ALBA JAZZ 2017: il gran finale con Mauro Ottolini e Sousaphonix


Foto di Carlo Mogavero

Piazza Michele Ferrero, ore 21
Mauro Ottolini, Sousaphonix – The Bix Factor

Mauro Ottolini: trombone
Roberto De Nittis: piano organo toy piano
Paolo Botti: viola, dobro.
Danilo Gallo: contrabbasso
Zeno De Rossi: batteria
Paolo Degiuli: cornetta
Guido Bombardieri: sax alto e clarinetto
Stefano Menato: sax tenore e clarinetto
Vincenzo Vasi: theremin, voce, e varie
Stephanie Ocean Ghizzoni: voce e voodoo
Vanessa Tagliabue York: voce

Il divertimento è una cosa serissima, nella musica, specialmente in una band di undici elementi che suoni il Jazz degli anni 20: per divertire con il Jazz bisogna avere una sezione fiati compatta e coordinatissima negli obbligati, nei background e negli assoli, che sia precisa negli attacchi e che percorra tutte le dinamiche possibili come se niente fosse. Bisogna che ci sia un violinista che suoni anche qualche strumento a corda.
Ci vuole una batteria swingante all’inverosimile, un contrabbasso che sottolinei e che costruisca un continuo tessuto di suoni ritmico armonici senza lasciare mai da sola l’orchestra. Ci vogliono almeno due cantanti che non sappiano solo cantare ma che abbiano comunicativa e feeling con i musicisti e con il pubblico. Se poi c’è anche un cantante e rumorista che delinei un’atmosfera giocosa o fantastica o drammatica questa cosa del divertimento serissimo si concretizza come nel caso dei Sousaphonix.



E allora tenuto conto che il divertimento è una cosa seria, va da sé che divertirsi è un lusso che, almeno qualche volta, tutti noi dovremmo poterci permettere: il lusso ad esempio di una melodia romantica e struggente senza avere il pensiero di apparire poco evoluti o poco intellettuali. O il lusso di un’orchestra ridondante di suoni, che ci strappi per una volta dagli sfibranti progetti in duo ai quali ci siamo dovuti abituare obtorto collo e dal loro minimalismo forzato, una di quelle orchestre che sappiano fare tutti i tipi di ritmi, dallo swing al latin al valzer.
Il lusso di brani fischiettati e di mille rumori creati dal rumorista con enormi basette bianche, dalla voce bellissima, e che ha un tavolino pieno di oggetti colorati dai suoni assurdi. E il lusso di essere incitati a battere le mani da una cantante vestita da maga dagli occhi verdissimi e dalla voce potente che danza sul palco, o ancora di ascoltare una vocalist in smoking dalla voce cristallina che evochi atmosfere di un tempo passato.

E ancora bolle di sapone, coriandoli, lustrini, teschi infuocati, turbanti, conchiglie, riti voodoo, brani haitiani e da ballo, virus da neutralizzare televisioni da spegnere, ruggiti, miagolii e fumo.
Alba Jazz undicesima edizione inaugura il suo secondo decennio chiudendo il festival con una festa in piazza all’insegna del divertimento più folle, suonato molto seriamente da musicisti eccellenti, capeggiati da quell’artista poliedrico istrione trombonista Mauro Ottolini. Forse la festa di chiusura più bella di questi undici anni! Auguri ad Alba Jazz e all’ eroica Associazione che si è concessa ed ha regalato alla città tutta il lusso di una serissima e giocosissima orchestra.

