte della comunità regionale e locale, così come fino ad oggi è accaduto. Anche per questo il nostro motto di quest’anno sarà Play Jazz, not War!».
Udin&Jazz 2022 si apre l’11 luglio con la proiezione, introdotta dal critico musicale Andrea Ioime, del film “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday” al Giardino Loris Fortuna in Piazza Primo Maggio (in collaborazione con il C.E.C.); dal 12 al 16 luglio poi, Udin&Jazz ospiterà due concerti a sera al Teatro Palamostre (alle 20 e alle 22) e contestualmente, in fasce orarie diverse, altri concerti, incontri e presentazioni.
Apertura il 12 luglio, nella sala Carmelo Bene del Teatro Palamostre (ore 18.30) con il vernissage della Mostra “I Colori del Jazz”, dell’artista udinese, Ivana Burello; la serata proseguirà, nella sala Pasolini, sempre al Palamostre, con due concerti: dapprima il pianista udinese, che risiede a Parigi, Emanuele Filippi, definito da Enrico Rava “uno dei migliori pianisti della nuova generazione”, presenta il suo nuovo progetto, “Heart Chant”, esibendosi con il giovane sassofonista olandese Ben van Gelder, uno dei musicisti più interessanti della nuova scena jazz Europea; successivamente, alle 22, il quartetto del celebre trombettista Fabrizio Bosso, completato da Julian Oliver Mazzariello, piano, Jacopo Ferrazza, double bass / e Nicola Angelucci, batteria presenterà  il suo ultimo lavoro “WE4”.
Il 13 luglio, il Palamostre ospiterà la presentazione del libro a fumetti “Mingus”, di Flavio Massarutto e Squaz, alla presenza dell’autore. A seguire, i concerti del quartetto internazionale della contrabbassista Rosa Brunello, con il suo nuovissimo “Sounds Like Freedom” e l’omaggio all’infinito universo dei Beatles di uno dei più grandi chitarristi del nostro tempo, Al Di Meola, che presenta “Across the Universe” alla testa del suo trio acustico con Peo Alfonsi alla chitarra e Sergio Martinez alle percussioni.

Il 14 luglio, ancora due concerti: s’inizia con la musica di “Scenario”, nuovo progetto dei C’Mon Tigre, collettivo che coinvolge diversi musicisti nazionali e internazionali (tra cui il friulano Mirko Cisilino), e si prosegue con il trio del pianista Vijay Iyer, uno dei grandi protagonisti del nuovo pianismo jazz, che presenta, tra l’altro, la straordinaria bassista Linda May Han Oh e il batterista Tyshawn Sorey a costituire un ensemble, che prescindendo dal valore del leader, viene oggi considerato uno dei migliori gruppi jazz in esercizio.
Il Brasile sarà il protagonista della penultima giornata del festival, il 15 luglio. Alle 18.30, il Palamostre ospiterà un incontro dal titolo “La Musica brasiliana ieri e oggi” in cui il conduttore di Radio 1 Rai, Max De Tomassi illustrerà le dinamiche musicali del grande Paese sudamericano. Alle 20 l’esibizione di Mel Freire, cantante e compositrice di Belo Horizonte che rende omaggio alla grande Elis Regina, cui segue il concerto di Ivan Lins, autentica star e maestro della Musica Popular Brasileira sicuramente uno degli eventi clou dell’intero Festival; Ivan sarà accompagnato da André Sarbib piano, Léo Espinosa basso, Claudio Ribeiro chitarra e Chris Wells batteria.
Chiusura il 16 luglio, con la musica travolgente degli Snarky Puppy, collettivo statunitense guidato dal geniaccio Michael League che conta circa 25 musicisti in rotazione, band tra le più acclamate della scena jazz contemporanea, band che avevamo già avuto modo di apprezzare nelle scorse edizioni di Udin&Jazz. Per sottolineare l’importanza di questo gruppo, basti ricordare che League, Laurance e compagni, hanno di recente vinto l’ennesimo Grammy Award come miglior album strumentale.
Nella mattinata del 16 luglio, Udin&Jazz propone un concerto/laboratorio interattivo interamente dedicato ai bambini e alle loro famiglie: U&j 4 Kids.
Tra gli eventi in cartellone, per Aspettando Udin&Jazz, è in corso una serie di 5 concerti che si alternano tra lo storico Jazz Caffè Caucigh ed il Giangio Garden al Parco Brun: il 25-06 il trio di Bruno Cesselli, il 30-6 Giampaolo Rinaldi Trio, il 2-7 Luca Dal Sacco Trio, il 5-7 Matteo Sgobino & Luna Troublante, e il 9-7 l’Armando Battiston duo; gli aperitivi del Jazz Corner, alle 18,30 alla Ghiacciaia, saranno animati il 12-7 da Laura Clemente/Gaetano Valli Duo e il 14-7 dal duo di Michele Pirona e Stefano Andreutti.
Sempre alla Ghiacciaia il 14 luglio – alle 12 – il sottoscritto presenterà il suo ultimo libro di interviste “Il Jazz Italiano in Epoca Covid”, dialogando con Andrea Ioime.
Le notti di Udin&Jazz Festival saranno animate dalle dirette del MUUD Podcast, alla Tana del Luppolo, accanto al Palamostre, con approfondimenti di quanto proposto dal festival attraverso interviste, incontri ed esibizioni di giovani musicisti, flash di jazz contemporaneo e non solo. In presenza oppure in streaming.
Udin&Jazz gode del patrocinio e del sostegno di: Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia – Assessorato alla Cultura, Fondazione Friuli, PromoTurismoFvg, Cciaa di Udine e della sponsorship di Reale Mutua Assicurazioni Franz e Di Lena, Udine e della Banca di Udine.

