12points Festival a Dublino: un evento fuori dagli schemi

Giovanissimi europei ossigeno per il Jazz

Dublino beats and pieces big band (tratta dal sito  ufficiale di 12points)

Dublino beats and pieces big band (tratta dal sito ufficiale di 12points)

A Dublino si svolge un Festival che è totalmente incentrato sui giovani talenti del Jazz. Giovani intesi in senso “europeo” e non “italiano”, ovvero ragazzi e ragazze appena più che ventenni: da noi si parla di giovani intendendo anche musicisti dai 30 anni in poi. Vale la pena sottolinearlo perché sono proprio questi giovani, giovanissimi europei che danno ossigeno al Jazz. Con le loro idee, la loro energia, anche se si vuole con le loro piccole ingenuità e spesso con la loro irruenza. Sto parlando del “Festival 12points”, organizzato dall’ instancabile Gerry Godley, direttore appassionato, propositivo e fortemente intenzionato non solo a valorizzare ragazzi talentuosi e ancora non conosciuti se non nei loro ambiti territoriali, ma anche a creare un network pulsante ed efficace tra tutti i Paesi europei (in senso lato e non solo intendendo l’ Unione Europea), che sia la base per un dialogo e un circuito che vada ben oltre i reciproci confini nazionali. A tal proposito i delegati invitati al festival non hanno assistito solo a concerti, ma anche a dibattiti ricchissimi di spunti in cui si è delineata la situazione di ogni Paese riguardo il Jazz, si sono creati contatti importanti tra giornalisti, associazioni, organismi nazionali dedicati proprio specificamente al Jazz (e che in Italia non esistono affatto). Momenti di incontro importanti, densi, fitti di discussioni, resi anche divertenti dall’ artista – disegnatore Patrick Sanders, che estemporaneamente – improvvisando, come si conviene ad un jazzista – ha trasformato in immagini concetti anche complessi, e rendendoli chiari, sintetici e fruibili anche a chi, come chi vi scrive, non seguiva del tutto l’ inglese fluentissimo degli altri delegati.

disegni Patrick Sanders (foto Daniela Floris) disegni Patrick Sanders (foto Daniela Floris)

foto Daniela Floris

Godley oltre a proporre musica praticamente inedita a livello europeo (gli artisti sono ragazzi appena emersi nei loro reciproci Paesi) ha saputo creare un’ atmosfera veramente particolare, di fermento, di intrecci proficui tra musicisti di tutti i Paesi . Come? Ospitandoli tutti fin dal primo giorno, ad esempio, a prescindere dalla data della loro esibizione. Il che ha significato che da subito ci sono state Jam Sessions nei club tra artisti anche agli antipodi come inclinazione, background e poetica, i quali hanno persino partecipato alle conferenze, ascoltando ed intervenendo sulle loro reciproche esperienze. Ma anche fungendo da raccordo egli stesso tra intervenuti al festival (sia artisti, che addetti ai lavori) proponendo spunti continui e idee da discutere in maniera ricca ed interessante.
Di tutti questi gruppi ce ne saranno tre (da non intendersi come vincitori) che verranno da “12points supportati” per tre anni nella loro attività artistica, in modo da poter suonare per tutta l’ Europa.

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