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Jan Garbarek – “Dansere” – ECM 2146-48

In questo cofanetto della ECM sono inclusi tre ottimi CD del sassofonista norvegese già pubblicati dalla stessa ECM nel periodo 1971/1975: “Sart”, “Witchi-Tai-To” e “Dansere”. In particolare “Sart” venne inciso nel ’71 da una formazione stellare comprendente, oltre il leader, Bobo Stenson al piano, Terje Rypdal alla chitarra, Arild Andersen al basso e Jon Christensen alla batteria. Quasi gli stessi musicisti si ritrovano due anni dopo per incidere “Witchi-Tai-To” solo che questa volta manca Rypdal e Palle Danielsson sostituisce al basso Arild Andersen. Passano ancora due anni e Garbarek ritorna in sala di incisione con la stessa formazione per realizzare “Dansere”. Insomma si ha qui la possibilità di ascoltare ed apprezzare, in rapida successione, i primi significativi passi di artisti che sarebbero stati determinanti per lo sviluppo del jazz europeo; in quest’ambito da sottolineare i grandi progressi soprattutto di Garbarek che proprio in quegli anni veniva affinando il proprio stile staccandosi completamente dai modelli statunitensi per approdare ad un jazz compiutamente “nordico”. Non bisogna, infatti, dimenticare che questi musicisti avevano collaborato con George Russell e Don Cherry che in quegli anni dimoravano spesso in Scandinavia; in particolare Garbarek e Christensen erano stati per alcuni anni membri importanti sia della big band sia dei piccoli gruppi che George Russell organizzava in Scandinavia e fin dalla primavera del 1967 avevano suonato con Don Cherry ad Oslo e Stoccolma. Non v’è dubbio, quindi, che soprattutto Garbarek aveva assimilato alcuni stilemi di questi straordinari musicisti la cui eco – specie di George Russell – si riscontra nel primo dei tre album citati. Così come non v’è dubbio che l’album rappresenti una tappa importante nella crescita complessiva dei cinque musicisti norvegesi che hanno modo sia di migliorare la loro intesa sia di sperimentare la loro creatività. In “Witchi-Tai-To” è invece lo spirito di Don Cherry che aleggia prepotente: l’album contiene cinque tracce e se si esclude “Hasta Siempre” e “Kukka” gli altri tre brani sono strettamente collegati alla poetica di Don Cherry (straordinaria l’interpretazione di “Desireless” scritta da Cherry).
Infine “Dansere” rappresenta forse il primo tentativo di quell’affrancamento cui prima si faceva riferimento: emblematica la presentazione di “Lokk”, un brano della tradizione norvegese sviluppato dal musicista folk Thorvald Tronsgard e arrangiato in chiave jazzistica.

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