Gerlando Gatto

In programma undici concerti per la XXII stagione del “Latina in Jazz”

E’ iniziata il 20 novembre la XXII stagione della rassegna “Latina in Jazz 2021/22“, un insieme di 11concerti organizzati dal Latina Jazz Club Luciano Marinelli, che si concluderà il 20 maggio.

La manifestazione è stata presentata qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il sindaco di Latina, Damiano Coletta, il Presidente del Circolo Cittadino, Alfredo De Santis, il Presidente del Jazz Club, Piergiorgio Marinelli, il vice presidente del Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, Cristiano Becherucci, il Vicepresidente del Latina Jazz Club, Giovanni La Penna, il Direttore artistico del Latina Jazz Club, nonché coordinatore del dipartimento jazz del Conservatorio, Elio Tatti.

Il cartellone è di assoluto rilievo data la presenza di musicisti apprezzati da pubblico e critica.

Apertura, come si accennava, sabato 20 novembre con Greta Panettieri, una delle migliori voci italiane, che si è esibita in trio accompagnata da Andrea Sammartino al piano e Francesco Puglisi al contrabbasso. Purtroppo non abbiamo potuto seguire il concerto, ma amici degni di fede ci hanno assicurato che la Panettieri si è espressa su quegli alti livelli che oramai le sono abituali.

Dopo questa beneaugurante apertura, il 4 dicembre sarà la volta del batterista Roberto Gatto, ancora in trio con Alessandro Lanzoni al pianoforte e Pietro Ciancaglini al contrabbasso. Il 18 dicembre concerto dedicato ai canti storici natalizi: trio jazz più quartetto d’archi, accompagnato da alcune voci che si esibiranno in 3/4 brani ciascuno.

Il 14 gennaio un piano solo da non mancare: protagonista Dado Moroni. Il 4 febbraio il quartetto della vocalist Mariangela Morais; il 15 febbraio Max Ionata al sax tenore, Andrea Beneventano al pianoforte, Elio Tatti al contrabbasso e Giampaolo Ascolese alla batteria, come a dire un quartetto all star; il 4 marzo il trio del pianista Pierpaolo Principato in un omaggio a Michel Petrucciani; il 25 marzo un duo d’eccezione con Stefania Tallini al pianoforte e Franco Piana alla tromba; l’8 aprile il trio di Stefano Sabatini piano con Dario Rosciglione contrabbasso e Pietro Iodice batteria.

