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I NOSTRI CD

Nonostante “ A proposito di jazz” sia evidentemente dedicato alla musica afro-americana, ogni tanto usciamo dal seminato quando reputiamo che sia interessante segnalarvi alcune produzioni musicali anche se le stesse non rientrano a pieno tiolo nell’ambito jazzistico.

E’ il caso di due album quanto mai diversi tra di loro ma non privi di un certo interesse: “Vivo” di Remo Anzovino (Egea 167) e “Sangue Blues” di Paolo Belli (Planet Records 333).

Dopo quattro album in studio, che gli hanno consentito di conquistare un pubblico sempre più numeroso, Remo Anzovino giunge alla prima pubblicazione live: si tratta di un cofanetto contenente un cd, con la registrazione del concerto tenuto all’Auditorium Parco della Musica di Roma (20 aprile 2013), e di un dvd, con il video del concerto tenuto alla diga del Vajont il 15 settembre 2013 per il cinquantenario del disastro. Remo è accompagnato dai fidi compagni di viaggio vale a dire Vincenzo Vasi al theremin, glockenspiel, basso, campionatore e voce, Alberto Milani alla chitarra elettrica e Marco Anzovino alle percussioni e alla chitarra acustica cui, in occasione del concerto del Vajont, si aggiungono l’Edodea String Quintet e il Coro Polifonico di Ruda.

Il repertorio del CD è costituito da quattordici brani tratti dai quattro album cui si faceva riferimento e da due inediti, “Afrodite”, che apre l’album, e “No smile (Buster Keaton)”, un omaggio all’attore statunitense. In ognuno di queste sue composizioni Anzovino evidenzia quella che oramai può essere considerata la sua chiave stilistica, vale a dire come compositore un amore per la melodia e una spiccata propensione per costruzioni semplici ma non banali; come esecutore un pianismo sobrio, misurato, senza alcuna esaltazione virtuosistica ma piuttosto inteso ad esprimere uno stato d’animo, a narrare una storia. D’altro canto anche i titoli spingono in questa direzione, come a voler sottolineare una certa dimensione onirica che sicuramente fa parte del bagaglio ispiratore dell’artista.

Ben diversa l’atmosfera che si registra ascoltando l’album di Paolo Belli: se amate ballare ascoltando dello swing sanguigno e senza pretese allora questo è il disco che fa per voi. D’altro canto Belli lo ha sempre dichiarato: «ridere fa bene al corpo, ridere di se stessi fa bene alla mente». Fedele a questo suo motto, anche questa volta Belli  non si smentisce e ci presenta un altro album che ben si inquadra nel solco delle sue precedenti esperienze. Dagli esordi coi Ladri di Biciclette ad oggi molta acqua  è passata sotto i classici ponti, ma Belli conserva la stessa voglia di suonare per divertire se stesso e chi lo ascolta. Di qui un album dal gradevole ascolto che mischia ritmi jazz con sonorità pop, rock, caraibiche e richiami a canti popolari dell’Emilia, sua terra natia.

Accompagnato da una big band molto professionale, con una eccellente sezione fiati, il crooner presenta alcune cover come “Vengo anch’io” di Enzo Jannacci e “Un Giorno Speciale” di Jack Palmer, Frank Froeba, Cab Calloway  accanto ad una serie di original sempre di gradevole ascolto tra cui “Boogie Man”, “Firuli Firulà” e “Questo amore”.

Insomma un album che certamente non entrerà nella storia della musica registrata ma che altrettanto certamente ci regalerà una quarantina di minuti di piacevole evasione.

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