Blues & Jazz per Settignano con i Betta Blues Society, Enrico Pieranunzi & Simona Severini

Triplo appuntamento per un weekend cinematografico-musicale all’insegna del Blues e del Jazz alla Casa del Popolo di Settignano.

Venerdì 21 luglio 2017, alle ore 21.45, CinemAnemico propone la recente pellicola biografica ‘Born to the Blue’ (2015) di Robert Budreau, in inglese, con sottotitoli in italiano. Ethan Hawke interpreta Chet Baker portando in scena gli alti e i bassi della carriera del più noto trombettista jazz americano. Tanti gli epiteti che hanno descritto Chet Bker: un drogato eroinomane, un bugiardo, una disgrazia per la sua famiglia, quelli negativi. Ma la storia lo ha consegnato ai posteri come il Principe del Cool, dello Swing della West Coast, la carismatica icona del Jazz, il vero Dio del Jazz. Ethan interpreta Chet alla perfezione, fin nei suoi assoli e nella tecnica di esecuzione, seppur siano suonati dal trombettista canadese Kevin Turcotte. Born to the Blue’ riesce, grazie al progetto e alla passione di Budreau, a resuscitare una delle leggende della storia del Jazz per potergli dare una degna sepoltura. Caduta e resurrezione di Chet Baker avvolto in quella morte misteriosa, tra scale ascendenti e discendenti, immerso in una love story intrigante che unisce i molti brandelli di vita del musicista, ripresi dalla sua biografia ‘Let’s Get Lost’.

Sabato 22 luglio 2017, alle ore 21.30, il Festival ospita il Quartetto Betta Blues Society formato dalla cantante Elisabetta Maulo, Lorenzo Marianelli alla chitarra, Fabrizio Balest al contrabbasso e Pietro Borsò alle percussioni. Nato nel 2009, il Quartetto proporrà al pubblico la loro ultima creazione ‘Let Them Out’, edito dalla casa discografica ‘Il popolo del Blues’ nel 2016. Un album di inediti nel quale il Quartetto duetta con eclettiche personalità della scena musicale internazionale contemporanea quali Tommaso Novi dei Gatti Mezzi, per arrivare a Bob Luti, Nicola Floris, Massimo Gemini, Tony Cattano, solo per citarne alcuni. Per la serata settignanese i Betta Blues Society eseguiranno i titoli inediti del nuovo lavoro nel quale la Band pisana si racconta, legandosi al Blues acustico delle origini. La vita quotidiana si esprime mettendo a nudo le due facce della medaglia Blues: quella spirituale nota e tipica del Gospel e quella folk, più ‘sporca e torbida’, come amano definirla i componenti della Band. Pilastri della loro originale creazione musicale sono la voce della leader Elisabetta e gli strumenti acustici che l’accompagnano, fra questi anche quelli etnici, quali ukulele, kazoo, dobro.

Chiude il secondo weekend del Festival ‘Jazz Sett’, Domenica 23 luglio 2017, alle ore 21.30, uno dei giganti del Jazz, la leggenda vivente Enrico Piranunzi che, in due con la cantante Simona Severini, presenterà ‘My Songbook’, edito per Jandomusic nel 2016. Pieranunzi, pianista, compositore e arrangiatore, ha al suo attivo oltre 70 cd e vanta collaborazioni con i mostri sacri del Jazz, da Chet Baker a Marc Johnson, che lo hanno portato ad esibirsi nei più prestigiosi festival mondiali del Jazz, dal Canada, all’Europa, al Giappone, all’America del Sud. My Songbook’ raccoglie undici brani per piano e voce, scritti da Pieranunzi per la fascinosa ed eclettica voce di Simona Severini. Storie in musica dalle multiformi e cangianti atmosfere, capaci di unire, straordinariamente, tradizione e libertà innovativa. Una complicità sorprendente tra i due artisti regalerà al pubblico momenti di grande intensità e spesso esecutivi. Poesie e poemi in musica. Il Jazz sigla questa intesa perfetta ed immediata. Tutto nasce dalle emozioni e dallo scorrere della vita; poesia e musica danno voce a questa nascita e la conducono per mano attraverso il mondo, alla ricerca della propria realizzazione. Un’occasione unica e speciale per poter ascoltare il Miglior musicista europeo, il Top Jazz Man, come definito dalla rivista Musica Jazz dal 1989 ad oggi. La musica del duo Pieranunzi&Severini canta la vita ed è proprio per questo motivo che ci appare ora energica, ora fresca, ora intima e poetica. Ci appartiene e ci fa andare oltre la vita stessa fino a farci perdere nel loro universo musicale.