Gli ultimi due concerti il 29 aprile e il 20 maggio; nel primo saranno impegnati Lucio Turco batteria, Francesco Fratini tromba, Elio Tatti contrabbasso e Andrea Candela al piano mentre il concerto di chiusura vedrà sul palco il quartetto del chitarrista Umberto Fiorentino con Andrea Beneventano al piano, Elio Tatti al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria.

Come è facile notare, dei diversi gruppi in cartellone fanno parte musicisti che rappresentano al meglio il Conservatorio di Latina ove svolgono la loro attività didattica. Un filo conduttore in tutto il corso della rassegna, dunque, quello che lega il Latina Jazz Club Luciano Marinelli, il Conservatorio di Latina e il Circolo Cittadino, una collaborazione che è pronta ad offrire grande musica a tutta la città. Anche se, come ci dichiara il Presidente del Jazz Club, Piergiorgio Marinelli, “quella tra il Jazz Club e il Conservatorio non può ancora definirsi una vera e propria collaborazione. Ci sono delle idee sul tappeto ma dobbiamo cercare di concretizzarle; per ora il Conservatorio ci ha dato il patrocinio. Certo abbiamo Elio Tatti che è del Conservatorio e che ci supporta in mille modi: lui è il direttore artistico della manifestazione di cui costituisce una delle colonne portanti. Attualmente stiamo lavorando per consolidare questo jazz club e l’impresa non è delle più facili; l’ha fatto mio padre che l’ha condotto per 22 anni e io lo sto portando avanti da due anni con un gruppo di volontari, di alcuni sponsor: ecco stiamo cercando di organizzare delle rassegne che abbiano sempre un eccellente livello. Anche perché la città sembra rispondere bene: La stagione estiva, in cui abbiamo avuto modo di applaudire Pieranunzi, è stata soddisfacente; vediamo adesso al chiuso come si sviluppa la cosa”.

Ma non c’è dubbio che la cosa si svilupperà bene data la bontà del cartellone su cui ci siamo soffermati.

In concerto al Festival Trevignano Proms “I Siciliani” Ninni Bruschetta e Cettina Donato

Arriva a Trevignano (Roma), per il Festival Trevignano Proms, il tour della carismatica coppia formata dal noto attore e regista Ninni Bruschetta (Boris, I Cento Passi, Made in Italy) e dalla pluripremiata compositrice, pianista e direttore d’orchestra Cettina Donato.

Giovedì 29 luglio alle 21 i due artisti porteranno sullo scenografico palco dell’Arena Palma, affacciata sul lago di Trevignano, la loro entusiasmante sinergia che sta emozionando il pubblico italiano raccontando un’altra faccia della Sicilia: quella poetica e letteraria.

I travolgenti scritti del grande autore Antonio Caldarella rivivono nel loro progetto “I siciliani” (appena divenuto un album https://believe.ffm.to/isiciliani prodotto da AlfaMusic) grazie all’intensa interpretazione di Ninni Bruschetta, in equilibrio tra recitazione e canto, e le suggestive composizioni originali firmate da Cettina Donato: 8 brani e 3 preludi per pianoforte. Ingresso €10, con prenotazione consigliata al link www.prenotaunposto.it/cinemapalma/.

Il Festival Trevignano Proms – Notti di musica sul lago, promosso dall’Amministrazione Comunale di Trevignano con il sostegno della Regione Lazio, si pregia della direzione artistica del M° Stefano Cucci: compositore, direttore di coro e direttore d’orchestra. Tra gli sponsor, il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e MuseInMusica Production. Info sul programma 2021: www.trevignanoproms.com.

In attesa del concerto, l’Arena Palma aprirà le porte dalle 19 accogliendo il pubblico con aperitivi e apericena.

