Seconda ristampa per “Gente di Jazz” il libro di Gerlando Gatto e in ottobre due importanti presentazioni a Roma e a Napoli

Noi della redazione di A Proposito di Jazz siamo particolarmente felici di annunciare la seconda ristampa del libro “Gente di Jazz” – interviste e personaggi dentro un festival jazz – (edizioni KappaVu/Euritmica, 2017), scritto dal nostro direttore Gerlando Gatto. Il volume, che contiene la prefazione di Paolo Fresu, celebre trombettista sardo e grande amico di Udin&Jazz, la postfazione del filosofo e intellettuale friulano Fabio Turchini e le immagini del fotografo Luca d’Agostino, sarà presentato, dopo l’anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino a maggio, nelle città di Roma e Napoli.

Giovedì 12 ottobre, alle 18:00 (ingresso libero) Gerlando Gatto sarà presente alla Feltrinelli Libri&Musica di Largo di Torre Argentina 5/A a Roma, una catena di librerie sempre in prima linea nella divulgazione in toto della cultura. Con lui, a illustrare l’opera, il direttore artistico di Udin&Jazz, Giancarlo Velliscig, i giornalisti e critici musicali Maurizio Favot e Luigi Onori (che scrive anche su questa testata) e i musicisti Maurizio Giammarco e Giancarlo Schiaffini, le cui interviste sono pubblicate all’interno del libro.

Martedì 24 ottobre, Gente di Jazz e il suo autore si spostano a Napoli, nelle sale di Palazzo San Teodoro, un’antica residenza gentilizia, progettata dall’architetto toscano Guglielmo Bechi (lo stesso di Villa Pignatelli), che ha realizzato un’autentica opera d’arte: tre piani in stile neoclassico, dalle intense tonalità cromatiche rosso-pompeiane. La dimora si trova all’inizio della Riviera di Chiaia, la zona residenziale a ridosso del lungomare di Napoli (Riviera di Chiaia 281 – posti limitati; ingressi su invito con lista nominale. Per gli accrediti stampa e gli inviti contattare l’Ufficio Stampa dell’evento +39 339 4510118 o inviare una mail a stampa@euritmica.it ).

Nella città della sirena Parthenope, l’autore dialogherà con il filosofo ed esperto di jazz Marco Restucci (anch’egli autore di un libro, di recente pubblicazione, dal titolo “Dioniso a New Orleans. Nietzsche e il tragico nel jazz”, Albo Versorio), con il già citato Giancarlo Velliscig, nella duplice veste di direttore artistico di Udin&Jazz ed editore (la pubblicazione è edita da KappaVu/Euritmica, Udine) e con il chitarrista Antonio Onorato, anch’egli presente con un’intervista in Gente di Jazz. Antonio, artista di fama internazionale, porterà il suo contributo all’evento anche attraverso alcuni interventi musicali… rigorosamente improvvisati, come nella miglior tradizione del jazz!

“Gente di Jazz” raccoglie una serie di interviste e dialoghi tra il nostro direttore, infaticabile promotore della musica jazz e un gruppo di musicisti che, in epoche anche molto diverse, hanno partecipato al Festival Udin&Jazz; li citiamo, in ordine strettamente casuale: Stefano Bollani, Michel Petrucciani, McCoy Tyner, Danilo Rea, Enrico Pierannunzi, Gonzalo Rubalcaba, Francesco Bearzatti, Giancarlo Schiaffini, Enrico Rava, Claudio Cojaniz, Enzo Favata, Antonio Onorato, Cedar Walton, Joe Zawinul, Franco D’Andrea, Roberto Gatto, Massimo De Mattia, Rosario Bonaccorso, Stefano Battaglia, Mino Cinelu, Claudio Fasoli, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Martial Solal, Dario Carnovale.

Gerlando, al di là della sua indiscutibile competenza, è persona sensibile e curiosa. Queste peculiarità fanno certamente la differenza nelle sue interviste, particolarità che si nota soprattutto nel taglio dato alle domande che egli rivolge, dove le personalità dei musicisti emergono sia sul piano artistico ma specialmente su quello umano. In Gente di Jazz affiora tutta la bellezza, la genialità, il valore, anche sociale, di questo genere musicale che, non dimentichiamolo, nacque grazie agli schiavi africani deportati negli Stati Uniti e ai loro canti di protesta.

Gente di Jazz è disponibile in tutte le librerie, online sul sito della casa editrice Kappavu http://shop.kappavu.it/  e sui siti di Feltrinelli, Mondadori, Amazon, Unilibro, Hoepli.

Alle presentazioni l’autore sarà ben lieto di personalizzare la vostra copia.

Ferrara in Jazz. Al via la XIX edizione

Ferrara in Jazz 2017 – 2018
40° anno – XIX Edizione
06 ottobre 2017 – 30 aprile 2018

Il 26 aprile 1977 il “Circolo Amici del Jazz” (che in seguito diverrà Associazione Culturale Jazz Club Ferrara) iniziava la propria attività di promozione del patrimonio musicale afroamericano. Da allora sono trascorsi quarant’anni senza alcuna interruzione, durante i quali Ferrara e il suo territorio sono stati teatro delle esibizioni di tutti i più importanti jazzisti nazionali e internazionali. A metà di questa storia si colloca Ferrara in Jazz, rassegna che si svolge nella suggestiva sede del Torrione San Giovanni (bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission), che si appresta ad inaugurare la XIX edizione con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Endas Emilia-Romagna ed il prezioso sostegno di numerosi partners privati.
Con alle spalle un’estate densa di appuntamenti in Riviera, l’inclusione nella guida alle migliori jazz venues al mondo da parte dell’internazionale DownBeat Magazine, la vittoria del bando S.I.A.E “S’illumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, e quella dei Jazzit Awards 2016 nella categoria “Jazz Club Italia” per il sesto anno consecutivo, Ferrara in Jazz prende il via venerdì 06 ottobre 2017 con la contagiosa energia dell’apprezzata Tower Jazz Composers Orchestra, la resident band del Torrione formata da oltre 20 elementi, diretta da Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon. (altro…)