L’ingresso agli eventi è a pagamento. Venerdì: cena+concerto e/o film € 12,00. Sabato: solo cena € 10,00; cena+concerto € 15,00; solo concerto € 10,00 intero, € 8,00 ridotto per soci Arci. Per info: www.cinemanemico.net & https://casa-del-popolo-di-settignano.noblogs.org/, tel. 055697007, pagina Facebook: https://www.facebook.com/cinemAnemico/

L’ufficio stampa del Festival: Dr. Sabrina Malavolti, cell. 347.5894311 – email sabrina.malavolti@gmail.com

Luciano Federighi al TrentinoInJazz 2017!

TRENTINOINJAZZ 2017
e
Valli del Noce Jazz
presentano:

Mercoledì 19 luglio 2017
ore 18.00
Sala Borghesi Bertolla
Biblioteca Comunale
Via Marco da Cles, 1
Cles (TN)

Luciano Federighi presenta ‘Istrioni e Sirene’

ingresso gratuito

Quarto appuntamento, mercoledì 19 luglio 2017, con la sezione Valli del Noce Jazz, una delle rassegne storiche delle valli trentine, giunta alla quindicesima edizione e dal 2012 entrata nel network del TrentinoInJazz. Una sezione caratterizzata dal radicamento sul territorio e dal dialogo con i turisti appassionati di musica, che mercoledì 19 vedrà Luciano Federighi a Cles.

La presenza di Luciano Federighi mercoledì 19 fa da anteprima al suo concerto del 20 a Mezzolombardo. Studioso del blues e della vocalità jazz, Federighi è autore di libri importanti in materia, che racchiudono le sue significative esperienze di insegnamento e (soprattutto) di viaggio attraverso gli Stati Uniti. Storico collaboratore di “Musica Jazz”, di festival come Blues al femminile, Porretta Soul e Umbria Jazz, occasionale presenza radiofonica tra Rai e Radio Svizzera, Federighi è anche un eccellente cantante e pianista blues e jazz, con diversi album a suo nome. A Cles presenterà – con la partecipazione del moderatore Stefano Biosa – il nuovo libro Istrioni e Sirene. Le grandi voci della tradizione americana fra jazz e blues, in uscita per Arcana. Una guida – stilistica e discografica molto più che biografica – alle voci che hanno fatto grande la musica americana attraverso il Novecento, da Al Jolson a Bing Crosby, da Ethel Waters a Aretha Franklin, dalle Boswell Sisters ai Manhattan Transfer, da Jimmie Rodgers a Shirley Caesar, da Billie Holiday a Mark Murphy.

Prossimo appuntamenti TIJ 2017: giovedì 20 luglio, Luciano Federighi (Mezzolombardo), Tiger Dixie Band (Grigno Valsugana).

Accordi e Disaccordi al TrentinoInJazz 2017!

TRENTINOINJAZZ 2017
e
Valli del Noce Jazz
presentano:

Mercoledì 19 luglio 2017
Ore 21:00
Piazza Padre Eusebio Chini
(in caso di pioggia Museo Padre Kino)
Segno (TN)

Accordi & Disaccordi

ingresso gratuito

Quarto appuntamento, mercoledì 19 luglio 2017, con la sezione Valli del Noce Jazz, una delle rassegne storiche delle valli trentine, giunta alla quindicesima edizione e dal 2012 entrata nel network del TrentinoInJazz. Una sezione caratterizzata dal radicamento sul territorio e dal dialogo con i turisti appassionati di musica, che mercoledì 19 vedrà il quartetto Accordi & Disaccordi a Segno.