Attore di teatro, cinema e tv, Ninni Bruschetta ha firmato più di 40 regie teatrali, dirigendo, tra gli altri, Anna Maria Guarnieri, Claudio Gioè, Donatella Finocchiaro, Roberto Citran, David Coco, Edy Angelillo e Angelo Campolo. E’ stato per due volte direttore artistico dell’EAR Teatro di Messina. Tra cinema e televisione ha preso parte a quasi cento titoli, spaziando dalle grandi serie generaliste (Squadra Antimafia, Borsellino, Distretto di Polizia, I bastardi di Pizzofalcone) al cinema d’autore (Luchetti, Giordana, Corsicato, Guzzanti, Pif, Von Trotta, Woody Allen, Paolo Sorrentino) al record di incassi di “Quo Vado?” di G. Nunziante, con Checco Zalone. E’ uno dei protagonisti della serie cult “Boris” e del relativo film di Ciarrapico, Torre e Vendruscolo nonché dell’ultimo capolavoro televisivo di Mattia Torre (La linea verticale). Premio Tony Bertorelli alla carriera nel 2018. Ha pubblicato tre sceneggiature con Sellerio e due saggi critici sul lavoro dell’attore con Bompiani e Fazi.

Pluripremiata pianista, compositrice e direttore d’orchestra, Cettina Donato da anni è annoverata tra i migliori arrangiatori italiani al Jazzit Award. Conduce la sua carriera concertistica prevalentemente tra Europa e Stati Uniti. Docente di jazz in diversi Conservatori italiani, ha ricoperto il ruolo di International President del Women of Jazz del South Florida. Ha diretto diverse orchestre italiane, mentre a Boston ha fondato big band a suo nome con musicisti provenienti dai cinque continenti. Nella sua carriera ha collaborato con importanti solisti del panorama jazz nazionale e internazionale, pubblicando sei album a suo nome. È stata nominata membro della giuria della Recording Academy per la votazione ai Grammy Awards.

CONTATTI
www.trevignanoproms.com
Ufficio Stampa: Fiorenza Gherardi De Candei – email: info@fiorenzagherardi.com – tel. +39.328.1743236

A Tutto Jazz!

La tanto auspicata rinascita del Paese vede ai nastri di partenza anche molti festival del jazz che, more solito, si terranno lungo tutto l’parco dello stivale. Ecco, quindi, alcuni cenni sulle manifestazioni che ci appaiono di particolare interesse.

34 anni per Gezziamoci il Jazz Festival di Basilicata
“Gezziamoci, il Jazz Festival di Basilicata” è giunto alla sua XXXIV edizione e questo prestigioso traguardo viene raggiunto grazie al fatto di aver sempre tenuto fede alle sue motivazioni di fondo vale a dire l’aderenza alle esigenze del territorio e quindi la volontà di valorizzare lo stesso unitamente ai non pochi talenti locali.
Quest’anno il programma parte da giugno, mantenendo come sempre il cuore del Festival nel mese di Agosto.
Un festival pronto ad accogliere pubblico in sette comuni tra stazioni ferroviarie, chiostri, cattedrali, terrazzi, vicoli, piazze, musei, spiagge con concerti in ogni ora della giornata, laboratori di assaggio, visite guidate, trekking urbani, concerti all’alba, presentazioni di libri e letture condivise, performance di pittura.
Il titolo del Gezziamoci 2021 “Qui Basilicata, la cultura non si ferma!” vuole essere, quindi, la risposta dell’Onyx Jazz Club e di tanti sponsor e amministrazioni ed Enti che hanno voluto, insieme, dare una risposta forte per una ripresa della cultura, del turismo in una delle più interessanti regioni d’Italia.
Per gli appassionati di jazz molti gli appuntamenti da non perdere: in particolare il 20 luglio il trio di Bill Frisell con Thomas Morgan e Rudy Royston; il 5 agosto un altro trio con Kurt Rosenwinkel, chitarra, Dario Deidda, basso elettrico e Greg Hutchinson, batteria; il 7 agosto il solo della magnifica pianista Stefania Tallini; il 26 agosto l’altro piano solo protagonista Fabio Giachino; il 27 agosto Giovanni Amato, tromba – Mario Castellano, pianoforte – Marco De Tilla, contrabbasso, Pasquale Fiore, batteria & Quintetto di archi più due clarinetti, un flauto, un fagotto – Dirige Giovanni Di Napoli; il 28 agosto Rita Marcotulli, pianoforte, Ares Tavolazzi, contrabbasso e Alfredo Golino, batteria mentre il giorno successivo la stessa Marcotulli si esibirà in solo in un particolarissimo concerto programmato all’alba. Ovviamente, ampio lo spazio dedicato ai musicisti locali; così il 17 luglio si esibirà la vocalist Rossella Palagano in quartetto; il 31 sarà la volta del quartetto guidato dal chitarrista Andrea Corrado; il 24 agosto Saverio Pepe canta Battiato con Pier Domenico Niglio, programmazione elettronica; il giorno successivo si potrà ascoltare l’altro quartetto con il vocalist Emanuele Schiavone.

