Le poetiche reinvenzioni di Tucci e Mannutza

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“Ascoltate il Jazz consapevolmente” potrebbe essere uno slogan adatto alle Guide all’ Ascolto di Gerlando Gatto alla Casa del Jazz.  Ma (alla luce anche dell’ ultimo incontro di mercoledì 6 febbraio) bisogna di certo anche aggiungere “e godetevi  il viaggio ovunque vi porti”.

E il viaggio è stato come dovrebbero essere un bel viaggio:  istruttivo, divertente, emozionante e indimenticabile.  Gatto con leggerezza ha regalato ad ogni brano una sua precisa storia, che lo identifica come unico e che comincia ma non finisce al momento in cui è stato composto o eseguito la prima volta.  Gli ascolti relativi a grandi jazzisti hanno delineato musicalmente quei brani, in maniera affascinante.  Gli ospiti Lorenzo Tucci e Luca Mannutza, jazzisti di rango anch’ essi , hanno regalato nei live un’ ulteriore tappa alla vita di ognuno di quei brani.  “Tea for Two” nasce, ha un suo titolo che abbiamo scoperto essere riferito non ad un incontro romantico ma alla vendita a Londra di teiere a buon mercato (e chi se lo immaginava? ), e poi avvia un suo percorso che passa per il genio Art Tatum (versione da brivido, che Gatto Tucci e Mannutza hanno poi aiutato, con il loro prezioso punto di vista ad interpretare), ma anche per Schostakovic, che in tre quarti d’ ora in una stanza d’ albergo ne compone un prezioso arrangiamento.  E ancora per il fantastico live di Tucci e Mannutza, che lo reinterpretano in 5/4, sincopandola, divertendo con inesauribili scambi tra una batteria incredibilmente multiforme (in cui la tecnica pazzesca di Tucci è come sempre asservita ad un linguaggio espressivo e musicale e non sterilmente virtuosistico) e il pianoforte elegante, ritmico, dal tocco energico eppure sempre garbato di Mannutza.

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I nostri CD. Il groove di Pippo Matino

I NOSTRI CDSilvia Barba, Pippo Matino BassVoiceProject – “Love and groove” – wide
Davvero un bell’album, fresco, coinvolgente, questo firmato dalla vocalist Silvia Barba e dal bassista Pippo Matino. Matino si è oramai affermato come un virtuoso del basso elettrico non solo a livello nazionale, e sta sempre più rafforzando questa sua “posizione” grazie ad alcuni validi progetti che lo vedono impegnato su più fronti. Tra questi il “BassVoice project” con la cantante romana Silvia Barba che è per l’appunto il “responsabile” dell’album che vi presentiamo. Tanto per mettere subito le carte in tavola, occorre sottolineare come la formazione sia completata da Fabrizio Bosso tromba e flicorno, Javier Girotto sax soprano, Jorge Bezerra percussioni, Roberto Schiano trombone, Claudio Romano batteria e Nicola Angelucci presente alla batteria in “Viva lei” e nella seconda parte di “Come together”.

E questi titoli introducono alla particolarità del repertorio in cui accanto a composizioni originali di Pippo Matino (due) e Fabrizio Bosso figurano brani tratti dal repertorio classico del jazz nonché dalla musica brasiliana e dalla musica d’autore non solo italiana. Così ascoltiamo, ad esempio, il celeberrimo “Je ne regrette rien” immediatamente collegabile alla splendida voce di Edith Piaf  e poi il non meno celebre “Summetime”, seguito da “Mas que nada” e quindi dal primo pezzo cantautoriale, lo splendido “Anna e Marco” dell’indimenticabile e indimenticato Lucio Dalla. A questo punto il lettore potrebbe pensare che si tratti di uno dei soliti guazzabugli studiati per catturare l’attenzione ma carenti di unità di fondo.

E invece il nostro lettore si sbaglierebbe e di grosso dal momento che l’album possiede una sua ben individuabile identità grazie alla grande personalità dei musicisti impegnati, che d’altro canto tutti conosciamo benissimo. Matino è in grado di affrontare qualsivoglia partitura grazie alla perfetta padronanza dello strumento e la stessa cosa può ovviamente dirsi di Bosso e Girotto oramai ai vertici del jazz nazionale. Il contributo di questi due “fiati” è risultato particolarmente importante soprattutto nella riproposizione dei brani tratti dal repertorio “leggero” specie quando appariva necessario riportare il discorso su binari più prettamente jazzistici. Ascoltate il superbo intervento di Girotto in “Je ne regrette rien” e il sentito assolo di Bosso in “Il mio regno”. Dal canto suo la vocalist Silvia Barba mostra una bella maturità interpretando con efficacia e pertinenza brani così distanti tra di loro, anche se, proprio per questo, non in tutti i pezzi raggiunge la stessa efficacia.

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