Rivive il be-bop con la chitarra di Nicola Mingo
“Billi’es bounce”, “Daahoud”, “Sandu” , il primo di Charlie Parker, gli altri due di Clifford Brown, sono standard celeberrimi che hanno giustamente segnato la storia del jazz costituendo vere e proprie pietre miliari del bop.
Se ne è parlato nella terza Guida all’ ascolto condotta da Gerlando Gatto per merito dell’ospite, Nicola Mingo, che per la sua performance ha scelto proprio questi tre brani.
Così la serata ha preso un andamento piuttosto diverso rispetto alle altre volte: qui non si trattava tanto di illustrare la storia di brani che scritti prevalentemente per commedie musicali e film, erano poi entrati nel mondo del jazz per merito di grandi artisti, ma di evidenziare il fatto che con l’avvento del be-bop i musicisti neri pensarono, finalmente, di scrivere essi stessi delle composizioni particolarmente adatte alle proprie esigenze espressive. Di qui i capolavori cui in apertura si faceva riferimento.
Con la solita grazia ed eleganza, Gatto ha introdotto l’argomento per poi lasciare spazio alla musica: si è così ascoltato una strepitosa versione di “Billie’s Bounce” da parte di un George Benson d’annata (1967) magnificamente coadiuvato da Herbie Hancock, Ron Carter e Billy Cobham. Poi è stata la volta di Nicola Mingo a interpretare lo stesso brano in splendida solitudine: suonare bop con la chitarra, e per giunta da solo, non è impresa facile ma Nicola se l’è cavata alla grande: il suo strumento, accompagnato dalla voce che intonava tutte le note della complessa partitura, ha letteralmente volato sulle note di Parker entusiasmando il pubblico, numeroso ed attento come sempre.