I nostri CD. Dall’arpa alla voce è tutto un bel sentire

I NOSTRI CD

Marcella Carboni – “Still Chime” – abeat 540
Still CimeAlbum assolutamente godibile non fosse altro che per la presenza di due artisti eccellenti sia per la sagacia strumentale sia per il coraggio avuto nell’imbracciare ed affermare due strumenti che nel campo del jazz hanno sempre goduto di poca popolarità: l’arpa e l’armonica. E a questo punto molti avranno già capito che si sta parlando di Marcella Carboni e Max De Aloe. In effetti oggi l’arpa-jazz in Italia è rappresentata quasi unicamente da questa gentile artista la cui disponibilità e bravura abbiamo avuto modo di constatare personalmente nel corso di una breve ma fruttuosa collaborazione. Max lo conosciamo da tanto tempo e mai abbiamo nascosto la stima che nutriamo nei suoi confronti per il modo assolutamente originale con cui affronta ogni brano, ogni partitura, indipendentemente dalle difficoltà esecutive. In questo album il gruppo è completato dalla vocalist Francesca Corrias , dal contrabbassista Yuri Goloubev e dal batterista e percussionista Francesco D’Auria. A ben vedere, eccezion fatta per D’Auria, gli altri tre si conoscono abbastanza bene: Carboni e la Corrias avevano collaborato una decina d’anni fa quando iniziarono una carriera che le avrebbe portate lontano; la stessa Carboni e Max De Aloe hanno di recente firmato assieme l’eccellente album “Pop Harp”. Logico, anche se non del tutto scontato, il fatto che in questo “Still Chime” si avverta immediatamente una bella intesa tra i cinque specie quando dalla pagina scritta si passa all’improvvisazione, vissuta da tutti come un momento particolarmente creativo. In quest’ambito è d’obbligo segnalare l’assoluta globale aderenza al progetto: dalla Carboni che disegna con la sua arpa melodie di rara intensità, a De Aloe che non si limita ad un gioco di preziosi contrappunti disegnando cromatismi di grande suggestione, da Goloubev davvero magistrale sia per il sostegno incessante e preciso sia per gli interventi solistici a D’Auria che sa trovare il giusto colore per ogni brano… a finire con la Corrias vocalist dalle mille possibilità, in grado di ben eseguire brani dalla più diversa connotazione.

Barbara Casini – “Uma Mulher” – Philology 470.2
Uma MulherBarbara Casini è considerata all’unanimità una delle migliori interpreti italiana di musica brasiliana e questo album ne è l’ennesima conferma. Così come è la conferma delle possibilità compositive della vocalist dal momento che accanto ad alcune perle della musica brasiliana figurano ben otto suoi original. Per affrontare questo variegato repertorio, la Casini si presenta alla testa di due formazioni, due trii composti rispettivamente da Alessandro Lanzoni (piano), Gabriele Evangelista (contrabbasso) e Bernardo Guerra (batteria) l’uno e Seby Burgio, Marco Siniscalco e Enrico Morello l’altro. Ovviamente le atmosfere sono diverse: il trio con Lanzoni è più squisitamente jazzistico mentre quello con Burgio si avvicina più al sound brasiliano. Comunque si potrebbe dire, ricorrendo alla matematica, che l’ordine dei fattori non modifica il prodotto.. ovvero sia con l’uno sia con l’altro gruppo la Casini conserva una propria ben precisa individualità caratterizzata soprattutto dall’eleganza e dal rigore con cui la vocalist affronta le diverse partiture. Ed è questa una caratteristica che la Casini ha saputo coltivare nel tempo e che oggi la pone ai vertici del canto jazz italiano, unitamente a poche altre elette. Dell’album in oggetto particolarmente convincenti appaiono le interpretazioni di due brani brasiliani, “Cartomante” di Ivans Lins e Vitor Martins e “Rana de nuvens” di Danilo Caymmi. Quanto alle composizioni della Casini, le stesse si fanno apprezzare sia per la struttura spesso anomala, sia per il bel connubio tra linea melodica e andamento ritmico; da ascoltare con particolare attenzione la title track, il brano più intimista e soffusamente malinconico dell’intero album e la splendida e delicata ballad “Respira piano” impreziosita dal trio di Lanzoni a far da cerniera tra i due interventi vocali della leader. .Una menzione la merita pure l’unico brano con i testi in inglese della stessa Casini, “Life Reassurance” di Paolo Silvestri.

Collettivo T. Monk – “Ugly Beauty” – honolulu records
UglyForse mai come in questo periodo assistiamo ad una messe di omaggi a Thelonious Monk; eppure c’è ancora qualcuno che si sveglia la mattina e chiede: ma ha ancora senso eseguire la musica di Monk così come quella di Ellington o di Coltrane? Domanda francamente stupida…anche perché non si sente alcuno che si chiede se sia ancora il caso di eseguire la musica di Bach. Ciò detto non si può non apprezzare il lavoro svolto dal Collettivo T. Monk ovvero un organico di dodici elementi sorto nel 2013 per iniziativa del chitarrista e arrangiatore Dario Trapani, in cui spiccano tra gli altri i nomi di Andrea Dulbecco al vibrafono e Francesco Lento alla tromba. Registrato nel gennaio del 2014, l’album presenta un repertorio incentrato prevalentemente su brani di Monk, cui si affiancano pochi original e alcune composizioni di Coltrane e Joe Henderson. L’album parte subito forte con una bella interpretazione prima del brevissimo “Abide with me” di William Henry Monk ( organista e musicista di chiesa nonché compositore e editore musicale vissuto in Inghilterra nel XIX secolo) quindi di “Teo” di Monk in cui ascoltiamo una serie di assolo tutti perfettamente centrati: Francesco Lento alla tromba, Nicolò Ricci al sax tenore, Dario Trapani alla chitarra, Riccardo Chiaberta alla batteria. E la sapienza degli arrangiamenti è tale che in ogni brano c’è spazio per gli assolo dei vari musicisti che hanno così modo di farsi apprezzare. A nostro avviso, la carta vincente dell’album è da ricercarsi proprio da un lato nella perfetta aderenza degli arrangiamenti alle possibilità espressive dei singoli e dall’altro alla compattezza dell’organico che si muove con grande disinvoltura anche di fronte a partiture di certo non facilissime. Partiture che ci riportano i vari brani in una veste che pur aderendo all’originale è tuttavia caratterizzata da sicura originalità ad esempio nella strutturazione degli unisono dei fiati così come nella ricerca timbrica. (altro…)