“Double Sky” a Padula dal 19 al 27 agosto
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alle masterclass con i protagonisti del festival di musica internazionale “Double Sky” diretto da Maria Pia De Vito, che si terrà dal 19 agosto al 27 agosto presso la Certosa di Padula e che segna il primo passo del più ampio progetto culturale di costituzione di un polo creativo dal titolo “Padula. La Certosa delle Arti”. Un calendario di appuntamenti internazionali che prevede concerti, laboratori, masterclass e incontri, promossi e organizzati dalla Regione Campania attraverso la Scabec e realizzati in collaborazione con la direzione generale della Certosa di San Lorenzo e con la direzione regionale dei Musei MIC, con l’obiettivo di trasformare la più grande certosa d’Italia in un hub culturale in cui musica, arte contemporanea e arte barocca s’incontrano e si fondono.
Sede di eventi ma anche Summer school con classi di formazione e laboratori gratuiti condotti da musicisti del calibro di Rita Marcotulli, Israel Varela, Michele Rabbia, Daniele Roccato e la stessa direttrice Maria Pia De Vito.
Le masterclass di piano, voce, batteria, percussioni, contrabbasso e live electronics si alterneranno ai laboratori del pomeriggio in cui gli studenti potranno praticare insieme ai propri insegnanti elementi di linguaggio ritmico, voce creativa e improvvisazione intuitiva, pensati per ispirare e far crescere giovani artisti della musica e non solo.
Per iscriversi alle masterclass è necessario prenotarsi attraverso il sito www.scabec.it . Il festival Double Sky ospiterà quest’anno Rita Marcotulli, Gianluca Petrella, Luca Aquino, Peppe Servillo, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Giovanni Guidi, Francesco Bearzatti, Michele Rabbia; ma “Padula, la Certosa delle Arti” non è solo musica, è contaminazione, a partire dalla imminente apertura della sezione dedicata all’arte contemporanea che sarà curata da Achille Bonito Oliva, per un progetto originale di formazione per il recupero e il rilancio del patrimonio di arte contemporanea che la Certosa già custodisce.

Varata la seconda edizione del Matino Jazz
Dal 19 al 25 luglio si svolgerà la seconda edizione del Matino Jazz, che, sempre sotto l’attenta guida del direttore artistico Elisabetta Tucci, riparte dopo il lusinghiero successo ottenuto nel luglio dello scorso anno. Molte le novità di quest’anno tra cui gli aperitivi in jazz e il contest per i giovani; si tratta, in particolare, di un concorso cui potranno partecipare, inviando una mail a ‘matinojazz21@gmail.com’, i giovani gruppi emergenti indicando il progetto proposto, il repertorio, la lista dei brani e la line up dei musicisti. La partecipazione è gratuita e le iscrizioni scadono il prossimo 10 luglio. Ma l’attenzione verso i giovani è dimostrata anche dal fatto che saranno i giovani ad aprire le serate dei big. Big che rispondono ai nomi di Giovanni Imparato (voce e percussioni) e Stefano Scartocci (pianoforte) in programma il 19 luglio; Gaetano Riccobono, Massimo Farò, Byron Landham, Davide Palladin, Nicola Barbonin cartellone il 20 luglio; Salvatore Russo con il suo Gypsy Jazz Trio sul palco il 21 luglio; Fulvio Palese, sassofonista salentino doc il 22 luglio; il ben noto Lino Patruno alla testa di un agguerrito sestetto con Clive Riche in veste di ‘guest star’ il 24 luglio.
Infine il 23 e 25 luglio due serate “tra amici” in compagnia del gruppo originario di Matino Jazz composto da Andrea Pace, Giulia Salsone, Bruno Zoia, Piero Fortezza, Elisabetta Tucci, Danilo Cartia.