 

TRIESTE, L’ORCHESTRA LABORATORIO 5.0 GIOVEDÌ 8 GIUGNO A “LE NUOVE ROTTE DEL JAZZ”

L’ORCHESTRA LABORATORIO 5.0 si esibirà giovedì 8 giugno (ore 20.30) all’Auditorium del Museo Revoltella di Trieste per il secondo appuntamento della rassegna “LE NUOVE ROTTE DEL JAZZ”, l’innovativo progetto ideato dal Circolo Controtempo di Cormòns (GO) che porta sul palcoscenico grandi musicisti e nuovi talenti che fanno della ricerca più raffinata e della sperimentazione sonora il loro credo.
L’ORCHESTRA LABORATORIO 5.0, composta dai giovani talenti della Scuola di Jazz del Conservatorio “Tartini” di Trieste, è diretta dal maestro Giovanni Maier. Per l’occasione proporrà un excursus nel repertorio di grandi jazzisti italiani rivisitato attraverso contaminazioni pop, rock e etniche.
Ingresso libero

ORCHESTRA LABORATORIO 5.0
Scuola di Jazz del Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste
Flavio Zanuttini: tromba ; Filippo Orefice: sax tenore ; Efrem Scacco: chitarra elettrica ; Bruno Muzzin: chitarra elettrica ; Piero Iuretig: chitarra elettrica ; Giovanni Gregoretti – basso elettrico ; Alessandro Masau: batteria (altro…)

Concerto jazz Paolo Botti “SOLO” | 30 aprile 2017

PAOLO BOTTI “Solo”

Concerto musica jazz

Paolo Botti / viola, dobro, banjo tenore, banjo 5 corde, violino di Stroh

Domenica 30 aprile 2017 ore 18,30

 

Concerto jazz Milano Paolo Botti

Torna l’ultimo appuntamento con IntimArte – rassegna di musiche trasversali, domenica 30 aprile si esibirà in concerto il musicista jazz Paolo Botti.

Spiega Paolo: “sono sempre stato convinto che ci sia una forte e preziosa continuità tra le forme più avanzate dell’improvvisazione di derivazione jazzistica e le fonti più arcaiche della musica afroamericana, per indagarle meglio e più a fondo negli ultimi anni ho approfondito lo studio delle testimonianze sonore che ci sono rimaste delle origini della musica nera americana (il blues del delta e il jazz di New Orleans in particolare) ed ho sentito il bisogno di allargare la mia strumentazione per avvicinarmi a quelle sonorità praticando strumenti come il banjo (nelle sue versioni a 4 e 5 corde) ed il dobro oggi in larga parte caduti in disuso (o relegati in ambiti di revival). La mia musica vuole essere una sorta di riflessione ad alta voce su questa continuità sonora, suoni che cercano di trovare un loro centro emotivo e strutturale nella concretezza e nella ‘ruvidità’ di sonorità arcaiche, sperando in ogni modo di rifuggire da esercizi calligrafici e di maniera.

Paolo Botti _ dopo rigorosi studi accademici come violista si dedica al jazz e alla, ha collaborato con molti musicisti tra cui ricordiamo Franco D’Andrea, Bruno Tommaso, Giorgio Gaslini, Dave Liebman, Tristan Honsiger, Dave Burrell, William Parker Keith Tippet, Karl Berger esibendosi in moltissimi festival e rassegne in Italia, Europa, ma anche in Cina e nel NordAfrica . Ha al suo attivo una quarantina di partecipazioni discografiche (tra cui sette dischi a suo nome) e si è esibito in molti importanti festival in Italia e all’estero, è stato più volte votato tra i migliori solisti sull’annuale referendum indetto dal mensile Musica Jazz. Il suo ultimo lavoro ‘The Lomax Tapes’ dedicato alla figura del grande musicologo di cui ricorrono i cento anni della nascita, è stato pubblicato dalla rivista Musica Jazz nel numero di Maggio 2015.

MAGGIORI INFO: http://www.linguaggicreativi.it/appuntamenti/paolo-botti-solo-concerto-musica-jazz-rassegna-intimarte/

QUANDO: domenica 30 aprile 2017.

ORARIO: 18.30 – a fine concerto verranno offerti tarallucci e vino

DOVE: Teatro Linguaggicreativi – Via Eugenio Villoresi, 26, Milano (MM2 Romolo).

