Perché non guardo “Amici”

di Silvia Bielli – Vedo che sul vostro sito ci sono articoli relativi a musica differente dal jazz. Capisco l’ interesse di chi, appassionato e giornalista, si indirizza anche verso aspetti quali i gusti del pubblico, la cultura musicale prevalente, il modo in cui i media trattano i vari generi musicali, l’andamento del mercato della musica. In quest’ottica comprendo le motivazioni proposte da Gatto per la scelta di seguire anche determinati programmi televisivi, siano Amici, il festival di Sanremo, le trasmissioni condotte da Bollani o altro ancora, con tutte le differenze del caso.

ARTE vs. MERCATO
Le varie forme artistiche, alte o basse che siano, quindi anche la musica, sono rappresentazioni che gli uomini sono capaci di produrre della propria condizione umana in un determinato luogo e tempo. Ciò può essere autocelebrativo o critico, può rappresentare un punto di vista più o meno generale, non importa, può impiegare in modo più o meno convincente o consapevole uno specifico mezzo espressivo.

Il mercato tende a piegare tutto, anche la produzione artistica e culturale, al suo scopo di massimizzazione del profitto. Quindi tende inevitabilmente a selezionare come prevalenti le produzioni culturali più rispondenti alle proprie finalità ignorandone altre caratteristiche. E non credo che ci siano reali possibilità di correggere questo comportamento. E anche se ci possono essere buone idee, come ad esempio quella di far esibire i musicisti bravi ma meno famosi in apertura dei concerti dei grandi nomi, non credo che ciò possa risolvere veramente un problema che, in termini, generali è destinato ad ampliarsi.

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