Mercoledì 15 nuova Guida all’ascolto alla Casa del Jazz di Roma

IbridoSecondo appuntamento,mercoledi 15 maggio alle ore 19,alla Casa del Jazz per il terzo ciclo di guide all’ascolto dedicato agli standards del jazz, condotto sempre da Gerlando Gatto.

Gerlando Gatto sarà affiancato da una delle più originali formazioni apparse all’orizzonte jazzistico negli ultimi anni: l’ “Ibrido Hot Six” ovvero: Antonio Apuzzo, sax alto, sax tenore, clarinetto, clarinetto basso,Francesco Fratini,tromba,Pino Capomolla,flauto,Andrea Amendola,viola, violino,Sandro Lalla,contrabbasso, Gianluca Taddei, contrabbasso,Luca Bloise,marimba, percussioni.

Il gruppo, dall’organico assai particolare – niente batteria e presenza di strumenti inusuali per il jazz quali l’oboe – presenta una sorta di jazz cameristico che trova la sua ragion d’essere nella comune passione dei musicisti per la composizione, rielaborazione, l’esecuzione e l’improvvisazione.

D’altro canto il termine “Ibrido” vuole significare proprio il rapporto sinergico tra un impianto prevalentemente jazzistico e modalità esecutive desunte dalla tradizione eurocolta. Alla Casa del Jazz eseguiranno “Chelsea Bridge”, “Come together” e “Self portrait in three colors”.

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Il linguaggio sempre nuovo del Jazz puro

Fabrizio Bosso (foto Daniela Crevena)

Fabrizio Bosso (foto Daniela Crevena)

E’ bello vedere che il Jazz è vivo e vegeto anche nei conservatori di musica, dove è ormai da tempo diventato importante materia di insegnamento. Molti sono i Jazzisti che hanno importanti cattedre nei più prestigiosi istituti italiani, compreso naturalmente quello di Santa Cecilia a Roma. E proprio il dipartimento di Jazz del suddetto conservatorio ha organizzato anche quest’anno la rassegna “Percorsi Jazz”, in scena dal 20 aprile al 12 maggio, che è giunta alla VII edizione, e a cui hanno partecipato tutti i docenti dello stesso conservatorio ed anche ospiti.  Molti i concerti cui non abbiamo potuto assistere ma che ci sono stati raccontati come importanti occasioni di musica, e su questo non abbiamo alcun dubbio. Protagonisti, per citarne alcuni, Roberto Gatto, Maria Pia De Vito, Danilo Rea,  ma anche ospiti come Ralph Towner e Ulrich Gumpert.

Nell’ambito di questa importante rassegna domenica 28 aprile hanno suonato anche Fabrizio Bosso (tromba) e Julian Oliver Mazzariello (pianoforte) invitati come ospiti dal direttore del dipartimento Paolo Damiani, che hanno regalato un’ora di Jazz così fluente, accattivante, divertente da conquistare già dai primi minuti una platea numerosa e attenta.

Il Jazz è fatto di suggestioni infinite, e per la sua versatilità naturale può davvero comprendere sonorità variegate. Ma ci sono concerti in cui il Jazz è Jazz in maniera totalmente evidente all’ascolto, lo possiamo anche definire “mainstream” senza che quest’accezione diventi limitante: è il Jazz con i suoi stilemi, con i suoi accenti, i suoi fraseggi, i suoi accordi… e allo stesso tempo, anche se riconoscibile non è mai (se i musicisti sono di calibro) uguale a se stesso.  Bosso e Mazzariello all’Auditorium di via dei Greci hanno fatto un’ora di Jazz pulsante, vivace, di gusto, scegliendo grandi classici come But not for me, Bye bye blackbird, Dizzy’s Blues, Lady be good, ma anche brani originali come Wide green eyes (dello stesso Bosso), reinterpretandoli in maniera totalmente originale: da veri Jazzisti e di certo non da replicanti.

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