 

Gerlando Gatto

Jazz e pubblicità: più dialogo fra creativi

In genere, conversando di economia della musica, tendiamo a dividere i nostri interlocutori in due categorie: da una parte i puristi che, sulla scia di Adorno, sono contrari ad ogni tipo di mercificazione della musica, jazz compreso, che avvenga tramite mass media; dall’altra i realisti, o “responsabili”, i quali ritengono che il jazz non possa stare assiso su un piedistallo ad auto-contemplare narcisisticamente le proprie beltà e debba invece posare i piedi “per terra”.

Non è facile individuare quale sia la giusta scelta di campo specie quando il discorso sui media si sposta sulla pubblicità. E non quella che attiene al “prodotto” festival, concerto, disco, clinics etc. insomma l’involucro con cui si avvolge l’oggetto o l’evento.
Il nodo è sulla musica che viene “applicata” ad un prodotto industriale per rafforzarne la forza comunicativa, a volte però sfalsando la “finalità” originaria della musica stessa.

Caso di scuola il tormentone “La pancia non c’è più” nello spot tv di un famoso olio d’oliva associato a “Il mattino” di Grieg. Il compositore norvegese tutto si sarebbe aspettato nel comporre la suite del Peer Gynt tranne che il suo Morning Mood, nel 1966, avrebbe commentato incubi da grassi in eccesso dovuti a problemi di cattiva digestione serale di un uomo qualunque. Dura lex (pubblicitaria) sed lex, si dirà. Però le note di Grieg, grazie a quella trovata, sarebbero diventate familiari anche fuori dalla tavola degli italiani assurgendo indirettamente a chiara fama!
Ma allora la musica, se resa funzionale ad un’esigenza commerciale, può o meno ritenersi in qualche modo “svenduta”?