PRENOTAZIONE FORTEMENTE CONSIGLIATA:

Tel. 0239543699 – 333.6213155, mail: promozione@linguaggicreativi.it.

BIGLIETTI:
– Intero 14€
– Ridotto allievi e convenzionati 10€

TESSERA: Per partecipare alle serate di Teatro Linguaggicreativi è obbligatorio avere la tessera associativa GRATUITA. Richiedila sul sito cliccando qui o inviando una email a promozione@linguaggicreativi.it.

I NOSTRI CD. Da Apuzzo e Ottolini due piccoli capolavori

a proposito di jazz - i nostri cd

Antonio Apuzzo Strike!, “Songs of Yesterday, Today and Tomorrow” (dodicilune, Ed.355).

Da tre decenni Antonio Apuzzo – polistrumentista e compositore romano – esplora il linguaggio di Ornette Coleman. Come fece Steve Lacy con Thelonious Monk, Apuzzo è da tempo giunto ad una totale metabolizzazione della poetica di Coleman che gli consente di mettere a fuoco la sua, tanto autonoma quanto interrelata con quella dell’altista texano. E’ da notare, poi, che in Europa e negli Usa pochi sono i “discepoli” di Ornette la cui musica, a più di cinquant’anni dalle prime uscite discografiche, è spesso rimossa o sottovalutata da neofiti – e non – del jazz. Apuzzo mette in rilievo la valenza (e potenza) vocale e canora di Coleman, utilizzando veri e propri testi ora in italiano ora in inglese cantati dalla valente Costanza Alegiani, figura di compositrice e vocalist tra le più interessanti del panorama jazzistico-contemporaneo peninsulare. Purtroppo le liriche non sono inserite nel Cd ed è un peccato perché il legame simbiotico tra parole e musica in Apuzzo è forte, intenso, rivelatorio. “In un tempo lontano” e “Sounds of love, pain and fear” sono opera del leader; ad Ornette appartengono “Sadness – Long time no see” e “A Girl Named Rainbow”, mentre “Deporta il tempo nel futuro” è di Jolanda Insana, “Peel the paint” di K.Minnear/D.Shulman/P. Shulman/R.Shulman, “Eclipse” di Charles Mingus, “Lonely Woman” di Margo Gunyan e “Song of Endless Time” di Dylan Thomas. Anche l’uso intimamente sonoro delle liriche potrebbe essere un altro tratto in comune con Lacy, forse una semplice ma significativa coincidenza. Si tratta, infatti, di due artisti che hanno portato avanti con coerenza rigorosa e profonda ispirazione la propria poetica, senza cedere a nessuna tendenza esterna e seguendo un percorso di creativa trasformazione interiore a stretto contatto con il mondo nelle sue incessanti modificazioni. Personalmente – e non da oggi – ritengo Antonio Apuzzo un musicista straordinario, uno strumentista fuori dal comune su tutti i suoi strumenti (sax alto e tenore, clarinetto e clarinetto basso), un compositore innovativo che poco (o nullo spazio) ha avuto sulla scena nazionale ed europea, senza per questo rinunciare ad una produzione di alto livello e ad una significativa azione didattica, formativa, sociale (è stato tra gli animatori della Scuola Popolare di Villa Gordiani, a Roma).
“Songs of Yesterday, Today and Tomorrow” lo dimostra. Il leader utilizza un quintetto con la Alegiani, Luca Bloise (marimba e percussioni), Sandro Lalla (contrabbasso, musicista di valore da sempre al fianco di Apuzzo) e Michele Villetti (batteria e percussioni). Con un numero limitato di musicisti, la musica ha sempre uno spessore orchestrale, un’ampiezza di respiro, una polifonia di voci che integra, arricchisce, contrappunta quella del leader. Gli undici brani sono legati da brevi episodi – spesso in solo – che cuciono le stoffe di un grande arazzo di sentimenti, situazioni, riflessioni. L’elaborazione del dolore e il fluire inarrestabile del tempo non portano la musica di Apuzzo in un orizzonte nostalgico ma scrittura ed improvvisazione sono lucide e appassionate, convinte a vivere-suonare fino all’ultimo respiro, a catturare l’umanità della vita fino al grido finale, a quello “Strike!” che suona come una non consolatoria speranza. Ho sempre poco creduto alle classifiche ed ai referendum (pur partecipando da decenni alle consultazioni) ma penso che questo disco (peraltro prodotto da Antonio Apuzzo e Gabriele Rampino) sia uno dei più significativi dell’anno, se si considera il jazz come una musica non consolatoria ma di passione e avanguardia, non nel senso retorico ma come capacità di leggere il presente, guardare al futuro con le radici ben piantate nel passato. (altro…)