Smalls All Stars – Piacenza – 12 Novembre

In attesa di avere il calendario definitivo che verrà reso noto nei prossimi giorni, riusciamo a fornire in anteprima uno degli appuntamenti clou del ricco programma di quello che ormai si può definire uno dei locali storici di musica dal vivo a Piacenza, il Milestone di via Emilia Parmense n. 27. Domenica 12 novembre alle ore 18.00, infatti, salirà sul palco la Smalls All Stars, capitanata dal pianista Spike Wilner; un quintetto di comprimari che proviene direttamente da un quartiere simbolo per la musica, quella Jazz in modo particolare, quale il Greenwich Village di Manhattan.

Il leader Wilner, oltre ad essere un ottimo musicista è anche il titolare e una delle anime musicali dello “Smalls Club”, un piccolo-grande locale situato nel cuore pulsante di New York che negli ultimi anni ha fatto parlare di sé tutta la comunità mondiale del Jazz per la grandezza degli artisti che vi hanno suonato e per le sue scelte di programmazione, che stanno modellando il gusto di un’intera generazione di appassionati. (altro…)

Un(Folk)ettable Two di Nico Morelli all’Auditorium Parco della Musica

Foto di Adriano Bellucci

Roma, 14 settembre, ore 21
Sala Teatro Studio Luigi Borgna

Un(Folk)ettable two

Nico Morelli, pianoforte
Camillo Pace, contrabbasso
Mimmo Campanale, batteria
Davide Berardi, voce e chitarra
Barbara Eramo, voce
Paolo Innarella, sax soprano

Il Jazz ospita la pizzica, anzi no. La pizzica ospita il Jazz: si incontrano in campo neutro e si avvicendano prendendosi per mano e rimanendo ognuno ben saldo nel proprio mondo. Non “contaminazione”, piuttosto il coesistere di due generi che per contrasto esaltano reciprocamente bellezza e la forza dei punti in comune.
Nico Morelli è un jazzista, italiano, che vive e suona a Parigi oramai da un po’. Nico Morelli è anche pugliese di origine, un pugliese che con  “Un(Folk)ettable two edito da Cristal Records e Puglia Sounds, decide per la seconda volta di riappropriarsi delle proprie origini e di esprimersi attraverso due linguaggi apparentemente lontani e così profondamente radicati in lui: il Jazz, appunto, e la musica tradizionale della sua Puglia.

Per realizzare questo progetto un po’ visionario sceglie di avere con sé musicisti pugliesi: decisione importante, visto il risultato della performance percettibilmente autentica, dal punto di vista squisitamente emotivo. Pianoforte, contrabbasso, batteria, voci e l’incursione, una sola purtroppo, di Paolo Innarella con il suo sax soprano, un vero cameo, lirico come non mai, e un’energia notevole del gruppo dal primo all’ultimo minuto.
E’ proprio il contrabbasso che introduce la pizzica, percuotendo ritmicamente le corde con l’archetto: è una specie di evocazione suggestiva che apre il concerto, fino a quando il suono non si riempie anche di accordi del pianoforte e del groove della batteria.

I ritmi cambiano quasi improvvisamente e si viene trascinati nel Jazz, nell’improvvisazione, nello swing.
Da questo inizio incalzante fino al termine del concerto si oscilla di continuo dalla musica tradizionale al Jazz con una particolarità: lo stacco da una all’altra non crea traumi, non provoca scossoni: a stupire è la naturalezza con cui i due generi si avvicendano, trascinando chi ascolta in un flusso continuo di ritmi ed armonie cangianti, eppure mai in contrasto netto tra loro.
La pizzica è lo spunto per arrivare al Jazz. Il Jazz è lo spunto per tornare alla pizzica. La pizzica può essere anche in 5/4 e il jazz può avere la scansione ritmica della pizzica. Senza mischiarsi, ma scambiandosi suggestioni reciproche che vanno a permeare un tessuto sonoro ricco, connotato dal sommarsi di episodi colmi di pathos. Un pathos a volte garantito dalle due bellissime voci di Barbara Eramo e Davide Berardi, splendidi interpreti di questa musica così legata alle loro stesse origini, altre dal drumming multiforme e trascinante di Mimmo Campanale altre ancora del contrabbasso vivido, espressivo, basilare di Camillo Pace.


Il garante del flusso di questa bella performance che è quasi anche un flusso narrativo è Nico Morelli, che firma i brani, li riempie di vitalità e di vita vissuta e li materializza in un pianoforte che diventa di volta in volta (non vi paia strano) anche organetto, o  tamburello, persino, ma anche elemento fondamentale di un notevolissimo trio Jazzistico.


Ascoltare Un(Folk)ettable rivela che il Jazz e la Pizzica non sono mondi poi così distanti. Che è benefico, ad ascoltare un tale scorrere di suoni, scoprire punti in comune coltivando le differenze. Un messaggio importante al di là della musica e che arriva alla mente ed al cuore d’istinto, solamente ascoltando: l’unione di due culture, di due mondi lontani è possibile ed è una ricchezza. Un pensiero a cui se non arriviamo con il raziocinio possiamo arrivare con la musica. E gli applausi entusiasti alla fine del concerto lo hanno dimostrato.