Il dilemma andrebbe aggiornato con più precisa sintesi adattata alla piega presa da un certo andamento massmediatico: essere o non essere… (nazional)popolare?
Il nodo è come fare a mantenere l’ “integrità” artistica pur prestando il fianco alle lusinghe del mercato che offre vantaggi in termini di ritorno economico e/o benefici a livello di visibilità. Domande, queste, a cui è difficile dare una risposta tramite monosillabi. Sulla carta, la scelta la detta anzitutto il consumatore ma sono gli “operatori comunicativi” che, imbeccati dalla clientela, nel decifrarne l’identikit in base ad indagini di mercato, tentano di orientarlo tramite persuasivi “consigli per gli acquisti”. Questi ultimi sono impartiti per trasmettere al massimo grado la spinta alla spesa. Saranno poi i committenti a giudicare i risultati ma più sul piano della quantità (lo share, i contatti, l’audience, gli incrementi di vendite etc… ) che di qualità.
Gli spazi costano un tot a secondo o a cm ed allora urge l’affondo che deve essere il più possibile attrattivo rispetto al target, considerato che il destinatario non è l’homo “auscultans” bensì l’utilizzatore “finale”, primo decisore della compera.
La pubblicità, connessa strettamente ad altre forme di comunicazione mediatica come stampa radio cinema tv affissione elettronica web, si alimenta di musica e con il jazz ha inanellato dei momenti di sinergia. Se ne rintracciano ad esempio sul piano discografico nella serie “Top of the Spot”. Nel cd Polygram del 1998 si ritrovano “pezzi indimenticabili di famose pubblicità” con standard interpretati da Quincy Jones, Dinah Washington, Billie Holliday, Nina Simone, Ella & Louis, Anita O’Day, Sarah Vaughan…
Tracce di jazz persistono anche negli altri album della serie ma la curva tende a scendere. La ABC Production nel 2018 lamentava “Quando c’era Top of the Spot” ed in effetti non si trovano in rete riferimenti recenti a compilation del genere.
Ma vediamo quali potrebbero essere le opzioni per un pubblicitario che volesse servirsi del jazz per promuovere un qualsiasi articolo: – mettere sotto contratto un jazzista con relativo uso dell’immagine in spot (tipo Franco Cerri che fronteggiava l’attore Paolo Ferrari nel suggerire il giusto detersivo alle casalinghe o un Armando Trovajoli che nel manifesto suggeriva di bere una nota sambuca per essere “fra la gente che conta”) o da sponsor – o meglio testimonial – tipo Nicola Arigliano che tesseva le lodi di un famoso digestivo anticipando il Woody Allen comparso nel 1967 sul manifesto di una premiata vodka russa; – prelevare un jingle da un brano o l’intero brano assolvendo gli obblighi verso i titolari del copyright; – uso-tappezzeria della musica, come sfondo più o meno lontano rispetto all’immagine principale su cui si fonda lo spot;
– inserire musica, jazz nello specifico, senza “cambi di rotta” e qui l’esempio più veritiero pare essere, nello storico Carosello Tv, il “reportage” con cui la Facis “confeziona” per il piccolo schermo nel 1973 profili di jazzisti come Enrico Intra, Dino Piana, Gianni Basso, Gil Cuppini, con lo slogan “a ciascuno il suo guardaroba” .
Il filmato Jazzisti n. 1 “, con il marchio dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa”, è visibile su Youtube. Ancor prima, nel 1957, erano stati Lelio Luttazzi e Gorni Kramer ad eseguire una spassosa “Vecchia America” (www.mondocarosello.com), sponsor una nota marca di dadi per brodo.  Il discorso sulla funzione “didattico-divulgativa” degli story-board di Carosello ci porterebbe lontano. Fatto è che quel modulo italiano di programma ante-prima serata tv resta inimitato. All’epoca peraltro non c’era l’assillo velocista di chi fa oggi comunicazione pubblicitaria ed il “tempo” veniva gestito senza affanno al punto da consentire sketches anche di ambientazione teatrale o cinematografica di ottima fattura e persino “concessioni” a jazz e jazzmen.
O tempora o mores! Se si pensa a come hanno furoreggiato nel 2020 spot con, fra gli altri, Lady Gaga e David Bowie, BTS e Mengoni, si vede come sia il pop d’autore ad avere il sopravvento in molte campagne pubblicitarie (www.sorrisicanzoni.com).
Il jazz, musica diffusa a livello planetario, non sempre ha quella immediatezza che altri generi possiedono. Perdere terreno in pubblicità però non è un bene specie in un momento storico di riduzione delle risorse pubbliche e di nuova “debolezza” strutturale del sistema di musica e spettacolo. Solo che, al tempo dei new media e del dominio dei banner, rimpiangere Carosello non è di per sé una soluzione.
Concludiamo invitando art buyer e art director delle agenzie pubblicitarie ad avvicinarsi di più al jazz senza preconcetti e con spirito innovativo, superando certi diffusi stereotipi, perché  no, cominciando dall’adottare anche soluzioni miste come poteva essere l’accoppiata Bollani-Vergassola in uno spot di alcuni anni fa.
Jazz e pubblicità sono, in fondo, due mondi popolati da creativi.
E la pubblicità è un medium artistico, un hub in cui si insegue un’idea originale, la si materializza e la si offre alla possibile intercettazione del pubblico. Come nel jazz.

Amedeo Furfaro