Omaggio a Mina e Mia Martini

Tempo di lettura stimato: 5 minuti

cheryl-porter-14

di Angelica Montagna – Quasi due ore di spettacolo, da tutto esaurito. Ed un nome: Cheryl. Basta questo per riconoscere la grandezza di un’ artista eclettica, versatile, una trasformer in piena regola. Cheryl Porter non ha mancato di stupire, emozionare, commuovere una platea di 900 persone giunte da tutta Italia. Una vocalità in grado di raggiungere le schiere celesti, pur non cimentandosi stavolta nello spirituals o nel gospel a lei più congegnali ma riuscendo ad interpretare magistralmente le canzoni di Mina e Mia Martini.
Una sfida importante: anche quella di cantare in una lingua che non le appartiene nonostante l’ artista nata a Chicago viva ormai da anni nella campagna vicentina dove ha messo su famiglia. Ed è proprio l’amore per Vicenza che l’ ha fatta esordire in palco, chiedendosi come fare per essere definitivamente “adottata” dalla città berica. Una serata che ha voluto essere un omaggio a tutte le donne, perché “capiscano il proprio valore, unite sotto i medesimi sentimenti tutti al femminile”. Anche di questo ha parlato Cheryl Porter dal palco, perché le sue non sono semplicemente performance canore ma veri e propri spettacoli dove stabilire un dialogo costante con il pubblico, arrivando a far alzare in piedi tutte le donne della platea e a farle ballare il twist con “Tintarella di Luna”. Autoironica “…noi donne siamo tutte forti, bellissime, di tutti i colori, di tutte le taglie…”, ha saputo regalare momenti di grande commozione anche grazie all’omaggio estemporaneo a Leonard Cohen recentemente scomparso ed interpretando una “Hallelujah” come pochi altri artisti. Di forte impatto emotivo “E penso a te”, da brivido “Almeno tu nell’Universo”. Del tutto originale “Grande grande grande” recitata nella prima parte e cantata in due lingue.
Insomma un’artista stupenda, Cheryl Porter, di quelle personalità che riescono a far dimenticare i minuti che passano e che con tanta generosità è in grado di riempire un intero teatro di energia contagiosa, positiva, facendoti tornare a casa con un bagaglio in più, eppure mai così leggero e piacevole. Ma la Cheryl Porter che ho raggiunto in camerino dopo le prove, soltanto un paio d’ ore prima dello spettacolo, mi era apparsa diversa. Priva di trucco, con una bandana in testa e tanta semplicità in mano. Particolarmente tesa (come lei mi dirà in seguito), perché è una bella sfida quella di interpretare due Donne così grandi. In realtà, mi renderò conto una volta seduta in platea, le grandi Donne sono state tre. Mi guarda con un’aria tenera che mai farebbe presagire ad un personaggio di spettacolo, grande catalizzatrice, oltre che artista dalle rare doti canore. L’ intervista ha inizio.

-Cheryl come ha avuto inizio la tua carriera?
“Mi è sempre piaciuto cantare fin da piccola ma non credevo effettivamente di essere così dotata. Tuttavia nella comunità dove sono nata tutti cantano, tutti hanno il ritmo dentro e così è difficile pensare che qualcuno possa fare della musica il proprio mestiere. Non è stato facile per me questo cammino: ritengo di essere stata fortunata perché finalmente dopo un’ audizione i miei insegnanti hanno creduto in me e mi hanno dato una borsa di studio che mi ha permesso di fare l’università ed approfondire lo studio del canto. E’ importante credere in se stessi ma se trovi chi crede in te, beh questo ti dà una spinta in più”.

-Sei un’artista versatile: spazi dal soul, al blues, al jazz, lo spiritual, il gospel, la lirica, hai collaborato con tantissimi cantanti: Amy Stewart, Paolo Conte, Pavarotti, Boccelli, Bono, Mariah Carey, Zucchero a fianco del quale di recente sei apparsa su RAI 1 in “Zucchero, Partigiano reggiano”. Come spieghi questa tua dote canora “multitasking”?
“Io penso che l’ arte non abbia confini: amo tutti quei generi, se mi chiedessi quale in particolare, per me sarebbe difficile risponderti. Certo, bisogna possedere determinate doti canore, tuttavia io ringrazio sempre il mio insegnante Myron Myers. La voce diventa come uno strumento da accordare ogni volta in maniera diversa. Ogni stile è un’avventura nuova che io raccolgo con entusiasmo e riuscirci con la voce credo per me sia una grande fortuna. Per fare questo mestiere ci vuole impegno, dedizione e disciplina. Sono contenta che per tanti ragazzi sono io quella che crede in loro, a farli avanzare: io ci ho messo davvero tanti anni. L’ Italia è un paese pieno di talenti e purtroppo sono spesso i genitori e gli insegnanti stessi a scoraggiarli. Bisogna invece far capire loro che si può vincere e che questo rappresenta un valore aggiunto alla vita”.

