Il nuovo ciclo di guide all’ascolto alla Casa del Jazz di Roma

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Renzo Ruggieri

Renzo Ruggieri

Ricominciano le Guide all’ Ascolto di Gerlando Gatto e ricomincia quel viaggio inaspettato che sempre si affronta quando si ascolta la musica capendo che cosa si sta ascoltando. E non è per forza un capire didascalico, ma piuttosto un amplificare le sensazioni emotive che la musica ci offre notando particolari affascinanti che da soli spesso lasciamo si perdano nell’ aria.

Il tema conduttore, quest’ anno, è quello degli standard nel Jazz. Canzoni che diventano sorgenti di nuova musica perché sono il punto di inizio non semplicemente dell’ improvvisazione, ma dell’ ispirazione di moltissimi Jazzisti di ogni parte del mondo.

Quante volte e in quanti modi nel Jazz abbiamo ascoltato “Summertime”, o “My funny Valentine”. E quante altrettante canzoni ne sono nate, diverse, e simili anche, ma mai, mai uguali? E perché differiscono, in che modo, con quali risultati espressivi? E’ un tema talmente ricco di spunti che da subito si entra nel vivo. Gerlando accanto a se ha il fisarmonicista Renzo Ruggeri . Ed è Bluesette , di Thoots Thielemans il primo standard preso in esame: e quanto diversa è Bluesette suonata da Thielemans, e dall’ orchestra di Quincy Jones – con il suo scoppiettante arrangiamento e le sezioni dei fiati a fare la parte del leone, – e ancora, dal vivo, con la sola fisarmonica di Ruggieri, poeticamente avvinto dall’ aspetto melodico di quel brano; ed infine da Ella Fitzgerald e Joe Pass alla chitarra, che duettano intrecciandosi con poetica maestria.

Poi si ascolta “Estate”, e se ne vede anche qui la genesi, partendo dall’ origine del brano , uno dei più eseguiti nel Jazz: la ascoltiamo cantata dallo stesso Bruno Martino, che l’ ha concepita, e poi nella versione del grande Joao Gilberto, che scavalla ritmicamente 4/4 così regolari di solito, ma atterrando sempre lì, dove l’ armonia detta di atterrare; e poi Ruggieri ce ne regala il live disegnando un inizio cupo, dissonante, drammatico per poi fluire verso uno sviluppo più melodico e malinconico, variandone armonicamente l’ inciso. Commuove, emoziona la celeberrima versione di Michel Petrucciani, con il reiterarsi di piccole frasi poetiche che la mano destra inanella tra loro improvvisando con una fantasia ricca ma che non tradisce mai il clima del brano.

Ma ascoltiamo anche due composizioni originali di Ruggieri, applauditissimo e a ragione, “Tango Italiano”, “Carnevale”, scritta quasi per caso e diventata quasi subito uno standard per fisarmonicisti, lasciando stupefatto lo stesso Ruggieri, mentre la medley etti una sera a Cena”di Ennio Morricone e “More” di Riz Ortolani è tratta dallo splendido album “Inni d’Italia” inciso di recente con Paolo Di Sabatino al pianoforte
Tanta musica, la meraviglia di ascoltare e quasi “toccare” le trasformazioni di brani che pur trasfigurati nelle diverse versioni di artisti tra loro diversissimi, rimangono magicamente anche “se stessi”. Ce ne sono ancora di standard da ascoltare alla Casa del Jazz: standard di nome, ma di fatto di standardizzato ne troverete poco… anzi, nulla.

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