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Federico Casagrande – “The ancient battle of the invisible” – CAMJazz 7850-2

Federico Casagrande nasce a Badoere, una piccola frazione del comune di Morgano, in provincia di Treviso e comincia a studiare musica classica sin da bambino. Ancora giovane si trasferisce a Parigi ove risiede attualmente. Nel 2003 si sposta negli States per frequentare il “Berklee College of Music” di Boston e si diploma a pieni voti. Ben presto giungono i primi successi a livello internazionale. Nel 2007 vince il Gibson Montreux Jazz Festival Guitar Competition con una giuria presieduta da George Benson. A Parigi fonda il gruppo The Drops con il sassofonista Christophe Panzani e nel 2010 esce il loro primo album, “Spirit of the mountains”. Dopo essersi esibito parecchie volte nel nostro Paese, viene notato da Ermanno Basso, produttore della CAM Jazz, che dapprima lo presenta come side man nell’ottimo album di Fulvio Sigurtà, “House of Cards” recensito da Luigi Onori in questo stesso numero della news-letter e quindi gli propone di formare un gruppo da portare in sala di incisione. In questa “Ancient battle” Casagrande è infatti il leader e guida un combo internazionale comprendente Jeff Davis al vibrafono, Simon Tailleu al contrabbasso e Gautier Garrigue alla batteria. Casagrande è musicista visionario per sua stessa ammissione in quanto i brani sono ambientati visivamente “nelle immagini di una battaglia epica; uomini che corrono alla conquista, che combattono o che si aiutano…tutto ciò circondato dalla bellezza austera della natura”. E questo quadro rappresenta per l’artista una sorta di metafora della battaglia interna che l’uomo deve affrontare da sempre; quella tra l’amore e l’odio, tra i desideri, i pensieri, le passioni. E questa dichiarazione di principio la dice lunga sul tipo di musica che il chitarrista propone, una musica allo stesso tempo contraddittoria e coerente, onirica e materica, in cui convivono lunghe parti scritte e importanti parentesi dedicate alla più totale improvvisazione. Jeff Davis, davvero straordinario al vibrafono, divide con il leader il compito di condurre la musica verso la direzione voluta ma lo fa con estrema disinvoltura e pertinenza e soprattutto con la ricerca di un sound sempre coerente con il resto della formazione, la cui sezione ritmica anch’essa sembra particolarmente versata sulla ricerca timbrica. Ed è proprio questo tipo di ricerca, il suono così raffinato che, coniugati con un’altrettanto sofisticata ricerca armonica, costituiscono la cifra essenziale dello stile di Casagrande sicuramente uno dei più brillanti chitarristi del jazz nostrano. (GG)

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