-A proposito di questo argomento ricordo un tuo post nel quale hai commentato un’affermazione di Laura Pausini che in un passaggio TV ha affermato: “Non voglio fare polemica ma sono contraria alle scuole di canto. Nessuno può insegnare l’arte del canto.”
“Oh sì, ricordo come mi sono arrabbiata di fronte a questa affermazione. Ci sono stata male una settimana e poi mi sono detta: devo rispondere a questa falsa credenza. Perché il messaggio che ha fatto passare è che fare il cantante è facile. Invece come detto è un mestiere duro, bisogna studiare, studiare molto. Detto poi dalla Pausini è ancora più grave perché viene comunque da una cantante di successo e quindi con un peso diverso rispetto a qualsiasi altro. E’ stato decisamente un brutto consiglio. Come qualsiasi strumento, la voce va studiata e può portare ad una carriera solida che può durare tutta la vita, non solo l’attimo di una passerella”.

-Torniamo al concerto di stasera: hai ricordato due grandi interpreti della canzone italiana…
“Sì e devo dire che per me è difficilissimo: è la seconda volta in dieci anni che ho paura. Infatti oggi ho mangiato soltanto lattuga e se non ho fame significa che qualcosa non va. Sono a pezzi ma felice perché stasera sono presenti moltissimi amici da tutta Italia che mi hanno visto crescere musicalmente e mi hanno dato molto. Quindi devo essere perfetta, stasera. Ho avuto anche tante telefonate, la prima da mia madre, chiamate dalla Germania, dall’Inghilterra. Tornando allo spettacolo mi ha molto impressionato la storia di Mia Martini: lei rappresenta la difficoltà di questo mestiere. Di lei si diceva che portava sfortuna e di questo ha molto sofferto. Aggiungiamo problemi alle corde vocali, come i noduli che non le hanno permesso di cantare per un pò di tempo (non c’è di peggio per un cantante)… Beh, io la penso spesso e lei rappresenta anche gli alti e i bassi inevitabili della vita. Tutti noi dobbiamo imparare ad accettarli e a ringraziare Dio per tutto ciò che ci dona ogni giorno”.

-Tu sei molto religiosa…
“Sì, è vero. Sono convinta che senza il suo appoggio facciamo poca strada. Lo invoco anche l’attimo prima di entrare sul palcoscenico. La forza che mi dà in quel momento è davvero grande!”

-Quali sono i prossimi passi per Cheryl?
“Innanzitutto da qui a gennaio ho un impegno grandissimo di almeno trenta concerti per il periodo natalizio. Quindi devo razionalizzare le mie forze. Ed un nuovo disco dedicato a mia sorella ed i miei nipotini”.

-Di cosa si tratta?
“Sono canzoni di Natale che appartengono alla mia infanzia, quindi a me molto care per l’etichetta “Azzurra Music”. “Cheryl Porter Christmas”. Ringrazio il produttore Marco Rossi, persona veramente molto capace”.

L’intervista finisce. Anche lo spettacolo finisce, non a caso con un pezzo che doveva lasciare qualcosa in più. “Libera” di Mia Martini, scelto perché come ha tuonato Cheryl sotto applausi scroscianti, “tutti siamo liberi”.
La gente aspetta nel foyer non solo per un autografo ma per quegli abbracci veri, sinceri che un cuore grande sa regalare con tanto slancio e amore per la musica, per la vita.

cheryl-porter-6

Direzione, orchestrazione e arrangiamenti: Antonio Palazzo

Secondo arrangiatore: Paolo Vianello

Sezione ritmica: Paolo Vianello (pianoforte), Alessandro Orefice (tastiere), Guido Torelli (basso elettrico), Gianni Bertoncini (batteria)

Sezione fiati: Gianluca Carollo (tromba), Beppe Calamosca (trombone), Edoardo Brunello (sax contralto), Alberto Vianello (sax tenore)

Sezione d’archi: Viktor Csanyi, Laura Masotto, Federico Zaltron (Violini I), Lorella Baldin, Lucia Cabrera (Violini II), Maria Vicentini, Nicola Possente (Viole), Paola Zannoni (Violoncello)

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Shares