I nostri CD. Quando il jazz si coniuga con la musica contemporanea

a proposito di jazz - i nostri cd

Andrea Massaria / Giancarlo Schiaffini “Corindilindoli” (SETOLA DI MAIALE SM2830).

andrea-massaria-giancarlo-schiaffini-corindilindoliLa registrazione è in studio dal vivo, nonostante la presenza di effetti elettronici (prodotti da entrambi i musicisti) e le voci registrate di Tiziana Ghiglioni (in “Chirullimaconi”) e di Silvia Schiavoni (“Ho veduto volare”; entrambe composizioni di Schiaffini). Il chitarrista Andrea Massaria ed il trombonista romano hanno in comune, pur essendo distanti come generazione, l’amore e l’interesse per una musica di confine, sbilanciata verso una dimensione “contemporanea”, con larghi spazi improvvisativi ed aleatori. Massaria concepisce la chitarra come un superamento dello strumento “tradizionale” elettrico: in “Spay immorale” se ne avverte il fraseggio ma il suono è ampiamente manipolato e arricchito di effetti. Schiaffini – uno dei fondatori del Gruppo Romano Free Jazz, alla metà degli anni ’60, importante esponente dell’Italian Instabile Orchestra – ha una “filosofia” più materica dello strumento ed ama dialogare con la voce, sia pur registrata. In “Tapiri” il suo trombone, spesso sordinato, si intreccia con la chitarra “liquida” e carica di eco di Massaria. I due artisti, in definitiva, trovano ampi terreni comuni e dipingono paesaggi sonori basati sul puro “colore”, eliminando qualsiasi “disegno formale” e puntando su un interplay ora ribollente ora colmo di un astratto relax (“Tapiri”). (altro…)

