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Eduardo De Crescenzo

In questi ultimi anni parecchi cantanti pop hanno abbandonato il primitivo campo d’azione per incunearsi nel mondo del jazz, avendo cura di circondarsi di jazzisti degni di questo nome. Di qui alcune operazioni, artisticamente parlando, ben riuscite anche se nella maggior parte dei casi la valenza di tali azioni non è andata al di là del tentativo di cercare un nuovo pubblico nella speranza di rinverdire gli allori del passato.

In quest’ambito, a mio avviso, una delle realizzazioni più riuscite è stata quella posta in essere da Eduardo De Crescenzo (cantautore, fisarmonicista e arrangiatore) e ora, finalmente documentata, dal bellissimo album “Essenze Jazz”.

De Crescenzo che negli anni scorsi si era affermato come uno dei cantautori più sensibili e originali della scena nazionale, ha pensato bene di scegliere quindici sue già note composizioni con l’aggiunta di un inedito assoluto “Non tardare” e rivestire il tutto in chiave jazzistica grazie all’apporto di un valido arrangiatore e pianista quale Stefano Sabatini e di un gruppo di eccellenti musicisti come Marcello Di Leonardo alla batteria, Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Daniele Scannapieco e Sandro Deidda ambedue sia al sax tenore sia al sax soprano e Lamberto Curtoni al violoncello.

Il risultato è straordinario: personalmente ho ascoltato una delle primissime uscite del gruppo con questo progetto alla Casa del Jazz, poi l’ho riascoltato al San Carlo di Napoli nel corso di un memorabile concerto e devo dire che ascoltando il disco ho rivissuto le stesse emozioni delle serate cui prima facevo riferimento. La stessa sorpresa nel constatare come pezzi già conosciuti ed amati quali “Quando l’amore se ne va”, “Naviganti”, “L’odore del mare” non solo conservino intatta tutta la loro freschezza ma appaiano come brani scritti appositamente per arrangiamenti di questo tipo. Il fatto è che quando il materiale tematico è di grande spessore – e le canzoni di De Crescenzo lo sono – risulta possibile lavorarci sopra e renderlo appetibile anche ad un palato raffinato come quello degli appassionati di jazz.

Ma quel che ancora una volta fa la differenza è la splendida voce di De Crescenzo, la sua raffinatezza nel piegare i mezzi vocali alle necessità dell’interpretazione, il suo modo straordinario di comunicare e far vivere emozioni grazie anche al suono della fisarmonica che ora accompagna ora contrappunta il suo canto.

Insomma un grande De Crescenzo cui va – per quel che vale – tutto il mio più sincero apprezzamento.

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