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Gary Peacock, Marilyn Crispell – “Azure” – ECM 2292

Il contrabbassista dell’Idaho e la pianista di Filadelfia possono vantare una lunga serie di collaborazioni sia in trio con Paul Motian (“Amaryllis” ECM 2000), sia in quartetto con l’aggiunta di Annette Peacock (“Nothing ever was, anyway” ECM 1997). Questa volta si presentano in duo ad affrontare un repertorio di undici brani, tutti originali, equamente distribuiti: quattro scritti dalla Crispell, quattro da Peacock e tre a due mani. L’album, registrato nel gennaio-febbraio del 2011, si iscrive di diritto tra le cose migliori incise dalla Crispell: perfetta l’intesa, i due sviluppano una musica di grande raffinatezza, sempre imprevedibile e caratterizzata da un non comune senso architettonico. Gary e Marilyn, ad eccezione di due brani in cui si ascolta un “Bass solo” e un “Piano solo”, per il resto dialogano da pari a pari, senza alcuno sfoggio di virtuosismo e soprattutto senza alcuna volontà di prevaricare ma sempre alla ricerca di uno spunto nuovo che possa servire da stimolo per se stesso e per il compagno di viaggio. Così i due artisti possono lasciarsi andare, possono lasciarsi portare dall’ispirazione del momento, dando libero sfogo alle proprie potenzialità improvvisative. E il risultato è straordinario laddove ogni pezzo racchiude un motivo di interesse. Il brano iniziale “Patterns è piuttosto spigoloso, nervoso ma l’atmosfera si distende già a partire dal secondo brano, “Goodbye” grazie ad una lunga e preziosa introduzione di Peacock. Delicata e suadente la cantabilità di “Waltz After David M” mentre “Blue”, a firma doppia, con il basso che martella un ritmo ben riconoscibile, ci conduce su terreni più prettamente jazzistici e quindi forse più usuali per quanti non siano avvezzi alla musica improvvisata. “Puppets” evidenzia tutta la maestria di Peacock nell’uso dell’archetto. L’album si chiude con il brano che da il titolo all’intero album, anch’esso scritto dai due: si tratta della degna conclusione di un percorso straordinario in cui le sensibilità artistiche della Crispell e di Peacock si fondono in unicum di rara suggestione per una musica senza tempo.

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  2. Stefano Bollani, Hamilton de Holanda – “O que serà”
  3. Maurizio Brunod – “Duets”
  4. Claudio Cojaniz, Franco Ferruglio – “Blu Africa”
  5. Gary Peacock, Marilyn Crispell – “Azure”
  6. Stefania Tallini – “Viceversa”
  7. Antonio Zambrini, Rita Marcotulli – “La conversazione”
  8. * Tutto in una pagina *
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