A Segno, l’irresistibile “hot italian swing” di Accordi & Disaccordi. Un nome del genere richiama inevitabilmente al delizioso film di Woody Allen con Sean Penn, che ricalcava la storia del grande Django Reinhardt, celebre figura alla quale il gruppo si ispira. I classici della migliore musica jazz e manouche degli anni ’30 raccontati in chiave moderna, fra inediti e brani pop arrangiati con una personalissima interpretazione che i
musicisti di Accordi & Disaccordi amano definire Hot Italian Swing. Alessandro Di Virgilio (chitarra solista), Dario Berlucchi (chitarra ritmica) e Elia Lasorsa (contrabbasso) per l’occasione si avvarranno anche della voce di Valentina Nicolotti.

Prossimo appuntamenti TIJ 2017: giovedì 20 luglio, Luciano Federighi (Mezzolombardo), Tiger Dixie Band (Grigno Valsugana).

Monk’n roll con Tinissima 4tet alla rassegna Musica al Vittoriano

 

Foto di Adriano Bellucci

Roma, Vittoriano, Terrazza Italia, 7 luglio 2017
Monk’n Roll
Tinissima 4tet

Francesco Bearzatti, clarinetto e sax tenore
Giovanni Falzone, tromba
Danilo Gallo, basso
Zeno De Rossi, batteria

Quando pensavi che su Thelonius Monk si fossero oramai compiute musicalmente tutte le operazioni possibili – posto che il Jazz è una vena inesauribile, certo, e improvvisarvi o reinterpretare è un qualcosa che non si può prevedere del tutto – ti capita di andare ad ascoltare Monk’nRoll (cd edito da CAM Jazz) di Tinissima 4tet. Le tue quasi certezze si scardinano e passi un’ ora e mezzo intensa, divertente, anzi entusiasmante e, se come chi vi scrive, sei lì per poi doverne dare conto, fai anche molta attenzione a quanta preparazione e carica creativa vi sia dietro quella curiosa operazione.

Siamo a Roma, nella Terrazza Italia del Vittoriano, al tramonto di una sera estiva. E’ lì che si svolge  Musica al Vittoriano (appuntamenti tra Jazz e altro) nell’ ambito  di Art City, rassegna di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo organizzata dal polo museale del Lazio nell’arco di tutta l’estate romana.
Il luogo è affascinante, come si può immaginare, i posti esauriti, sold out. Mentre si attende l’inizio del concerto si guarda rapiti il panorama: la terrazza domina la città. Fino a quando non comincia la musica.
Monk’n roll si basa su un’idea pressoché geniale: mescolare il jazz di Thelonius Monk al rock e anche al pop. Come? Intrecciandoli tra loro. Letteralmente, intrecciandoli, come se fossero due fili colorati a contrasto. Quello che avviene è che chi ascolta percepisce nettamente due linee che riconosce, eppure quelle sono strettamente intrecciate.
E’ una specie di rompicapo che non puoi fare a meno di seguire su due piani: uno, quello che ti trascina emozionalmente, l’altro (specie se devi scriverne poi in un secondo momento) quello che ti porta a cercare di capire perché quella musica è così trascinante.