Udin&Jazz 2016 tra grandi nomi e giovani talenti

LocandinaUJ16

Anche quest’anno seguirò Udin&Jazz l’importante festival ideato e condotto con sicura competenza da Giancarlo Velliscig, giunto alla 26esima edizione.
In programma a Udine e provincia dal 15 al 28 giugno, la manifestazione si è sempre caratterizza per il giusto equilibrio tra lo spazio concesso ai molti talenti locali e quello riservato alle grandi star. Regola cui il Festival non sfugge in questo 2016.
In effetti, scorrendo il programma (che potrete leggere integralmente in coda) troviamo molti nomi legati alle realtà di questi luoghi: ad esempio venerdì 17 giugno il pianista Giorgio Pacorig si esibirà in duo con il batterista Zeno De Rossi; domenica 19 giugno alle 18.30 in Piazza Matteotti si esibirà la “Udin&Jazz Big Band”, nata da un’idea di Emanuele Filippi e Mirko Cisilino, in collaborazione con Euritmica, per riunire molti tra i migliori giovani professionisti del jazz del Nordest. Questa nuova realtà, che conferma l’impegno di Euritmica nella valorizzazione degli artisti del territorio, si esibirà con la straordinaria partecipazione di Soweto Kinch, sassofonista e rapper inglese, artista fra i più sorprendenti della scena internazionale
Sempre Piazza Matteotti ospiterà mercoledì 22 giugno alle 18.30 la Grande Orchestra Jazz “Città di Udine”, compagine storica della città, che proprio quest’anno festeggia il suo cinquantennale presentando ufficialmente il disco che celebra questo importante anniversario, prodotto da Euritmica.
Giovedì 23 giugno alle 18,30, presso la Corte di Palazzo Morpurgo, appuntamento da non perdere con il Dario Carnovale trio feat. Pietro Tonolo. Dario Carnovale è un artista siciliano che ha scelto di vivere a Udine dove ha trovato il terreno ideale per esprimere appieno tutte le proprie grandi potenzialità. Ascoltarlo sarà un vero godimento per le orecchie data anche la statura dei musicisti con cui si presenta: Lorenzo Conte contrabbasso, Alfred Kramer batteria e Pietro Tonolo, sax .
Accanto ai talenti “locali”, ci saranno anche molti jazzisti italiani oramai affermati anche a livello internazionale. E’ il caso del chitarrista Antonio Onorato che prenderà la scena di corte Palazzo Morpurgo sabato 18 giugno alle 18.30 con il suo trio , impreziosito dal featuring del pianista-tastierista Joe Amoruso, le cui sonorità hanno contribuito non poco all’evoluzione del Neapolitan Power, collaborando anche ai più importanti album di Pino Daniele.
E parlando di stelle “nazionali” da ricordare la giornata di lunedì 20 che sarà aperta dal Tinissima 4et di Francesco Bearzatti con “This machine kills fascists”, un omaggio a Woody Guthrie, cantautore popolare, intellettuale, romanziere e attivista politico americano.

Fresu & Sosa 2016 @ Roberto Cifarelli 4
Per quanto concerne, invece, i nomi di rilevanza internazionale Udin&Jazz, dopo l’importante traguardo dei 25 anni, porta a Udine la prima mondiale del tour “Eros” di Paolo Fresu e Omar Sosa e la prima europea del tour del quartetto di Pat Metheny (rispettivamente il 17 e il 18 giugno al Teatro Nuovo Giovanni da Udine). Grande attesa anche per il secondo concerto udinese di Ezio Bosso, (martedì 28 giugno al Piazzale del Castello) dopo il sold out di maggio, e per i nuovi progetti musicali del sassofonista e rapper inglese Soweto Kinch mercoledì 22 giugno, e del compositore, cantante e virtuoso dell’oud Dhafer Youssef, “Birds Requiem”, giovedì 23 giugno al Teatro Palamostre.

Dhafer Youssef S copia
La tradizionale collaborazione con Eupragma produrrà il workshop di teatro d’impresa dal titolo “Lettera 22, bellezza è utopia” dedicato alla figura di Adriano Olivetti, tra visionarietà e valore d’impresa, al quale parteciperanno nomi illustri del mondo della cultura e dell’imprenditoria, martedì 21 alle 16.30 al Palamostre.
E sempre a proposito di iniziative collaterali, da segnalare che Udin&Jazz dedicherà, come di consueto, diversi spazi al connubio tra jazz e letteratura in cui giornalisti di fama, scrittori e critici musicali si confronteranno e dialogheranno con gli artisti ed il pubblico. Tra i nomi attesi figurano lo scrittore e critico musicale Stefano Zenni, il vostro cronista, il filosofo Neri Pollastri di All About Jazz, il professore di Estetica presso l’Università di Udine, Alessandro Bertinetto, Luigi Viva, biografo di Pat Metheny e Marco Restucci, musicista, scrittore e filosofo.
Il Festival Udin&Jazz aderisce all’associazione nazionale i-Jazz ed è gemellato con i Festival internazionali Jazz à Vienne (Francia), Esslingen Jazz (Germania) e Ljubljana Jazz (Slovenia).
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