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Paolo Di Sabatino – “Paolo Di Sabatino” – Irma Records IRM 929

sabatinoProprio presentando qui sopra un altro disco, abbiamo evidenziato tutte le pericolosità insite in un album per piano solo, prova che deve, quindi, essere affrontata con grande impegno e ben consci delle difficoltà che si incontrano. Ecco, Paolo Di Sabatino esce a fronte alta dalla prova evidenziando una serie di caratteristiche che ne fanno uno dei migliori pianisti oggi in attività nel nostro Paese: grande abilità tecnica frutto evidente di tanti anni di studio, un tocco di rara sensibilità, grande facilità improvvisativa declinata sull’onda di un fraseggio fluido che trova sempre il bandolo della matassa. In effetti il musicista abruzzese sta vivendo un momento della sua carriera particolarmente felice, avendo raggiunto una piena maturità espressiva e, quel che forse più conta, una perfetta consapevolezza dei propri mezzi espressivi. Di qui un artista che sa perfettamente fino a dove spingersi, che sa calibrare assai bene scrittura e improvvisazione, che sa disegnare atmosfere cangianti ma egualmente coinvolgenti. Dal punto di vista del repertorio, l’album si basa sia su originals scritti dallo stesso pianista, sia su brani celeberrimi. Anzi Di Sabatino effettua un’operazione rischiosa ma del tutto riuscita, vale a dire unire assieme due brani, anche tra loro assai lontani, in una sorta di mini-suite a dimostrazione di una profonda e completa conoscenza della letteratura pianistica non solo jazz. Così, ad esempio, il disco si apre con due pezzi che più diversi non potrebbero essere, “Te quiero” dell’argentino Canaro, autore molto legato alle atmosfere “tanghere” e “Sweet Goergia Brown” eseguito da un numero imprecisabile di jazzisti: ebbene Di Sabatino affronta il primo pezzo con pertinenza per passare al secondo con estrema naturalezza come se in realtà si trattasse di una sola composizione. E questa sensazione di compattezza la si avverte in ogni momento del CD: splendida, ad esempio, la maniera in cui Paolo coniuga la sua composizione “Spiragli di luce” con “I love you Porgy” tratto dal “Porgy and Bess” di Gershwin o il modo in cui lega addirittura tre brani: “A piece of the night”, “Waltz for my mother” da lui stesso composti e “Par ver as meninas” di Da Viola. (GG)

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