I Tinissima entrano in scena con una introduzione ricca di materiale sonoro, una sorta di presentazione di ciò che sta per avvenire. Mi sbaglierò ma vagamente appare anche Gershwin. Poi, per nulla vagamente, ecco Bemsha Swing avviluppato a Another one bites the dust dei Queen. Non mi andrebbe di stare attenta, mi andrebbe di fare ciò che sta facendo la gente in platea: lasciarsi trasportare da questa specie di positiva schizofrenia jazzrockistica ma non posso farlo. I Queen sono affidati al basso di Danilo Gallo e alla batteria di Zeno De Rossi, Monk è affidato al sax tenore di Francesco Bearzatti e alla tromba di Giovanni Falzone. La parte tematica di entrambi i fronti è volutamente cristallina, inizialmente, e cattura l’attenzione in maniera totalizzante, proprio perché ti trovi in mezzo ad una sorta di rebus, ad un arcano che ti confonde nonostante la soluzione sia ad un passo, specie se hai amato sia Monk che i Queen. Ti trovi a voler seguire entrambe le linee melodiche, la linea armonica si adatta ad entrambe e tu sei in mezzo. Poi l’enigma si scioglie nei soli improvvisati di tromba, di sax, di batteria, poi si ritorna agli obbligati per la tromba il sax, poi il pezzo si chiude e tu sei lì che cerchi ancora di capire cosa sia successo di così elettrizzante.


Il gruppo durante tutto il concerto mostra un estro creativo inesauribile, una serie quasi infinita di trovate espressive. Gli strumenti vengono utilizzati con tutte le funzioni possibili. Può capitare che le note acute del clarinetto svolgano una funzione ritmica. O che su uno strenuo ostinato di basso Bearzatti crei un’improvvisazione soffiando solo sul bocchino e l’ancia del clarinetto stesso. Il basso (versatile, duttile, ma anche potente) di Danilo Gallo può assumere di volta in volta una funzione prettamente ritmica o addirittura straniante, magari reiterando un riff in 7/4 (o 7/8? non saprei dirvi adesso),  ma può aprirsi anche in accordi dal voicing di una grande pienezza armonica, indispensabile in alcuni momenti della performance.
Se la tromba di Falzone espone un tema, il sax tenore di Bearzatti fornisce affondi armonici toccando note fondamentali per la comprensione dell’accordo attuale in quel momento, oppure improvvisa, magari simulando efficacemente una chitarra elettrica.


Il set della batteria di De Rossi, jazzistico, può risuonare come un set rock, in un’alternanza continua tra due mondi sonori.
Round Midnight inspiegabilmente si fonde alla perfezione con Walkin’ on the Moon dei Police.  L’inconfondibile linea di basso la garantisce Danilo Gallo, mentre Francesco Bearzatti e Giovanni Falzone si prendono in carico Thelonius Monk, fino a quando, eseguendo il ritornello di Walkin’ on the Moon a due voci invadono il campo del basso, per poi tornare a Round Midnight. Tu sei ancora lì che cerchi di risolvere l’arcano ed ecco che ancora Gallo e De Rossi ti presentano Billie Jean di Michael Jackson mentre Francesco Bearzatti e Giovanni Falzone vi saldano indissolubilmente Walkin Bad: sembrano nati così i due brani. Sono come due parti di un puzzle finalmente ricostruito, e non me ne vogliano i puristi del Jazz.
Under Pressure
dei Queen sembra legato a Brilliant Corners come un gemello siamese eterozigote, e Walk on the dark side di Lou reed a Criss Cross:  appaiono dopo un omaggio di Bearzatti a Roma, che, calata la sera, risponde a Rugantino risplendendo sotto la Terrazza Italia. Il clarinetto e la tromba cantano a due voci giocando con accenti, dinamiche, sfiorando non si sa come anche un po’ di Messico (l’ho sentito solo io? Magari sì, ma non importa) e tornando da Lou Reed a Rugantino.


Walk this Way  degli Aerosmith emerge, potente, dal basso imprescindibile di Danilo Gallo, e ad esso si abbraccia strettamente Straight no Chaser : il sax interagisce proprio con il basso, Falzone rumoreggia con la sua voce, Zeno De Rossi esplode in un assolo fantastico e tu trovi una delle risposte al quesito “cosa è la creatività”? Ce l’hai avuta davanti per un’ora e mezzo sul palco del Vittoriano durante una sera estiva.
Thelonius Monk avrebbe ballato ascoltando Tinissima 4tet, quasi certamente avrebbe ballato: il quasi lo tengo in serbo per salvarmi dai puristi del Jazz!