A Roma per il Festival alla Casa del Jazz il 26 luglio

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Dee Dee Bridgewater

Dee Dee Bridgewater

D.D.Bridgewater con l’album “Eleanor Fagan (1915-1959): to Billie Holiday with Love from Dee Dee Bridgewater” ha vinto nel 2011 il suo nono Grammy Award ma fin dal 1986-’87 la vocalist interpretò il ruolo della celebre cantante nella commedia “Lady Day”. Sommando la notorietà personale con quella della Holiday è facile spiegare la grande presenza di pubblico al suo concerto del 26 luglio presso il “Casa del Jazz Festival 2012” a Roma.

D.D.Bridgewater, che ha sessantadue anni ma non li dimostra, si è presentata con un’ottima formazione comprendente il polistrumentista Craig Handy (sax tenore, alto, soprano e flauto), il pianista (arrangiatore e direttore artistico) Edsel Gomez, il contrabbassista Stefan Lievestro e il batterista Kenny Phelps. Il gruppo, compatto e dinamico, si muove secondo arrangiamenti cuciti come abiti sartoriali sul “corpo vocale” della Bridgewater ma ha in Gomez e Handy due solisti di vaglia, capaci di andare fuori dagli schemi. Il repertorio è stato accuratamente scelto per consentire alla vocalist di cavalcare generi e stili mettendo in mostra la sua grintosa, vitalistica personalità nonché una tecnica smagliante.

D.D. Bridgewater nella prima parte ha cantato Lady Sings the Bues, Lover Man, Fine and Mellow, A Foggy Day ricordando a suo modo la Holiday, spesso spalleggiata da un Craig Handy nelle vesti di Lester Young. In seguito ha iniziato a spaziare in modo eclettico proponendo una sua composizione dedicata al Mali, un “Besame Mucho” in una versione a tempo lentissimo, un ritmato brano di Baden Powell, “The Music Is the Magic” di Abbey Lincoln (scomparsa due anni fa) che ha ricordato con affetto, un “My Favourite Things” a tempo velocissimo e con doppia scansione (straight jazz e latina) che ha scatenato il solismo di tutti, specialmente del virtuoso Gomez ed, infine, un celebre brano soul usato come bis. Pubblico entusiasta e comunicazione intensa tra palco e platea, grazie alla vocalist che sa intrattenere e dialogare come pochi. Tutto perfetto?

Il rischio che la cantante spesso corre è quello di indulgere nel virtuosismo, di caricare le atmosfere, di velocizzare troppo il tempo dei brani, di infarcirli di cambi di scansione, di scivolare nella pacchianeria. Il risultato cambia a seconda dei brani ma la bravura ed il feeling di D.D.Bridgewater fanno in modo che le si perdoni tutto, o quasi.

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